venerdì 1 aprile 2016

Specificità del Sovrano Ordine Gnostico Martinista ed Osservazioni.

articolo pubblicato su Ecce Quam Bonum n°9 

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Equinozio di primavera, 2016 e.v.
Abbiamo avuto più volte modo di soffermarci, in nostri precedenti interventi, sulla natura del rapporto iniziatico martinista e sulle diverse realtà martiniste presenti oggigiorno. Si veda, da ultimo, il libro Martinismo e Via Martinista, curato da Filippo Goti e reperibile su www.lulu.com.
Allo stesso tempo abbiamo ribadito con forza, a scanso di equivoci che certamente non ci connotano, che ogni realtà martinista differisce dalle altre in virtù delle linee iniziatiche detenute, della trasmissione rituale di cui è stata investita e di cui è punto di irradiazione, del governo eggregorico della Grande Maestranza e dei rapporti e deleghe che legano i vari S::: I::: I::: ad essa. È stato altresì detto, a conferma di quanto appena sottolineato, che il Martinismo non ha come obiettivo quello di fare identico meraviglioso fiore da ogni seme, ma permette che da ogni diverso seme, splenda il miglior fiore possibile. Credo che quanto esposto sia rispettoso nei confronti delle differenti realtà martiniste, prese nelle loro precipue specificità.
Per il Sovrano Ordine Gnostico Martinista una connotazione che poco è stata esplicitata riguarda la componente della Grande Maestranza che si distingue per l’essere completamente avulsa da altre organizzazioni esoteriche, sia pure iniziatiche, a cui il N::: V::: O:::, anche solo a livello potenziale, possa essere asservito. Infatti, è notorio come oggi, così come in passato, la gran parte degli Ordini martinisti faccia riferimento a delle Grandi Maestranze che detengono, e hanno in attività, altri Ordini iniziatici, siano essi massonici, egizi, teurgici, templari, chiese gnostiche e così a seguire. Assolutamente nulla da eccepire, stiamo semplicemente esponendo alcune caratteristiche delle diverse realtà martiniste. Al contempo, abbiamo membri delle Grandi Maestranze facenti parte, loro stessi, di organizzazioni esoteriche iniziatiche, delle più svariate (si veda l’elenco appena tracciato). Assolutamente nulla da eccepire, siamo nell’alveo delle libere scelte personali, tutte rispettabilissime. La nostra Gran Maestranza, composta dal Sovrano Gran Maestro e da due Gran Maestri Aggiunti, quindi è un ulteriore elemento di caratterizzazione del N::: V::: O:::, rispetto ad altre realtà martiniste, in quanto non è in alcun modo coinvolta, e oseremmo dire compromessa, anche con riferimento ai singoli componenti, in altre strutture iniziatiche.
Solo per "tranquillizzare" qualche animo esigente, abituato forse a "menar il can per l'aia", i componenti della Gran Maestranza del N::: V::: O::: hanno alle spalle venti anni di Martinismo ciascuno e di cui il percorso iniziatico, fin dal grado di associato, è facilmente tracciabile. Solo con l'intento di informare i nostri associati, ovviamente, gli appartenenti alla Gran Maestranza fin dal grado di associato hanno fatto parte di un Ordine martinista regolare italiano e hanno ricevuto l'iniziazione, ai diversi gradi martinisti, da iniziatori italiani, ben conosciuti, del medesimo Ordine. Quindi, non hanno seguito la ormai consolidata prassi della "transumanza iniziatica", pratica premiante secondo cui per accaparrarsi un passaggio occorre cambiare Ordine, tantomeno sono stati iniziati da fantomatici iniziatori, semmai stranieri, sconosciuti alla gran parte delle strutture martiniste regolari, sia nazionali sia estere. E questo diventa, sicuramente, un ulteriore carattere distintivo del nostro Ordine e della nostra Gran Maestranza, rispetto ad altre realtà martiniste.
