sabato 11 maggio 2013

Note Storiche sul Martinismo 4 - Aldebaran

IL MARTINISMO IN ITALIA

Mancano dati precisi per stabilire esattamente quando e come si stabilì in Italia il primo gruppo martinista, salvo due date, riferite da Philippe Encausse 43, quella del 1898, anno in cui sarebbero esistite in Italia otto logge dell’Ordine, e quella del 1911 quando – scrive Encausse – vi fu “un considerevole sviluppo in Italia con l’ammissione dei martinisti che possedevano il secondo grado dell’Ordine, in tutte le logge e le camere superiori del Grande Oriente d’Italia. Dalle annate della rivista “Mysteria”, diretta da Papus (1912-1913) si apprende, poi, che numerose nuove logge erano sorte nella nostra penisola. Queste notizie sono confermate da un documento sulla cui autenticità non possono esistere dubbi, cioè la Patente per la costituzione di una loggia martinista, firmata da Papus e rilasciata nel 1910 a Dunstano Cancellieri, uno dei luminari della Massoneria italiana, allora 18 (Principe R+C) del Rito Scozzese Antico Accettato 44.
Sembra, poi, da notizie provenienti da varie fonti che la prima loggia sia sorta a Follonica, in provincia di Grosseto, piccolo centro che è stato spesso all’avanguardia nel settore occultistico. Altre notizie si ricavano da quanto riferisce Edoardo Frosini 45 che, praticamente, ebbe da Papus la rappresentanza dell’Ordine, almeno a quanto ne scriveva Adolfo Banti nel 1922 46.
Il Frosini, a dir il vero non molto esatto, dopo il Congresso internazionale spiritualista di Parigi del 1908 47 scrive che “l’Ordine Martinista ha recentemente costituito una Gran Loggia (sic) martinista d’Italia (…) che di comune accordo con la Federazione Massonica Universale e con la sua legittima rappresentanza italiana ha assunto un carattere speciale di integratrice delle varie scuole occultistiche in nome dei VERI del comune esoterismo e delle scienze ermetiche”.
Scriveva pure – tuttavia sempre con parole da orecchiante: “Né è da adesso che noi siamo in quell’Ordine martinista che coi suoi Supérieurs Inconnus prende agli occhi dell’ignaro gli aspetti di tenebrosa setta, mentre è semplicemente una Università occulta di scienze massoniche ed ermetiche (K). Noi fummo felici di ricevere, sia pure a titolo onorifico, l’iniziazione all’Ordine Martinista e, malgrado le non poche diversità di vedute personali tra noi ed i martinisti francesi, ci sentimmo felici di stringere fraterni vincoli con questo movimento iniziatico che tanto bene ha fatto e tante ire ha suscitato, non solo, ma ci sentiamo, checché avvenga, ci sentiremo sempre orgogliosi della qualifica di martinisti che non significa, come si vuole insinuare, dedizione ad un uomo o ad una chiesuola, ma sanzione di una gran fede in un grande ideale: quello della divina sapienza e della umana rigenerazione”.
Il Frosini, come tutti gli scrittori di questioni occultistiche o ritenute tali, esagerava. Certo, per un massone imbevuto di idee “risorgimentali” e di questioni di libertà, uguaglianza e fratellanza in funzione di idee profane che, poi, non si realizzano mai, il trilume, la maschera ed il mantello martinisti erano simboli “universitari” e mete irraggiungibili anche nella loro più modesta espressione. Tuttavia, egli esprimeva un nobile concetto e sottolineava le “ire” che il Martinismo aveva fin allora suscitato e sofferto (e che, purtroppo, doveva ancora suscitare e soffrire).
In quegli anni, prima della “grande guerra” del 1914-18, risultano ricoprire il massimo grado martinista, cioè Superiore Incognito libero iniziatore i fratelli Fulgenzio Bruni, Giovanni Saba, Angelino Corrias, Michele de Vincenzo Maciulli il quale ultimo fu anche membro del Supremo Consiglio di Parigi, assieme a Frosini che fu chiamato a tale carica nel 1912. Alla fine della guerra, con la ripresa delle attività iniziatiche rimaste paralizzate a causa del richiamo alle armi di quasi tutti coloro che si potevano qualificare “capi”, dopo un periodo di incertezza a causa della successione di Papus, passato all’Oriente Eterno nel 1916, nel Gran Magistero (dalla Francia le notizie erano giunte quanto mai frammentarie; la nomina di Teder da parte di tre persone fra cui lui
stesso e Blanchard che poi si era rimangiato il voto favorevole e doveva fondare l’Ordine Martinista Sinarchico, e la successiva proclamazione di Bricaud che si diceva si fosse autonominato dato che non esisteva alcun documento comprovante che Teder gli aveva dato la successione sembravano piuttosto dubbie) l’avvocato Alessandro Sacchi (Sinesio) assumeva la presidenza del Gran
Consiglio Italico dell’Ordine Martinista 48.
La questione della Chiesa gnostica di Jean Bricaud, di cui abbiamo scritto in precedenza, e la pretesa che per esser ricevuto in Martinismo fosse indispensabile esser di sesso maschile e di possedere il grado di Maestro massone, provocarono notevoli perplessità circa la tradizionalità di questo nuovo Martinismo rafforzando le incertezze di cui si è scritto. Un viaggio di Sinesio a Parigi ed uno di Bricaud in Italia non migliorarono le rispettive posizioni dei due Ordini: Bricaud fisso sulle sue disposizioni che avevano modificato costituzioni, dottrina e forma di iniziazione dell’Ordine; Sacchi deciso a non accettare le nuove linee e a far rispettare la tradizione papusiana. Si giunse così al 1923 e alla proclamazione del Supremo Consiglio dell’Ordine Martinista che, sulla
rivista “O Thanatos”, organo ufficiale dell’Ordine, era stata preceduta (Nr. 6, giugno 1923) dal seguente comunicato: “Il Governo dell’Ordine Martinista comunica ancora una volta di non avere rapporto d’obbedienza, e finora nemmeno di alleanza col Gran Maestro Bricaud e, a scanso di equivoci presenti e futuri, dichiara di non aver mai aderito e di non poter aderire ad alcun trattato tra Martinismo e qualsivoglia Chiesa, la gnostica compresa”.
Già nel suo numero 2 del febbraio 1923, a pagina 42, la rivista, in un comunicato Martinista, purtroppo non molto esatto in fatto di date storiche e poco preciso anche su altri punti, dovuto al Filosofo Incognito dello Zenith di Ancona, aveva scritto – a suo dire su incarico del Gran Maestro Sinesio – che i martinisti italiani “pur dichiarandosi rispettosi e tolleranti di qualunque opinione religiosa, si erano distaccati dal Supremo Consiglio di Francia e dal suo Sovrano Patriarca e Gran Maestro, non volendo appartenere a nessuna chiesa, rispettandole tutte, e avevano costituito il Gran Consiglio italico allo Zenith di Roma”.
Delle scissioni del Gran Consiglio italico fu data notizia sulla rivista dell’Ordine, notizia poi ripresa, a scopo polemico da Arturo Reghini, sulla rivista “Atanor” del gennaio 1924 e successivi numeri.
Della proclamazione del nuovo Gran Consiglio Universale il Gran Maestro Sinesio dava notizia in una sua lettera 49 scrivendo che questo consesso aveva deliberato “di troncare l’ultimo filo che avrebbe potuto ravvicinare la Nostra eventuale unanimità collettiva, meno il Nostro individuo (poiché Noi saremmo stati sempre refrattari ad una tal fusione, anche a patto di rimanere eternamente isolati, ma considerammo piuttosto gli altrui individuali, anziché i Nostri pareri o
desideri) al Gran Maestro Bricaud, alias Sua Beatitudine Giovanni II patriarca della chiesa gnostica o sedicente Chiesa gnostica. Si è dunque deliberato di emanciparci da ogni limitazione territoriale, di costituirsi in Ordine a completa universalità e in pieno contrapposto al francese, di trasformare il Gran Consiglio Italico in Supremo Consiglio senz’altro (…). Ritenemmo però superflua una nuova investitura solenne al Gran Maestro Sinesio; bastando a conferirgli il carattere connesso alla Gran Maestranza, l’imposizione delle mani, fattagli, le sette solenni promissioni da lui prestate e le conseguenti obbedienze promessegli dai suoi Elettori in nome di tutto l’Ordine”.
È di questi tempi, esattamente dall’agosto 1922 l’incontro di Adolfo Banti, membro del Supremo Consiglio dei 33 di Palazzo Giustiniani, con Marco Egidio Allegri, componente del Gran Consiglio Martinista e suo Delegato generale per le Venezie; 50 e l’iniziazione del primo al martinismo. L’Allegri che, nella storia del Martinismo italiano detiene una parte di primissimo piano, era stato iniziato nel 1918 dall’avvocato Sacchi quando già ricopriva un altissimo grado nel Rito scozzese. Dopo il suo rientro dall’impresa di Fiume, alla quale aveva partecipato assieme ad Ottavio Ulderico Zasio, allora sedicenne, che lo aveva seguito come suo “attendente”, era ritornato a Venezia, sua città natale, fondandovi i gruppi “Il Veneziano”, “Poseidonia”, “Saint-Martin” e, a Montagnana in provincia di Padova il “Hoané Wronscki” 51.
Risale al 1925, invece, la rottura fra Arturo Reghini e l’Ordine Martinista. Lo spirito polemico di questo Maestro ebbe ragione del suo animo di esoterista ed egli non risparmiò, prima su Atanòr e poi su Ignis (la rivista da lui diretta) gli errori di carattere organizzativo commessi allora, al vertice dell’Ordine, anche a causa della tendenza dell’avv. Sacchi e di altri, compreso il
Banti, di considerare il Martinismo una specie di rito massonico sulla falsariga di quanto era stato emanato da Parigi dopo la morte di Papus. Di questa rottura si ha una eco in una lettera di Sinesio (Sacchi) a Flamelicus (Allegri) del giugno 1923, in risposta ad una di quest’ultimo che prendeva le difese del Reghini prospettando le sue qualità di studioso e di esoterista nonché le sue alte
qualitificazioni massoniche: “Come Gran Maestro dell’Ordine – scriveva Sinesio – per lo spirito delle solenni promissioni prestate ai nostri Elettori e alla nostra Istituzione, non possiamo lasciarci influenzare da informazioni o da interpretazioni di altri Riti iniziatici e proseguiamo a procedere – come abbiamo cominciato – per la nostra martinistica strada (che è quella indicataci dal nostro preciso dovere di salvaguardare e rafforzare la nostra catena iniziatica) nei riguardi del nostro fratello Massimo 52. Se l’isolamento nel quale dovrebbe essere tenuto dai fratelli della nostra Obbedienza durante l’espiazione della sua condanna, potrà indurlo a qualche proiezione che trasformi il suo elemento quaternario, per riduzione teosofica, al quinario, egli provocherebbe la sua stessa caduta finale: la qual cosa non auguriamo né a lui né a noi. Egli è tuttavia refrattario a qualsivoglia spirito di disciplina e soffre di scompenso tra le alte doti di intelletto e quelle non corrispondenti del cuore o dell’animo che dir vogliasi. Non crediamo pertanto che il suo vigile orgoglio consenta a chicchessia la potestà di sfruttarlo contro 666: egli è fuori di tono e risponde malissimo al nostro diapason colle sue vibrazioni anarcoidi. Se ne accorgeranno anche quei pochissimi che ancora lo venerano come un dio irresponsabile” 53.
Le cause che provocano l’uscita del Reghini dal Martinismo e la sua feroce polemica contro l’Ordine ed i suoi uomini, da Papus a Bricaud e da questi al Soro; dal Sacchi al Banti e al ???? non sono note. Ma è da ritenersi che ciò sia da attribuire ad un attrito tra lui e il Sacchi su questioni organizzative (e, forse’anche per l’indirizzo cristiano del martinismo papusiano che il Reghini avrebbe voluto fosse strettamente pitagorico e pagano) e col Banti in funzione della lotta sempre in atto fra Palazzo Giustiniani e Piazza del Gesù (le due principali organizzazioni massoniche italiane del tempo) alla quale ultima il Reghini apparteneva.
L’Ordine continuò a lavorare apertamente fino al 1926 nonostante che, fin dalla metà del 1923 fossero state adottate misure di prudenza e la corrispondenza fra i gruppi e il centro fosse stata ridotta 54. Poi dovette lavorare clandestinamente avendo accolto, davanti al suo trilume, numerosi fratelli di altre associazioni iniziatiche (Ordine del Tempio e Rito di Memphis) e anche della Massoneria scozzese 55. Questa attività è stata riassunta da Artephius (Zasio) in un sintetico promemoria esistente, di suo pugno, nell’Archivio dell’Ordine 56 e che qui si riporta per la parte riguardante il periodo clandestino:

