martedì 19 luglio 2016

IL LAVORO MARTINISTA IMMANUEL I:::I::: GRUPPO LONGINO-LUCE (Mantova) SOVRANO ORDINE GNOSTICO MARTINISTA

Nel Martinismo vi è la possibilità di compere un'opera realmente iniziatica avvalendosi in primo luogo dei mezzi a nostra disposizione, i quali però assumono significato solo all'interno della catena in cui si opera e solo se si ha chiaro l'obiettivo, che è quello della Reintegrazione. Ecco perché bisogna essere sempre lucidi e spietati nel discernere e nel filtrare il superfluo dall'utile nel nostro lavoro. La cultura dell'esoterismo è un'acquisizione abbastanza recente della civiltà occidentale e per noi uomini del nostro tempo è abbastanza facile cadere nell'illusione dell'intellettualismo; la speculazione sul simbolismo è uno strumento utile nella misura in cui funge da propulsore alla curiosità della ricerca, ma deve esserci un limite pena il rischio di perdersi nella selva dei cerebralismi e dei sincretismi. Il simbolismo e la terminologia del Martinismo sono specifici e vanno in primis utilizzati dal Martinista, tutto il resto può aiutare ma bisogna stare attenti perché ogni sistema iniziatico ha le sue regole e le sue terminologie, inoltre non è detto che tutte le dottrine spirituali abbiano necessariamente lo stesso obiettivo, può essere che vi siano mete comuni, ma fino a prova contraria non lo darei per scontato.


Il Martinismo opera su tre livelli, cardiacoteurgico-sacerdotale. Fin dall'inizio del grado di Associato, sia nel lavoro individuale sia in quello collettivo, si può notare che l'invocazione e la presenza delle Entità spirituali chiamate Arcangeli è una presenza costante, magari più modesta per un Associato, sicuramente via via preponderante quando ci si addentra più in profondità nel lavoro teurgico. La tradizione prima ebraica, poi cristiana, da cui vengono le figure angeliche, ci insegna che queste Entità divine sono suddivise in una gerarchia, della quale gli Arcangeli, partendo dal basso, occupano il secondo livello. Prima di essi ci sono gli Angeli e nel lavoro individuale essi occupano un posto preponderante perché il loro ruolo è quello di messaggeri sul piano verticale tra il Divino e le profondità dell'anima di ogni individuo. La tradizione parla dell'Angelo Custode che funge da nume tutelare di una persona e lo aiuta ad aprire il proprio cuore all'influsso divino. La ricerca costante, attraverso la pratica cardiaca e la meditazione, del contatto col proprio Santo Angelo Custode, è una pratica fondamentale per ogni Associato e per tutti. Con la Meditazione dei 28 giorni, con le meditazioni di Sédir e con le pratiche descritte in "Uomo Ente Magico" del nostro Fr. Elenandro XI abbiamo una trilogia "chiavi in mano" che permette di rendere fluida la barriera che separa il piano sensibile addormentato dal piano spirituale, dal grado di Associato entriamo nella catena ininterrotta dell'Eggregore martinista, posta sotto la protezione dei 7 Arcangeli, e veniamo dotati di ulteriori strumenti che ci permettono di approfondire il nostro contatto con L'Angelo Custode, Colui che come Virgilio con Dante nell'Inferno ci guida nel buio e nella risalita verticale, sorreggendo insieme a noi la lampada dell'Eremita, immagine del Fuoco Vivificante pentagrammatico. La conoscenza intima e la comunicazione col Santo Angelo Custode (scusate la citazione dalla Golden Dawn :) ) saranno necessarie per concederci di iniziare il lavoro, quando sarà il momento, per chi lo vorrà, nella Via Teurgica, dove la confidenza andrà invece presa oltre il Velo con la gerarchia degli Arcangeli i quali non proteggono e guidano più l'individuo singolo e solitario, ma l'Eggregore e il futuro Sacerdote, cioè l'Iniziato che in forza dei nuovi carismi che egli stesso ha cercato, vede ora le cose da una prospettiva diversa, non più solo dal basso verso l'alto, ma da un punto in cui vede dall'alto al basso e al tempo stesso scruta sempre più in alto. - Alla base del lavoro Martinista c'è la purificazione. 
Quando si inizia a lavorare dalla Meditazione dei 28 giorni in poi, avrete notato che cambiano tante cose nella propria vita, a volte in positivo, altre volte e più spesso in negativo. È segno che il nostro lavoro non solo interiore, ma profondamente interiore al punto di essere microcosmico e macrocosmico al tempo stesso, sta avendo effetti, le acque sono torbide perché sono state rimescolate e il lavoro più difficile è filtrarle per renderle sempre più limpide e calme allo scopo di vedere in esse gli astri che si riflettono. Non bisogna mai demordere nei momenti difficili della propria vita da Martinisti, bisogna invece farsi coraggio e sfruttare al meglio tutte le nostre capacità di giudizio e discernimento per separare le scorie e riunificare i frammenti di Luce in noi presenti. Forse sarà proprio peculiarità del grado Sacerdotale restituire al microcosmo quella Luce condensata e vivificata come Fuoco consacratore. Ripeto: mai mollare la presa, i demoni se la ridono quando si accorgono che un Martinista è al lavoro e accorrono come orde di scimmie per incasinare ancora di più il caos che il Martinista sta faticosamente cercando di riordinare.