Nel Martinismo vi è la
possibilità di compere un'opera realmente iniziatica avvalendosi in primo luogo
dei mezzi a nostra disposizione, i quali però assumono significato solo
all'interno della catena in cui si opera e solo se si ha chiaro l'obiettivo,
che è quello della Reintegrazione. Ecco perché bisogna essere sempre lucidi e
spietati nel discernere e nel filtrare il superfluo dall'utile nel nostro
lavoro. La cultura dell'esoterismo è un'acquisizione abbastanza recente della civiltà
occidentale e per noi uomini del nostro tempo è abbastanza facile cadere
nell'illusione dell'intellettualismo; la speculazione sul simbolismo è uno
strumento utile nella misura in cui funge da propulsore alla curiosità della
ricerca, ma deve esserci un limite pena il rischio di perdersi nella selva dei
cerebralismi e dei sincretismi. Il simbolismo e la terminologia del Martinismo
sono specifici e vanno in primis utilizzati dal Martinista, tutto il resto può
aiutare ma bisogna stare attenti perché ogni sistema iniziatico ha le sue
regole e le sue terminologie, inoltre non è detto che tutte le dottrine
spirituali abbiano necessariamente lo stesso obiettivo, può essere che vi siano
mete comuni, ma fino a prova contraria non lo darei per scontato.
Il Martinismo opera su tre
livelli, cardiacoteurgico-sacerdotale. Fin dall'inizio del grado di Associato,
sia nel lavoro individuale sia in quello collettivo, si può notare che
l'invocazione e la presenza delle Entità spirituali chiamate Arcangeli è una
presenza costante, magari più modesta per un Associato, sicuramente via via
preponderante quando ci si addentra più in profondità nel lavoro teurgico. La
tradizione prima ebraica, poi cristiana, da cui vengono le figure angeliche, ci
insegna che queste Entità divine sono suddivise in una gerarchia, della quale
gli Arcangeli, partendo dal basso, occupano il secondo livello. Prima di essi
ci sono gli Angeli e nel lavoro individuale essi occupano un posto
preponderante perché il loro ruolo è quello di messaggeri sul piano verticale
tra il Divino e le profondità dell'anima di ogni individuo. La tradizione parla
dell'Angelo Custode che funge da nume tutelare di una persona e lo aiuta ad
aprire il proprio cuore all'influsso divino. La ricerca costante, attraverso la
pratica cardiaca e la meditazione, del contatto col proprio Santo Angelo
Custode, è una pratica fondamentale per ogni Associato e per tutti. Con la
Meditazione dei 28 giorni, con le meditazioni di Sédir e con le pratiche
descritte in "Uomo Ente Magico" del nostro Fr. Elenandro XI abbiamo
una trilogia "chiavi in mano" che permette di rendere fluida la
barriera che separa il piano sensibile addormentato dal piano spirituale, dal
grado di Associato entriamo nella catena ininterrotta dell'Eggregore
martinista, posta sotto la protezione dei 7 Arcangeli, e veniamo dotati di
ulteriori strumenti che ci permettono di approfondire il nostro contatto con
L'Angelo Custode, Colui che come Virgilio con Dante nell'Inferno ci guida nel
buio e nella risalita verticale, sorreggendo insieme a noi la lampada
dell'Eremita, immagine del Fuoco Vivificante pentagrammatico. La conoscenza
intima e la comunicazione col Santo Angelo Custode (scusate la citazione dalla
Golden Dawn :) ) saranno necessarie per concederci di iniziare il lavoro,
quando sarà il momento, per chi lo vorrà, nella Via Teurgica, dove la
confidenza andrà invece presa oltre il Velo con la gerarchia degli Arcangeli i
quali non proteggono e guidano più l'individuo singolo e solitario, ma
l'Eggregore e il futuro Sacerdote, cioè l'Iniziato che in forza dei nuovi
carismi che egli stesso ha cercato, vede ora le cose da una prospettiva
diversa, non più solo dal basso verso l'alto, ma da un punto in cui vede dall'alto
al basso e al tempo stesso scruta sempre più in alto. - Alla base del lavoro
Martinista c'è la purificazione.
Quando si inizia a lavorare dalla Meditazione
dei 28 giorni in poi, avrete notato che cambiano tante cose nella propria vita,
a volte in positivo, altre volte e più spesso in negativo. È segno che il
nostro lavoro non solo interiore, ma profondamente interiore al punto di essere
microcosmico e macrocosmico al tempo stesso, sta avendo effetti, le acque sono
torbide perché sono state rimescolate e il lavoro più difficile è filtrarle per
renderle sempre più limpide e calme allo scopo di vedere in esse gli astri che
si riflettono. Non bisogna mai demordere nei momenti difficili della propria
vita da Martinisti, bisogna invece farsi coraggio e sfruttare al meglio tutte
le nostre capacità di giudizio e discernimento per separare le scorie e
riunificare i frammenti di Luce in noi presenti. Forse sarà proprio peculiarità
del grado Sacerdotale restituire al microcosmo quella Luce condensata e
vivificata come Fuoco consacratore. Ripeto: mai mollare la presa, i demoni se
la ridono quando si accorgono che un Martinista è al lavoro e accorrono come
orde di scimmie per incasinare ancora di più il caos che il Martinista sta
faticosamente cercando di riordinare.