    1925 - Il Martinismo, l’Ordine del Tempio e l’Ordine di Memphis continuano i loro lavori nonostante si inaspriscano le violenze contro le società cosiddette segrete.
    1926 – Polemiche giornalistiche in difesa del principio iniziatico, massimamente sostenute dal Filosofo Incognito contro il conte Piero Bon.
    1927 – Flamelicus (Allegri) va in Egitto dove prende contatto col Rito scozzese, logge “Garibaldi” e “Matteotti”, col Rito egiziano nella formazione sufica “El Siufi”, logge di lingua araba del Cairo. Artephius gli succede nella direzione dei lavori.
    1928 – Di ritorno dall’Egitto Flamelicus è arrestato per propaganda iniziatica e “sovversivismo”. Dopo circa un anno tra prigione e confino è liberato ma, fatto segno a nuove persecuzioni, è costretto a rifugiarsi nel convento patriarcale di San Domenico dove rimane otto mesi. Artephius prende contatti con Alembroth (Banti) e svolge lavori con i superstiti martinisti e templari.
    1929 – Flamelicus si rifugia a Napoli e poi a Capo Miseno dove prosegue la sua opera iniziatica. Artephius va in Svizzera, Indra (N. Quarti) in America, Tekeo in Giappone, Nareus in India.
    1930-32 - Artephius prosegue i lavori a Venezia in casa sua. Ritorna Flamelicus che li dirige; e si dedica soprattutto verso la raccolta di documenti dell’Ordine e loro messa in salvo.
    1933 –Nuovi apporti da parte del gruppo del fratello Phores (G. Bolpin) permettono di intensificare gli studi ermetici e di diffonderli in strette cerchie. Alla fine dell’anno Flamelicus si trasferisce in provincia di Belluno dove allarga la catena iniziatica. Artephius immette, a Venezia, nuovi elementi.
    1934 – Prosegue a Venezia il lavoro in riunioni saltuarie.
    1935 – Flamelicus ritorna in Africa: in un primo tempo segue le operazioni in Africa Orientale, successivamente, con una missione astronomica, esplora la zona dei grandi laghi fino al Margherite.
    1936 – Artephius è in Francia dove sperimenta la forza del pensiero iniziatico confortando i fratelli esuli.
    1937 – Ritorna Flamelicus a Venezia. Con Phores, per circa un anno si intrattiene nello studio del taoismo. Artephius, sotto forma di conferenza, scrive una storia esoterica di Venezia che sarà poi diffusa in Polonia.
    1938 – Continuano in casa di Artephius i lavori Martinisti con la partecipazione di Flamelicus. Sul Daily Mail, fa pubblicare un manifesto templare.
    1939 – Flamelicus e Phores tentano di infiltrare nel mondo dello spettacolo idee iniziatiche con il film “Cardano” e “La famiglia qualunque”. Flamelicus è richiamato alle armi.
    1940-42 - Ad opera di Artephius il trilume resta acceso in casa sua.
    1942 - Ritorno di Flamelicus. Si tengono varie riunioni in casa Rueck con nuove iniziazioni.
    1943 - luglio – Riunione regolare all’albergo Saturnia di Venezia in cui prevede che, purtroppo, lo Zenith sarebbe rimasto ancora clandestino per chissà quanto tempo.
    1945 - Ripresa dei lavori il primo maggio e riorganizzazione degli Ordini e dei Riti.

