martedì 23 marzo 2021

L'associato al martinismo

Il martinismo, così come Noi lo intendiamo, ha la pretesa di fornire ai suoi figli strumenti operativi. Essi necessitano di adeguata erudizione, comprensione nella meccanica, costanza nell’uso e ferrea volontà. Qualora questo quadrilatero (erudizione, comprensione, costanza e volontà) venga meno, l’intera impalcatura verrà a crollare ROVINOSAMENTE. Senza erudizione vi è solamente stolto fare, senza comprensione vi è solamente la forma, senza costanza vi è pigrizia e senza volontà vi è solamente ego. Per questo è necessario, indispensabile, che in ogni istante il fratello si ponga delle doverose domande attorno al proprio livello dell’essere, alla simbiosi raggiunta con gli strumenti forniti e alla sua integrità ed integrazione all’interno della catena eggregorica. 

L’associato, così come l’iniziato, necessariamente trova unico elemento di riflessione nella figura dell’Iniziatore, il quale è l’unico deputato a valutare l’attitudine del fratello/sorella all’uso degli strumenti, a suggerire una maggiore o minore sensibilità verso gli uni o gli altri (i nostri strumenti sono compositi e molteplici: teurgici, cardiaci, sacerdotali), a dare indicazioni di studio e a promuovere azioni di sostegno o di interruzione nella pratica individuale. 

Ovviamente affinché ciò sia possibile è necessario che il fratello/sorella si mantenga in contatto con l’Iniziatore, il quale non è il PADRE, non è l’AMICO, non è il CONFESSORE. Chi all’interno di un rapporto iniziatico tende a palesare siffatte necessità e ad essere parimenti incline a siffatti riconoscimenti, (in quanto non vi è ingannato in assenza di ingannatore) si pone automaticamente al di fuori di un proficuo scambio formativo. Non è l’Iniziatore che deve ricercare il contatto, in quanto egli ha già permesso alla persona di essere inserita in un determinato contesto, ha già fornito gli strumenti iniziali e ha già avviato (a sue spese) il sottile motore energetico. 

Il martinismo che noi auspichiamo è indubbiamente un percorso maturo per individui maturi, per uomini e donne che sono in grado di gestire il proprio tempo, di governare i propri stati d’animo e educare la propria mente. Solamente attraverso questa triplice azione, l’uomo sarà in grado di percorrere realmente un viatico iniziatico, il quale è un punto di partenza e non di arrivo, il quale dovrà porre sul cammino delle pietre di inciampo, delle vette da scalare e dei crepacci in cui discendere. Non vi è successo senza fatica e non vi è gioia in assenza di sofferenza. 

La prima fatica richiesta all’associato è il vincere la pigrizia che alberga in ognuno di noi. L’Iniziato deve operare laboriosamente su se stesso, a favore dei fratelli e sommamente servire il Culto Divino. La fatica deve essere continua ed investire ogni particola del proprio essere. La fatica è la misura dell’Opera. 

La prima sofferenza che è richiesta all’associato è quello di rimuovere ogni illusione su se stesso, sulle cose tutte e vivere consapevolmente la propria esistenza. Ciò significa liberarsi da quelle comode filastrocche interori e dall’ipertrofico Io che soffocano la nostra Essenza. 

Ecco quindi come sia necessaria, oltre alla costante e diligente pratica rituale, anche la continua attività di lavoro interiore sostenuto dall’autosservazione, dalla retrospezione e dall’introspezione. Pratiche assolutamente necessarie affinché l’iniziazione sia reale e i suoi effetti siano sostanziali. 


www.martinismo.net
eremitadaisettenodi@gmail.com



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