Letti da coloro che si ergono a giudici, solo per non essere giudicati, i delineati tratti identitari possono essere visti non come una nota di merito. Invece, corre l'obbligo di rasserenare i nostri associati che in proposito è stata operata una scelta meditata e mirata, quella cioè di essere solo martinisti, fieri di esserlo, al fine di offrire un perimetro operativo ben delimitato, che pur nella sua specificità è esente da apporti strumentali incerti e da novazioni rituali provenienti da altre realtà iniziatiche, si tratta, quindi, di un corpo rituale che consente, sempre nell'alveo della tradizione, che da ogni diverso seme, splenda il miglior fiore possibile.
Ora una nota personale. All'indomani del completamento delle precisazioni sopra riportate, non ho potuto fare a meno di soffermarmi su un articolo, apparso in occasione dell'equinozio, che contrasta con uno dei principi identitari del N::: V::: O::: ovvero il principio cristiano. Già in altra circostanza era stata affrontata la vexata quaestio, ma evidentemente non è stata compresa o non si è voluto comprendere.
È regola comunemente accettata che quando si discute e non si condividono le stesse idee non debba mai venir meno è il rispetto reciproco. Nel caso specifico, non dovrebbe, meglio, non deve, venir meno il rispetto per gli Ordini rappresentati, il rispetto per le cariche ricoperte, ma soprattutto non deve venir meno il rispetto dell'uomo per l'uomo. Si potrà obiettare che questa sia una condotta di "altri tempi", di persone di "una certa età", di persone d'onore. È vero, verissimo, ma ciò che lascia basiti è che le invettive a cui mi riferisco, puramente gratuite, provengono proprio da persona di "una certa età", di "altri tempi" e che, fina a prova contraria, devo e dobbiamo ritenere persona d'onore, persona che dovrebbe aver maturato una forma di saggezza d'animo che va ben oltre il titolo meramente onorifico di "saggissimo". Ciò che preoccupa, in quanto scritto da persona d'onore, è il livore immotivato che connota l'intero intervento. Quasi parafrasando Shakespeare, chi ha scritto fa notare che un tempo fu "amico, fedele e giusto" verso chi oggi addita: ma lui è uomo d’onore!
Quando non si hanno elementi sufficientemente validi per sostenere le proprie argomentazioni, alcuni finiscono per inveire sull'interlocutore, per offenderlo ledendone la dignità. Ma se l'ignaro interlocutore è un iniziato? Semplice: o è un satanista, intento a svolgere chissà quali nefandezze o è un emissario di qualche organizzazione catto-clericale, di taxilliana memoria, infiltrato per distruggere l'Eggregoro. O l'una o l'altra. Ma andiamo oltre.
Si teorizza, quasi come una shari’ah, che l'Ordine martinista non possa essere cristiano e chi sostiene il contrario non può che essere un emissario catto-clericale. In tal senso mi sento chiamato in causa, in quanto facente parte di un Ordine martinista e della sua Grande Maestranza, connotati da principi cristiani. Ma allo stesso tempo, penso a tutti quegli Ordini martinisti che utilizzano le meditazioni del Sedir, i salmi penitenziali, a coloro che prendono a modello Maitre Philippe, a chi si richiama ad una cavalleria cristiana, per non parlare di quelli ad indirizzo Cohen alle prese con l'Officio dello Spirito Santo. Penso ad Ordini martinisti la cui Gran Maestranza è parte di chiese gnostiche o di ordini templari, mi sovviene il Ventura, il Brunelli e il Cannizzo. Stando quindi alla perplessità dell’autore dell’articolo, mi sorge un dubbio: Saremmo tutti esponenti di sette catto-clericali, in quanto cristiani?
Nel momento in cui scrivo, apprendo di quanto la intemperanza, la cecità mentale e il fanatismo stia colpendo il popolo belga. Ricordo cosa un martinista (?) – di cui certamente i più ricordano l'Ordine di appartenenza– abbia scritto su Facebook all’indomani degli attacchi a Parigi, inneggiando all’azione terroristica appena portata a termine, invettiva ricusata con fermezza e severità tali da far segnalare e eliminare il post.

Faccio parte di una generazione che ancora porta rispetto per persone di "una certa età", in quanto ritengo che da queste si abbia solo e tanto da imparare, ma mi creda, dal suo articolo, carico di acredine e rabbia, mi è davvero difficile riuscire ad imparare qualcosa.

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