    NOTE
    43 - Encausse Ph. Opere citate, pagine 81 e 82 (Notizie riprese dall’autore nell’archivio paterno).
    44 - La Patente è conservata nel Tesoro dell’Ordine, unitamente alla copia in francese dei quaderni iniziatici del 1891, alla disposizione del Supremo Consiglio di Parigi (Rue de Treviso) e per i presidenti di loggia, e al registro dei verbali del gruppo “Il Veneziano”.
    45 - Frosini E.: Massoneria italiana e tradizione iniziatica, a cura dei Triedelli-F. Croce Pescara, 1911 (pag. 227/230).
    46 - Archivio O.M. – Lettera Banti del 24/VIII/1922 a M.E. Allegri in cui scriveva: “fin dal 1909 mi ero rivolto al Potentissimo Fratello Gerardo Encausse (Papus) per esservi accolto, ed egli gentilmente mi rispose che potevo rivolgermi a Edoardo Frosini, a Firenze”.
    47 - Lettera del settembre 1947 del Gran Maestro Jean Chaboseau dell’Ordine Martinista Tradizionale (cfr. Encausse, opere citate, pagine 74/75).
    48 - Nell’Archivio del N V O esiste un brevetto – uguale a quelli ancora in uso in Italia da parte nostra – rilasciato il 27 settembre 1920 al fr. Francesco Asaro dal S.I. Alessandro Sacchi E,T,S XLI M.G.C. d’Italia, registrato a Roma alla Matricola generale col numero 55018.
    49 - Lettera di Sinesio al Membro Supremo Consiglio Flamelicus, datata Roma 7 gennaio 1924 (conservata nel Tesoro dell’Ordine).
    50 - Il Banti fu incaricato dalla Collina di Ancona dove sorse l’importante gruppo “O Tanatos” e si stampò per circa tre anni la rivista dallo stesso titolo che divenne organo ufficiale dell’Ordine.
    51 - Interessante al riguardo, per il suo contenuto, la lettera del 21 agosto 1922 indirizzata ad Allegri dal S.I. Mokelé, filosofo inc. della “Wronscki” su carta intestata all’ordine e al gruppo il Mokelé scriveva: “Abbiamo ricevuto la tua carissima tavola virgiliana: pugneremo sempre con “virtute et amore” per l’Alma Mater. A Padova, dunque, è avvenuta una defezione: ti prego dirmi se si può mettere in contatto col pot.mo fratello Sommer il carissimo fr. Realdon; se nulla vi è in contrario, ti prego di darmi l’indirizzo se dei tuoi piani: è veramente cosa dolorosa vedere queste defezioni stimolate da sciarpe o da monete ma io credo faranno poco male. Ieri abbiamo scritto al pot.mo Reghini e per mezzo suo abbiamo inviato i saluti al fr. Soro. Oggi stesso informerò il Gran Maestro dei nostri lavori. Col più fraterno affetto e devozione – Mokelé, Sup. Inc.
    La lettera porta una richiesta ed una postilla. Il richiamo dice: “Ho pensato esser meglio attendere ancora prima di scrivere a Roma. A chi debbo spedire la lettera perché venga recapitata al Gran Maestro? MKL’”. La postilla, riferentesi a Gabriele d’Annunzio dice: “Hai sentito della disgrazia toccata al pot.mo fratello S.I. Ariel? Ora però sta meglio. Speriamo bene: speriamo che venga conservato a noi e alla Patria – MKL’ (Archivio Ordine Martinista, Fondo Esordio 1898-1925).
    52 - Nome iniziatico (Maximus Sup. Inc.) del Reghini.
    53 - Archivio Ordine Martinista, Fondo citato.
    54 - Ibidem, circolare ris. Di Sinesio ai membri del Gran Consiglio martinista.
    55 - Cfr. G. Parise: Prefazione e: A. Reghini: Considerazioni sul rituale dell’Appr. L.M. (Napoli 1948) e U.G. Porciatti: Il Martinismo e la sua essenza, Quaderni dell’Ardenza, 1946.
    56 - Archivio O.M., Fondo citato.

mercoledì 8 maggio 2013

NOTE STORICHE SUL MARTINISMO 3 - di Aldebaran

IL MARTINISMO IN FRANCIA DOPO LA MORTE DI PAPUS

Alla morte di Papus la successione rimase aperta non avendo egli indicatone alcuno. Fu nominato Detré e ciò mentre Bricaud aveva già lasciato a Lione, mentre Papus si trovava al fronte come maggiore medico, il movimento martinista-gnostico a lui caro, reclutando i massoni. Come ha scritto Chevillon che fu successore di Bricaud, questi, con l’appoggio di Teder che aveva convinto Papus a “sostenere il Martinismo con la Gnosi”, si trovò da allora attivamente “ mêlé” alla direzione dell’Ordine. Morto Teder due anni dopo (nel 1918) anch’egli senza aver indicato un successore (Bricaud asserì senza prove di aver avuto la successione verbale), il Patriarca gnostico ereditò il Gran Magistero.
È in questo periodo che iniziano le scissioni già cominciate dopo la morte di Papus, e che i potentati stranieri non riconoscono più il Gran Magistero francese proprio a causa del fatto che i Gran Maestri si moltiplicano. Si giunge così all’aberrazione già detta, cioè all’intervento di una società americana autoproclamantesi superiore alle altre, che “riconosce” e “manda” senza averne alcun diritto ma trovando persone che sottoscrivono quando in buona fede e quando per riceverne “riconoscimenti”… sui quali è meglio tacere che pronunciarsi.
Scriveva Jean Chaboseau, figlio di Augustin, che fu Gran Maestro di uno di questi numerosi Ordini Martinisti, forse il maggiormente legittimo, (quello detto Tradizionale) e che, peraltro, lo sciolse dichiarandolo irregolare come tutti gli altri sorti dalla scissione: “Dopo la morte di Papus non esiste più alcuna continuità per la presidenza dell’Ordine Martinista; Papus non aveva designato un successore e se certi membri elessero Teder, una gran parte non l’accettò. Victor Blanchard, allora segretario generale, che aveva firmato la successione di Teder come secondo Gran Maestro, rifiutò di seguire la sua organizzazione, veramente nuova, tanto per i riti che per la composizione e gli obblighi che imponeva ai suoi membri. A sua volta egli costituì un Ordine Martinista di cui fu riconosciuto Gran Maestro. Teder avrebbe designato Bricaud – ma altre persone pretendono che si sia proclamato egli stesso – e Bricaud ebbe per successore Chevillon. Assassinato questi, l’Ordine Martinista alla nuova maniera (dato che le tendenze massoniche si erano accentuate ed un’ibrida fusione si era costituita con varie organizzazioni) ebbe per continuatori i fratelli Dupont e Dabeauvais. Oggi, non si sa esattamente di chi essi siano i successori, malgrado le loro affermazioni di sole regolarità martiniste”.
Lo stesso Jean Chaboseau (pare sia stato aspramente criticato da Robert Ambelain per questa messa a punto) scriveva, nel 1945: “Alla morte di Papus si assiste ad una fioritura di membri del Supremo Consiglio Martinista che si proclamarono Gran Maestri, e si fecero riconoscere da frazioni di membri. Chi pubblica un rituale, chi intende mantenere il sistema delle libere iniziazioni, infine, non si accontenta della tradizione vecchia di un quarto di secolo ma vi apporta tali modifiche che si assiste veramente alla nascita di un nuovo Ordine. Riprendendo per suo conto le affermazioni di Papus, e pretendendo di essere il legittimo successore, costui pretende anche la filiazione regolare da Martines de Pasqually attraverso Iniziatori Liberi, che gliel’avrebbero trasmessa. Chiude, poi, l’Ordine così rinnovato, ai non massoni, esigendo dei gradi massonici per l’ammissione, escludendo le donne, fabbricando un rituale”.
È chiaro che Chaboseau intende parlare di Bricaud il quale, per la realtà storica, era stato ricevuto martinista soltanto nel 1901 per opera di Papus e Superiore Incognito nel 1903, e Martines de Pasqually non c’entrava per nulla.
Questa la realtà. Sorgono così l’Ordine Martinista (di Lione) con Gran Maestro Bricaud; l’Ordine Martinista e Sinarchico con Gran Maestro Blanchard; l’Ordine Martinista Tradizionale con Gran Maestro Augustin Chaboseau (padre di Jean); l’Ordine Martinista Rettificato con Gran Maestro Boucher; l’Ordine Martinista Martinesista con Gran Maestro Dupont, tanto per citare solo i principali sorti in Francia nell’arco fra la fine della prima guerra mondiale e l’inizio della seconda, e senza citare le scissioni americane, svizzere, olandesi, belghe e sudamericane. Di quelle italiane parleremo poi.
Cominciano ovviamente le polemiche e le ricerche di “riconoscimenti” anche da parte di organizzazioni che non posseggono alcun potere tradizionale, e tutti si rincorrono nella costruzione di genealogie che partono da Martines de Pasqually o dai suoi diretti successori (ne sorgono a diecine) ma che si riallacciano, tutte, rivendicandole, alla contemporanea discendenza da Papus. Tutti si richiamano ad organizzazioni estinte da almeno un secolo o due (ovviamente per apparire ancora più autentici di Papus) però sono tutti legittimi successori di Gérard Encausse!!!
Soltanto a titolo di curiosità, perché non è possibile ad uno storico che si ritenga obiettivo e non voglia avallare fantasiose per quanto nobili (almeno nelle intenzioni) e giustificabili invenzioni presentare ciò come credibile, riportiamo qui le principali genealogie apparse in quell’epoca e dopo l’ultima guerra e che tuttora circolano come autentiche. Resta invece ferma la realtà storica che il
capostipite del Martinismo moderno, inteso come Ordine organizzato, così come è concepito ed organizzato, con le sue nomenclature da tutti adottate, è Papus e che la sua successione non può essere che unica se si vuol rispettare la tradizione.

