Così come indicato dai Maestri
Passati l’anelito della reintegrazione dell’uomo nelle sue primitive proprietà,
virtù e potenza spirituale e divina necessariamente trova sosta intermedia
nella riconciliazione. La riconciliazione rappresenta lo ristabilire il
rapporto spirituale che lega l’uomo all’Essere. La riconciliazione ha inizio
nel mondo sensibile, attraverso una prima presa di coscienza “razionale”. Essa
consiste nel riconoscere la limitatezza della mente e del corpo e parimenti
l’esistenza di un “qualcosa” che travalica i primi due elementi. Segue la presa
di coscienza “intellettuale”. La quale conduce a riconoscere nell’uomo
l’esistenza di una radice spirituale ultramondana. La somma delle due prese di
coscienza conduce l’uomo lungo un percorso di riconciliazione con la propria
radice spirituale, tale percorso si estrinseca attraverso gli strumenti che
l’Ordine pone a disposizione. La riconciliazione avviene all’ombra ristoratrice
del “Culto Divino”, il quale è perennemente celebrato in Nome, nella Gloria e
nella Potenza dell’Essere Immanifesto. Esso è trascendente rispetto al mondo
sensibile, in quanto la sua sostanza, essendo perennemente Vera a se stessa, è
altro rispetto al mondo transeunte. All’interno del mondo del divenire, frutto
dell’errore causato dall’ignoranza e sottoposto alla giurisdizione dei
prevaricatori, l’uomo procede lungo un progressivo risveglio interiore
dall’esterno verso l’interno. Nel dispiegarsi di questo movimento di
riconciliazione, l’uomo entra in contatto con potenze spirituali che lo
erudiscono, lo confermano lungo il cammino e testimoniano la sua fattiva Opera
Laboriosa. Queste potenze altro non sono che l’espressione dell’Uomo
Primordiale che si cela all’interno degli involucri grossolani e che richiama
se stesso alla memoria di se stesso. Il risveglio interiore conduce l’uomo alla
Conoscenza che è forma e veicolo di reintegrazione, la quale potrà avvenire
solamente in seguito alla macerazione degli involucri grossolani, è quindi
necessario che in vita l’uomo si liberi dal potere ostativo ed inerziale da
essi esercitato. Ecco quindi l’importanza della regola che l’uomo deve
osservare in ottemperanza dei cicli luni-solari (sobrietà nella condotta di
vita, morigeratezza nel cibo, congruità al percorso intrapreso, espletamento
degli impegni rituali, disciplina del corpo e della mente). Più l’uomo si
addentra lungo questo percorso e più è sottoposto all’attenzione dei prevaricatori;
se la disciplina dei suoi tre corpi non è armonica il sopravanzare dell’uno
porterà discapito agli altri e genererà squilibrio e con esso un errore
superiore alla naturale ignoranza in cui versa l’uomo.
Il culto è perenne, in quanto in ogni tempo ed in ogni luogo uomini di conoscenza hanno camminato lungo la via della riconciliazione e della reintegrazione. Il suo ricordo giunge nelle sfere del sensibile attraverso la narrazione dell’anima: la mitopoiesi della caduta, del sacrificio e dell’ascesa. Questo deposito filosofico ed operativo si è successivamente raccolto nella tradizione misterica egizia, nello gnosticismo Alessandrino, nella Cabala Cristiana e nell'Alchimia spirituale. Esso trova perfetta rappresentazione del passaggio dalla Formula Tetragrammatica alla Formula Pentagramamtica in forza dell’azione trasmutativa del fuoco spirituale rappresentato dalla Shin.
La comune pratica rituale,
l’osservanza della regola che la precede e il riconoscersi nella comune radice
spirituale permette ai fratelli di operare in comunione eggregorica,
beneficiando in modo retributivo della funzione di protezione e di
amplificazione che esso esercita.
Ecco quindi che primario compito
dell’Ordine è quello di operare, tramite la propria casta sacerdotale, al fine
del mantenimento e la trasmissione del Culto Divino attraverso i rituali e la
particolare forma di sigillo che esso trasmette di fratello in fratello tramite
i propri Superiori Incogniti Iniziatori. Compito di ogni fratello è quello di
servire il Culto Divino e attraverso il confermamento ad esso di procedere
lungo la via della riconciliazione.
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