    Ordine Martinista Tradizionale: Martines, Saint-Martin, La Noue, Hannequin, Le Touche, Desbarolles, Boisse de Mortemart, A. Chaboseau, Papus, Michelet, Jean Chaboseau (ultimo Gran Maestro che sciolse l’Ordine nel 1947),
    Ordine Martinista di Lione: Martines, Saint-Martin, Chaptal, Bernois(??), Delaage, Papus,Teder, Bricaud, Chevillon.
    Ordine Martinista Martinesista: come al precedente e da Chevillon e Dupont.
    Ordine Martinista e Sinarchico: come quello di Lione fino a Teder, e poi a Blanchard.
    Ordine Martinista Rettificato: come l’O.M.T. fino ad A. Chaboseau dopo Papus, e da questi a Boucher, Fusiller e Aurifer (R. Ambelain).
    Ordine Martinista degli Eletti Cohen: Martines, Bacon de la Chevalerie, J.B. Willermoz (con agganci alla Stretta Osservanza ed ai Cavalieri Beneficenti della Città santa), Lagrèze, Aurifer.
    Ordine Martinista propriamente detto: discendenze dirette da Papus e suo figlio Philippe
    (con accordi del 1952 e 1958 e successivi con Dupont, Aurifer e Hermete (Ivan Mosca).

È da tener presente che tutti coloro che appartenevano alle diaspore di Papus e di A. Chaboseau, fino alla morte di Papus avevano sempre riconosciuta come legittima ed unica valida discendenza quella facente capo a lui (e da lui indicata fino agli Intimi di Saint-Martin) e convalidata dallo scambio di iniziazioni avvenuto nel 1888 tra lui ed Augustin Chaboseau. Genealogia che si può tracciare così:

Saint.Martin                                               Saint-Martin

Chaptal                                                      La Noue

Barnois (??)                                             Hannequin

Delaage                                                    La Touche

                                                                 Desbarolles

                                                                Boisse de Mortemart

Papus A.                                                 Chaboseau

                          Papus - A. Chaboseau

                          A. Chaboseau - Papus

                                       P a p u s

Alla morte di Papus tutti si ritrovano a rivendicare genealogie che risalgono addirittura a Martines de Pasqually e, contemporaneamente rivendicano l’iniziazione di Papus o della sua diaspora. Tutti, salvo Augustin Chaboseau che rivendica una discendenza diretta da Saint-Martin attraverso l’iniziazione ricevuta da sua zia Amélie de Boisse-Mortemart, e da Papus attraverso le scambiate iniziazioni.
Mentre rivediamo questi appunti (tracciati nel 1960) la gran parte degli Ordini fioriti dal tronco papusiano non esistono più o conducono vita stentata in Europa, mentre alcuni hanno preso piede e forza in America latina e negli Stati Uniti ma con indirizzo eterogeneo. Attualmente l’unico Martinismo che dovrebbe esistere in Francia è quello facente capo a Philippe Encausse che ha forti
propaggini in numerosissimi paesi. Segue un indirizzo mistico richiamandosi oltre che alla tradizione papusiana all’opera e all’indirizzo del Maestro Philippe (Maître Philippe di Lione).
Ed è quello che nel 1960, appunto, noi prevedevamo, augurandoci che tutto confluisse, almeno in Europa verso un unico indirizzo o anche su indirizzi non precisi ma simili, in una catena d’unione anche filiforme ma reale. Ecco quanto scrivevamo: “Attualmente dovrebbero esistere in Francia, vivendo piuttosto isolati e con un modesto numero di adepti l’Ordine Martinista, detto di Papus, che rivendicherebbe la sua discendenza da quello Tradizionale sciolto nel 1947 da Jean Chaboseau. Ne è Gran Maestro il figlio di Papus, Philippe Encausse, che conserva l’importantissimo archivio del padre. L’Ordine sarebbe stato “risvegliato” nel 1952; L’Ordine
Martinista Martinesista, che si ricollega ad una trasmissione fra Chevillon e Dupont (pare della Chiesa gnostica). Ne è Gran Maestro lo stesso Dupont; l’Ordine Martinista degli Eletti Cohen, Gran Maestro Robert Ambelain (Aurifer) “risvegliato” nel 1942 da Georges Lagrèze e Camille Savoir, successori legittimi – a loro avviso – di Jean-Baptiste Willermoz, attraverso la successione dei Cavalieri Beneficenti della Città Santa (Aurifer dixit). Quale che sia la loro legittimità, è tuttavia certo che sul piano dell’iniziazione martinista individuale tutti sono in regola, per cui in base alla regolamentazione stabilita nel 1891, dal Supremo Consiglio presieduto da Papus, non vi può esser dubbio sulla validità di ognuno di questi gruppi. Una cosa è l’iniziazione, un’altra l’organizzazione: questa è una distinzione sulla quale non vi possono essere dubbi. Ma è per lo meno riprovevole che ogni tanto ci sia qualcuno che abbia l’uzza di proclamarsi il Gran Maestro di questa o quella “sezione” martinista, commettendo, in definitiva, un attentato al mantenimento della catena iniziatica e ciò, purtroppo, porta danno anno anche alla iniziazione. Comunque ogni gruppo martinista purché sia iniziaticamente legittimo (e cioè che ogni suo membro abbia avuto regolari e tradizionali iniziazioni tramite chi ne aveva i poteri) si può organizzare come meglio vuole purché – come disgraziatamente succede – non si creino nuovi rituali e non vi si introducano elementi estranei anche se ritenuti – e chi può dirlo? – più vicini ad una presente ortodossia, tale perché riferentesi a sistemi e nomenclature sulle quali non si hanno né si potranno avere precise documentazioni, come del resto ci sembra di aver obiettivamente dimostrato. A nostro avviso sarebbe preferibile che, almeno teoricamente o su un piano di relazioni anche filiformi, tutto facesse capo ad un solo organo direttivo e disciplinare. Non entriamo nel merito perché il nostro compito dev’essere quello imparziale di storici. Ma se ci è peraltro permesso una parola di speranza, essa è quella che si possa ritornare, in un tempo non lontano, a quell’unione che per tanti anni rappresentò l’autentica catena di pensiero e di forza che Papus ed i suoi Martinisti si erano preposti”.
La situazione creatasi in Francia alla fine del secondo conflitto mondiale era quella che abbiamo esposto. Vari gruppi i cui capi – come diceva Jean Chaboseau – “oggi non si sa esattamente di chi siano i successori” rivendicavano Gran Magisteri di genere diverso. Fa testo, in proposito, una frase di Umberto Gorel Porciatti, che dopo aver tentato di prendere contatti in Francia con qualcuno, affermava che la confusione era tale e tanta da non capirci niente e quel poco che pareva ci fosse non dava alcun affidamento.
Il 4 aprile 1942 (scrive Robert Ambelain nel suo “Le Martinisme” pubblicato a Parigi, nel 1946 da Niclaus) un Superiore Incognito, Aurifer (cioè lo stesso Ambelain), dopo aver iniziato secondo la tradizione dei Liberi Iniziatori di Louis-Claude de Saint-Martin due altri occultisti (detto, pagina 162) formò un triangolo martinista che aveva per scopo “di risvegliare la tradizione
dell’Ordine degli Eletti Cohen, e di riprendere tutti i suoi lavori, compresi quelli teurgici”. Al triangolo fu imposto il nome di Bethelios che, secondo Ambelain avrebbe significato, oltre che “Betel, in ebraico la Casa divina”, anche “Beth, la luna e Hé (Helios), il Sole”.
Da questo inizio sarebbe sorto mediante la trasmissione ottenuta al “centro del Cerchio segreto di due nomi e dello Schin e circondato da otto nomi e otto lumi” (ibid. pag, 166) il potere sui diritti e doveri e sulle cariche “dei Cavalieri Eletti Cohen e Reau-Croix”. Non è il caso di discutere sulla legittimità di tale trasmissione dei poteri e gradi di un Ordine posto in sonno nel 1778 da Sebastiano de Las Casas successore di Martines de Pasqually, il quale Las Casas avrebbe dato ordine di consegnare i documenti ai Filateti di Savalette de Langes. Ma, rifacendoci sempre all’Ambelain (opera citata, pag, 149) dobbiamo constatare che “l’insegnamento occulto di Martines conseguentemente trasmesso nella corrente del XIX° secolo, da una parte attraverso gli areopaghi cabalistici composti di Eletti Cohen che non si erano conformati all’ordine di deposito degli archivi nelle mani dei Filateti e, dall’altra per qualche massone del Rito scozzese rettificato detentore delle istruzioni segrete di J.B. Willermoz e Cavaliere beneficente della Città Santa; infine per i Superiori Incogniti affiliati alla scuola di Louis-Claude de Saint-Martin, Questi ultimi diffusero in Francia, Germania, Danimarca e soprattutto in Russia la dottrina del Filosofo sconosciuto.
Erano questi i famosi iniziatori liberi che trasmettevano il “sacramento” dell’Ordine sotto la loro personale responsabilità, e senza dipendere da alcun gruppo. Ma lo stesso Ambelain, qualche anno dopo cambiò opinione. Nel marzo 1948 in un opuscolo da lui definito “complementare” a “Le Martinisme”, intitolato “Le Martinisme contemporain et ses véritables origines” concludeva: “Noi abbiamo dunque eliminato successivamente: a) – La filiazione di L.C. de Saint-Martin; b) – la filiazione di J.B. Willermoz, di cui nessuna testimonianza o documento storico ci sono pervenuti. Peggio ancora, non abbiamo incontrato tra questi che delle conclusioni contrarie. Ciò è grave per gli Ordini martinisti i quali, organizzazioni non massoniche, non possiedono più da allora, alcuna filiazione. Ecco il problema: che rimane del movimento lasciato da Martines de Pasqually e dove si può trovare una filiazione ritualistica indiscutibile ed ininterrotta? La risposta è precisa: in seno al regime scozzese rettificato”. Ambelain, dopo aver indicato sommariamente i documenti studiati, affermava: “Che il martinismo teorico sia ignorato dalla maggior parte dei massoni del regime scozzese rettificato; che quello pratico (cioè teurgico) lo sia egualmente dagli alti dignitari dell’Ordine interiore (scudieri o cavalieri beneficenti della Città Santa) è altrettanto indiscutibile.
Non è men vero che i martinisti contemporanei desiderosi di riattaccarsi realmente, nel senso iniziatico della parola, al vero martinismo storico, dovranno recarsi a ricevere la “luce” nel seno delle logge scozzesi rettificate. Ambelain, insomma, Gran Maestro dell’Ordine “risvegliato” appunto il 4 aprile 1942 con le operazioni di cui abbiamo detto, praticamente dichiarava che l’Ordine non esisteva per mancanza di filiazione ed esprimeva chiaramente la sua vocazione massonica. Ma dopo qualche tempo, la sua opinione cambiava ancora. Il 2 ottobre 1958, data questa che ha un’importanza storica in quanto è l’anniversario della morte di Papus, e contemporaneamente ha importanza cronachistica per i reciproci riconoscimenti fra gli Ordini Martinisti francesi e la creazione di una Camera di direzione degli Ordini Martinisti, Robert Ambelain pubblicava, sotto il suo nome iniziatico di Aurifer, un quaderno ciclostilato dal titolo: “Il martinismo contemporaneo e la sua filiazione”, nella cui prefazione scriveva: “in unaplaquette pubblicata nel 1948 ed intitolata “Il Martinismo contemporaneo e le sue veritiere origini” abbiamo tentato di dimostrare che la filiazione martinista attribuita a L.C. de Saint-Martin era, storicamente, più che dubbia. Crediamo di esserci pervenuti e, oggi, è ancora senza alcuna esitazione che ne rivendichiamo, in gran parte, le argomentazioni. Tuttavia, c’è un punto che la continuazione dei nostri studi e delle nostre ricerche storiche in materia di illuminismo ci ha permesso di studiare più particolareggiatamente e che è necessario a sua volta precisare, si tratta di quello dei rapporti fra la Massoneria rettificata e gli Eletti Cohen, nelle similitudini fra i Cavalieri beneficenti della Città Santa e dei dignitari del secondo Ordine”. Secondo il testo del quaderno, l’Ordine degli Eletti Cohen sarebbe stato perpetuato da Willermoz, nell’Ordine interiore della Stretta Osservanza (C.B.C.S.) i cui due gradi interiori
sarebbero stati in possesso per via di obbedienza massonica regolare alla massoneria scozzese rettificata la quale, peraltro, non possiederebbe i gradi segreti dell’Ordine interiore (Professi e Gran Professi) e, di conseguenza, le mancherebbe la trasmissione del martinismo di tradizione. Ma i Professi e i Gran Professi (sempre secondo l’Ambelain che con questi continui ripensamenti stava
ponendo in atto quanto vedremo poi) sono degli affiliati che hanno pronunciato dei voti in una religione e, alla sua origine, l’Ordine interiore di Willermoz era aperto soltanto ai cristiani. Ed ecco la soluzione data da Ambelain a questa sua nuova “scoperta”: “È dunque la Chiesa gnostica che può, perché incontestabilmente detentrice della filiazione apostolica, dare ai Cavalieri beneficenti della Città Santa la possibilità di ristabilire questa professione, scomparsa ai nostri giorni”. E concludeva: “Noi pensiamo dunque, che se la regolarità massonica amministrativa manca (e ciò si può facilmente ammettere) all’organizzazione martinista operativa moderna, ricreata nel 1943, essa possiede almeno una filiazione iniziatica regolare e incontestabile, che può provare, dopo J.B. Willermoz e prima di lui da M. de Pasqually, lungo il canale dei C.B.C.S. e possiede, in più, per i poteri d’ordine conferiti ad alcuni suoi alti dignitari della Chiesa gnostica, cioè di ordinare, in virtù della successione apostolica, altrettanto regolarmente di coloro che lo furono nel XVIII° secolo, e di farne dei Teurghi perché, non dobbiamo dimenticarci che questa successione (la gnostica) unisce il sacerdozio secondo Melkisedec a quello secondo Aronne” (E scusate se è poco. Nota di Aldebaran).
Di conseguenza, lungo un discorso di questo genere – nel quale si intrometteva la Chiesa gnostica della quale Ambelain rivendicava il Patriarcato proclamandosene il Primate, cioè il Papa – i neo templari della Stretta Osservanza sarebbero stati dei martinisti grazie a Willermoz, ed oggi quelli irregolari dal 1945 (risvegliati dallo stesso Ambelain, a suo dire) lo divenivano grazie ad Aronne e a Melkisedec.
Senza voler per questo, da parte nostra, calcare la mano in merito all’ignoranza in questioni martiniste degli Scudieri e Cavalieri beneficenti della Città Santa (come affermava lo stesso Ambelain nel suo “Le Martinisme contemporain…”) e alla già negata filiazione martinista di Willermoz. Restava, invece, perentoriamente negata quella di Saint-Martin del quale, però, Aurifer
e cioè Ambelain) traeva i suoi poteri di libero iniziatore, in virtù dei quali era sorto nell’aprile del 1942 il famoso triangolo Bethelios dal quale discendeva tutta la faccenda.
Qui è necessario inquadrare queste “rettifiche” di Ambelain nelle contingenze di quel periodo del 1958: si era alle porte della costituzione, in Francia, di una Camera di direzione degli Ordini Martinisti (pare che la promozione provenisse proprio dall’Ambelain) e, di conseguenza, si trattava di presentarsi come meglio si poteva per conquistare un posto di rilievo e, forse, quello di rilievo maggiore. Così, con l’ultima precisazione, il triangolo Bethelios passava in seconda linea e l’Ordine Martinista degli Eletti Cohen (di cui Aurifer si era proclamato Gran Maestro) risultava risvegliato, con lo studio dei documenti fatto in più riprese, il che è saggio, da Georgess Lagrèze e Camille Savoir, successori legittimi di J.B. Willermoz l’uno la successione dei C.B.C.S., con le nuove investiture, però, dei Professi e Gran Professi da parte della Chiesa gnostica del Patriarca Jean II (cioè Ambelain). Il gioco era fatto. Tuttavia, parrebbe che Lagrèze non fosse completamente d’accordo (almeno se si deve prestar fede a Jean Chaboseau) se nel 1945 fu proprio Lagrèze a convincere Augustin Chaboseau a risvegliare l’Ordine Martinista Tradizionale di cui era Gran Maestro fin dal 1939. Se non andiamo errati, proprio nel 1958, il giorno anniversario della morte di Papus, o qualche giorno intorno, fu costituita a Parigi la già citata Camera di Direzione degli Ordini Martinisti, nella quale entrarono a far parte lo stesso Ambelain come Gran Maestro dell’Ordine Martinista degli E.C., Philippe Encausse come Gran Maestro dell’Ordine Martinista Tradizionale
(risvegliato nel 1951) e Henry Dupont quale Gran Maestro dell’Ordine Martinista Martinesista che si ricollegava ad una discendenza che Dupont affermava risalire direttamente a Chevillon. Successivamente, morto Dupont, Encausse ereditò la successione martinesista e così, nella Camera di Direzione rimasero lui e Ambelain. Nel 1962, infine, la Camera decise la fusione dei due Ordini e
ne risultò l’Ordine Martinista composto dei primi quattro gradi (linea cosiddetta cardiaca) con Gran Maestro Encausse, e dei gradi Cohen (linea teurgica) con Sovrano Gran Commendatore Ambelain. Si era praticamente giunti, contro ogni tradizione martinista al Grand’Oriente martinista e al Supremo Consiglio Cohen, rito dei Martinisti.
Tale particolare formazione martinista ebbe i suoi rituali altrettanto particolari che, tuttavia – almeno per quanto appare dai documenti in nostro possesso e che in parte riproduciamo – furono ritenuti poco martinisti da una gran parte degli appartenenti ai primi tre gradi.
Non si conoscono, poi – almeno da parte nostra – i motivi per i quali Robert Ambelain (Aurifer Sup, Incognito) il 29 giugno 1967 abdicò dalla carica di Sovrano Gran Commendatore (Cerchio interiore: Cohen) in favore di Hermete Sup. Incognito (Ivan Mosca) fin allora suo sostituto. Quali ne siano stati i motivi non ha qui alcuna importanza. Importante è che tale abdicazione sia avvenuta regolarmente come risulta da una lettera circolare dello stesso Ambelain, in data 21 luglio 1967, in cui si dice: “Firmo per l’ultima volta come Aurifer, Sovrano Gran Commendatore dell’Ordine Martinista. Da tale fatto la promozione del Molto Rispettabile Fratello
Ivan Mosca diviene effettiva ed egli assume la responsabilità di Sovrano Gran Commendatore dell’Ordine che raggruppa gli Eletti Cohen”.
In conseguenza di questa nuova situazione e delle fondamentali differenze esistenti fra le vie impropriamente dette cardiaca e operativa, Philippe Encausse ed Ivan Mosca decisero, a far data dal 14 agosto 1967, di sopprimere l’ibrida unione posta in atto nel 1962 ridando così alle due vie la loro libertà come Ordine Martinista (non massonico come risulta dalla sua stessa natura oltre che dai suoi Costituti nonché dalle dottrine di Louis-Claude de Saint-Martin e dalle regole enunciate da
Papus, suo fondatore) e come ordine massonico dei Cavalieri Eletti Cohen dell’Universo. Di qui una revisione dei rituali del 1962 ed una circolare di Philippe Encausse, in data 5 aprile 1968, in cui egli quale Gran Maestro dell’Ordine Martinista affermava che: “l’appartenenza all’Ordine Martinista e la qualità di martinista implicano la credenza nella divinità di N.S. Gesù Cristo”.
Indubbiamente tale affermazione era un po’ troppo perentoria, forzando essa la libertà religiosa dei martinisti. Ma, a ben osservare, se la Chiesa gnostica – come si andava affermando in Francia – era la chiesa ufficiale del Martinismo, la divinità del Cristo (cioè dell’Inviato di Dio, dell’Unto, del Messaggero, del Salvatore) era indubbia e dogmatica. Visto, poi, che il Cristo dei
cristiani si identifica con Gesù (e il Martinismo tale identificazione confermava identificando il Pentagrammato – Iod, Hé, Schin, Vau, Hé – che, erroneamente si ritiene debba pronunciarsi Jeshouàh, che significherebbe Gesù, mentre non è pronunciabile), l’affermazione si poteva anche ritenere più che legittima almeno da parte del Gran Maestro.
Non la ritenne legittima Robert Ambelain, non si sa con quale diritto dato che aveva dimissionato dalle sue cariche da quasi un anno. Con una sua circolare – del tutto noncurante che Hermete ed Encausse, in piena sovranità, avessero dichiarato decaduto il protocollo del 1962 e che i due Ordini, diversi per spirito, nomenclatura, tipo di Iniziazione, caratteristiche associative, avessero ripreso la loro libertà di azione e che, di conseguenza i rituali del 1962 non avevano più alcuna ragione di esistere – Ambelain, indirizzandosi “A tous les Grands-Maitres, Grands Officiers, Maitres des Loges, Frères et Soeurs, des divers Ordres Martinistes Nationaux, aussi bien qu’aux Martinistes de l’initiation Libre, et démeurés indépendents” riproduceva parte (gli articoli 12 e 14) dei protocolli del ’62 e affermava fra l’altro:

    che l’Ordine degli Eletti Cohen, come si poteva facilmente constatare, aveva fatto importanti concessioni senza essere in grado di controllare la reciprocità;
    che, visto che la maggioranza dei membri del Supremo Consiglio aveva continuamente svolto una campagna contro il Marinismo operativo e la teurgia martinista, qualificando e lasciando qualificare nei suoi gruppi, tanto a Parigi che in provincia, questi studi e operazioni, di satanismo e di magia nera (…);
    che in questa maniera, e durante cinque anni detto Supremo Consiglio aveva deliberatamente violato l’impegno preso il 28 ottobre 1972;

per questi motivi, egli, Ambelain, decideva di creare in Francia con tutte le estensioni all’estero, l’Ordine martinista Iniziatico, dichiarando testualmente: “… le quel rassemblera désormais tous les Martinistes et Impétrants éventuels désireux de rejoindre, étudier, continuer, l’oeuvre de la pléiade dont Papus fut le conducteur incontesté”

Come si vede, dopo 26 anni (dal 1962 al 1968) e dopo aver scoperto e riscoperto discendenze e controdiscendenze, aver modificato e adottato vecchi e nuovi rituali, Robert Ambelain si accorgeva che la fonte del Martinismo era la libera iniziazione (e cioè la regola di Saint-Martin) e che la guida incontestata dell’ordine e quindi colui che lo aveva fondato, era stato Gérard Encausse, detto Papus.

Lasciamo perdere, perché non si tratta più di storia ma di polemica (e anche grossolana) la presa di posizione del 2 maggio 1968 dal gruppo “Eliphas Levi” di Parigi, e la lettera dello stesso Ambelain indirizzata il 26 giugno 1968 al Presidente ed ai componenti del Supremo Consiglio dell’Ordine Martinista a Parigi (a noi inviata in copia “bien affectueusement”). Non possiamo, peraltro, passar sotto silenzio – senza per questo emetter giudizi – che il cosiddetto ordine Martinista Iniziatico ha cessato – almeno in Francia – la sua attività essendo stato sciolto il 26 agosto 1974 con lettera del “Molto Illustre fratello Robert Ambelain” dalla quale risulta anche che tale Ordine continuerebbe “a perpetuare – sotto la guida di un nuovo Gran Maestro che risiederebbe
nell’America del Sud – la filiazione martinista russa”.

Non sappiamo quanti aderenti raggruppasse questa associazione sorta da un ritorno di fiamma di Aurifer e denominata “Ordine Marinista Iniziatico” quasicché gli altri non lo fossero: un gruppo, tuttavia, ne era stato il primo nucleo e, probabilmente, l’unico. Si tratta di quello al quale abbiamo già accennato, l’”Eliphas Levi” di Parigi, presieduto dalla signora Cristiane Buisset e composto, all’epoca – cioè nel 1968 – di altre sei o sette persone.

Non è però improbabile che tale gruppo, o alcuni suoi componenti, abbiano dato la loro adesione, o siano addirittura i fondatori di un nuovo Ordine che è sorto il 24 luglio 1974 a Parigi, con sede in Boulevard Bassières 31: l’Ordine Martinista Martinesista indipendente (!!!).

Note
19 Arturo Reghini, in “Atanor” nr. 4, aprile 1924, affermava che “Teder si fece eleggere all’unanimità da un Comitato direttivo che comprendeva tre membri di cui uno era lo stesso Teder”.
20 Il verbo mêler francese si presta a parecchie interpretazioni, la più frequente e generale è quella di “mischiare”, mescolare, ma si usa anche come “intrigare”, avviluppare, imbrogliare, arruffare, e “ficcare il naso”. Non abbiamo volute tradurre il termine usato da Chevillon (che certo voleva dire “a far parte indiretta”, ma che, certo, si è espresso in modo piuttosto ambiguo).
21 Sempre Arturo Reghini, nello stesso numero di Atanor del 1924, riferendo sulla successione di Teder scriveva: “Due anni dopo lo stesso Gran Maestro (Teder) moriva a sua volta in un ospedale di Clermont Ferrand, dove il signor Bricaud, come per caso, si trovava allora mobilitato in qualità di infermiere, il che gli permise di raccogliere la sua successione e di aggiungere un nuovo titolo a tutti quelli di cui già si fregiava”.
22 Le critiche di Ambelain non potevano mancare ma bisogna dargli atto ch’egli ha pubblicato le lettere di Jean Chaboseau, per intero (pagine da 172 a 175) nel suo “Le Martinisme”, Niclaus, Paris, 1946.
23 L’Ordine dei Cavalieri massoni Eletti Cohen dell’Universo, fondato da Martines non ha mai dato l’iniziazione diretta. In quanto Ordine massonico la trasmissione doveva essere effettuata per cooptazione, in nome dell’associazione.
24 Quando, dopo la costituzione dell’Ordine Martinista e Sinarchico da parte di Blanchard si parlò di prendere in esame un eventuale incontro fra i vecchi martinisti contrari alle linee assunte da Bricaud e lo stesso Blanchard, Augustin Chaboseau che doveva ricostituire l’Ordine di Papus (Martinismo tradizionale) nel 1931, rifiutò con la seguente frase: “Comment reconnaitrais-je Blanchard pour “Grand.Maître”, moi qui ai initié Papus en 1888?”. Tuttavia anche questa frase di Chaboseau non risponde esattamente al vero perché egli e Papus si scambiarono reciprocamente le iniziazioni ricevute.
25 Questo è anche il caso di Philippe Encausse. Attuale Gran Maestro del Martinismo in Francia, che rivendica l’iniziazione diretta da suo padre (imposizione delle mani).
26 Come Gruppo, ma, ovviamente, non come Ordine.
27 Lettera di Umberto Gorel Porciatti a Artephius (Archivio Ordine Martinista, Fondo Convento di Napoli.
28 A proposito della Chiesa gnostica cfr. G. Ventura: I Riti massonici di Misraïm e Memphis, capitolo III della seconda parte: “Dalle Piramidi alla Chiesa gnostica” e cap, I della terza parte, “Dalla Chiesa gnostica all’ateismo?
29 Le sottolineature sono di Aldebaran.
30 Come si vedrà poi, Ambelain abdicherà la Chiesa gnostica ed affermerà che il Cristianesimo ha fatto il suo tempo e così anche il Martinismo. Non si capisce come mai un uomo che si proclamerà – si vedrà poi – l’iniziatore di “tutti” i martinisti (non si sa su quali basi) possa aver cambiato tanto e continuamente di opinioni. E perché?
31 Lettera di J. Chaboseau, Gran Maestro dell’Ordine Martinista Tradizionale (datata settembre 1947) con la quale poneva in sonno l’Ordine e dava le dimissioni da Gran Maestro. Apud: Ph. Encausse: “Sciences Occultes” Ocia Paris, 1949, pag, 76.
32 R. Ambelain, con la stessa data, come Jean III (cioè Patriarca della Chiesa gnostica) abdicò al patriarcato in favore del vescovo André Mau…., primate della France Contée, che assume il nome di T. Andreas.
33 Con la stessa data del 14 agosto 1968, Ivan Mosca, firmando Hermete, avvalendosi dei suoi poteri poneva in sonno l’Ordine dei cavalieri massoni Eletti Cohen dell’Universo, scioglieva il Sovrano tribunale dell’Ordine ed il suo segretariato generale, aboliva tutte le cariche e funzioni gerarchiche e amministrative da lui concesse o dal suo predecessore R. Ambelain, bloccava tutti i lavori collettivi, annunciava lo studio di tutti i documenti posseduti e la convocazione avvenire di un Convento mondiale dopo che una speciale Commissione avrà emesso parere favorevole e che sarà stata verificata la presenza dell’Energia Primaria nei cerchi sacri ecc. ecc. (cfr.: “L’Initiation” n° 4, ott.-nov.- dic. 1968, pagine 230-231, e Archivio Ordine Martinista, Fondo Scissione 1971).
34 Precisiamo che i martinisti italiani non hanno mai riconosciuto alcuna chiesa ufficiale del Martinismo.
35 In effetti i cinque segni Jod Hé Schin Vau Hé non si leggono Gesù bensì (ammettendo che si possano leggere) Giosué. Gesù si scrive Jod Schin Vau e si legge Jeshua.
36 A scanso di equivoci si tratta dell’Ordine martinista scaturito dall’unione dell’Ordine Martinista Tradizionale e dall’Ordine Martinista Martinesista (facenti capo a Ph. Encausse) con l’Ordine Martinista degli Eletti Cohen fondato da Ambelain, e dall’ordine dei cavalieri massoni eletti Cohen dell’Universo.
37 Circolare del 29 aprile 1968 firmata da Ambelain come Gran Maestro della R+C kabbalistica (??) e da G. Buisset, come Gran Maestro Aggiunto dell’Ordine Martinista iniziatico (sic!).
38 Non si capisce perché tale campagna sia stata tollerata per cinque anni (dal 1962 al ’67) senza che R. Ambelain, allora Sovrano Gran Commendatore dell’Ordine, intervenisse.
39 Lettere circolari sono pervenute anche al Gran Magistero italiano, inviate dallo stesso Aurifer, e sono conservate nell’Archivio dell’Ordine sulla Grande Montagna.
40 Cfr.: “L’Initiation” nr. 3 (luglio-agosto-settembre 1974) rubrica “Informations martinistes et autres”.
41 Vedi nota nr. 8 e anche “Bollettino dell’Ordine Martinista nr. 12 (ott.-nov.-dic. 1974) rubrica documenti, pagine 5, 6, 7. Vedi anche Journal Officiel (Francia) del 13/X/74, dichiarazione alla Sottoprefettura di Mantes-la Joilie: “L’Associazione Ordre Martiniste Initiatique, decide la sua cessazione”.
42 Cfr. Réponse du Groupe E. Levi à la circulaire du 5 avril 1968, au président de la Chambre de direction (Arch. Ordine Martinista, Fondo Francia).

lunedì 6 maggio 2013

Note Storiche sul Martinismo 2 - Aldebaran

MARTINISMO MODERNO

La realtà è quella che segue.
Nel 1888 il marchese Stanislas de Guaita (1861-1897) che, grazie a Josephin Péladan (1858-1918) aveva abbandonato la poesia indirizzandosi allo studio di Fabre d’Olivet, Henri Kunrath, Jacob Böhme ed Eliphas Levi, fondò a Parigi, assieme al Péladan che probabilmente fu il promotore dell’iniziativa, l’Ordine Kabbalistico della Rosacroce rinnovata, il cui Supremo Consiglio era composto, oltre a Guaita e Péladan, dal dottor Gérard Encausse (Papus), Borlet, Adam, Gabrol, Thorion, Augustin Chaboseau, Marc Haven, Sédir e l’abate Alta. “Gli scopi apparenti di questa associazione (come scrisse lo stesso Guaita) furono lo studio e la diffusione dell’occultismo. In realtà si trattava di una società segreta d’azione per l’elevazione individuale e reciproca, la difesa dei suoi membri, la rovina degli adepti della magia nera, la lotta per rivelare alla teologia cristiana magnifici esoterismi di cui esso è pieno a sua insaputa”.
Papus, nato a Corona – Spagna – il 13 luglio 1865, morto a Parigi nel 1916) era stato iniziato nel 1882 agli “Amici (o Intimi) di Saint-Martin” da Henri Delaage (1825-1882) che lo aveva consacrato Superiore Incognito. Augustin Chaboseau, a sua volta, aveva avuto la stessa trasmissione nel 1886 da una sua zia, Madame Amélie de Boisse Mortemart. Nel 1888, poco dopo la fondazione della Rosacroce kabbalistica (almeno secondo lo stesso Chaboseau e, poi, Robert Ambelain) Papus e Chaboseau si scoprirono ambedue discepoli legittimi e regolari di Louis-Claude de Saint-Martin, e si scambiarono reciprocamente le ricevute iniziazioni. Di qui la nascita, reale e certa, dell’Ordine Martinista come tale, primo ed unico, collegato a quello della Rosacroce kabbalistica per entrare nel quale ultimo era necessario possedere il terzo grado martinista.
La documentazione in proposito è chiara ed inequivocabile.
Papus – come afferma Jean Chaboseau – fu l’anima e l’animatore di questo movimento.
“L’esistenza di un Ordine Martinista è un fatto preciso e tutti sanno che esso fu fondato da Papus, già iniziato alla tradizione di Saint-Martin. Egli raccolse intorno a sé dei martinisti già iniziati come lui individualmente, per dare corpo a quest’Ordine che nacque nel 1891”.
L’Ordine Martinista conobbe una tale attività internazionale che non si può più parlare, oggi, di Saint-Martin o di martinismo senza evocare l’esistenza dell’Ordine Martinista. I suoi fondamenti erano e sono i seguenti: Sistema iniziatico in tre gradi: Associato (ordine esterno); Iniziato e Superiore Incognito (ordine interno). I Superiori Incogniti potevano divenire Liberi Iniziatori
mediante particolari investiture. “L’Ordine è essenzialmente spiritualista, combatte con tutte le sue forze l’ateismo ed il materialismo, e, in collegamento con le altre fratellanze iniziatiche, combatte l’ignoranza e dà al simbolismo la grandissima importanza che gli compete in tutte le serie iniziazioni. Non si occupa di politica e tanto meno di questioni d’ordine religioso. Permette e facilita gli studi, mantenendo la più assoluta tolleranza”.
“Quando si ritiene opportuno ed il numero degli Iniziati è sufficiente, si costituisce una loggia martinista, che è di proprietà del suo fondatore con la sola condizione di obbedienza ai regolamenti dell’Ordine, e sotto la riserva delle modifiche speciali che ciascun Sovrano Delegato Generale, nominato dal Supremo Consiglio o dal Gran Magistero, può stabilire nei paesi stranieri.
Così, più logge martiniste possono federarsi per formare un Gran Consiglio martinista sotto l’autorità di un Sovrano Delegato Generale o Gran Maestro Nazionale o Regionale”.
Tale via fu seguita con successo in Italia e negli Stati Uniti d’America e, in quest’ultimo Paese fino a quando si addivenne a Bruxelles, nel 1934, alla firma di quel trattato sul quale ci si astiene personalmente dall’emettere giudizi ritenendo peraltro necessario riferire – come facciamo in nota - quanto ne ha detto Jean Chaboseau.
Si trattava, quindi, di un Ordine iniziatico, a carattere misto, organizzato in parte su basi apparentemente massoniche, in parte sulla falsariga di quelle platoniche e pitagoriche.
La storia del Martinismo, nel periodo che va dalla sua fondazione ufficiale (1891) alla morte di Papus (1916), è la storia dell’affermazione continua – certa fino al 1914, data dell’inizio della prima guerra mondiale – di un movimento spiritualista a carattere iniziatico di cui si sono avuti rari esempi. Papus lo presiedette ininterrottamente. Nel 1892, con decreto di Stanislas de Guaita, fu elevato a membro della Camera di direzione del Supremo Consiglio rosacrociano e Delegato Generale dell’Ordine della Rosacroce kabbalistica per dieci anni, e alla morte di De Guaita ne divenne il successore. Da allora, sia pur lentamente, l’importanza della Rosacroce kabbalistica diminuì grandemente fin quasi a scomparire e ciò in seguito all’affermarsi continuo del Martinismo.
Uno dei principali componenti del Supremo Consiglio Martinista, Charles Detré (Teder) – secondo quanto ha scritto Constant Chevillon – preoccupato del “reclutamento di adepti praticato senza discriminazione”, unitosi ad altri, si sarebbe affiancato a Jean Bricaud (morto nel 1934) che aveva conosciuto Papus nel 1901 ed era stato fatto Superiore Incognito nel 1903, e, nel 1908 era
stato nominato Patriarca della Chiesa Gnostica universale (di Lione) di discendenza spiritica. Subito dopo tale nomina il Bricaud intensificò le relazioni con l’Ordine Martinista, avvantaggiandosi dell’alleanza con Teder allora segretario generale dell’Ordine, vedendo in esso un vasto vivaio per la Chiesa gnostica da lui presieduta. Vale anche la pena di accennare alle successive scoperte di Bricaud – alla morte di Papus – in seguito delle quali egli si sarebbe trovato a discendere direttamente da Martines de Pasqually (ciò che in allora non gli era noto) discendenza questa storicamente inattendibile e realmente fastidiosa. Tuttavia Bricaud, appoggiato sempre da Teder e da altri martinisti massoni intendeva escludere le donne dai gradi di probazione, reclutare i
martinisti tra i maestri massoni (o di grado superiore) farne altrettanti adepti per la Chiesa gnostica di Lione. Si voleva, in altri termini, modificare le regole dell’Ordine, farne praticamente un rito della massoneria e un gruppo di fedeli gnostici con patriarca Bricaud. Un primo passo su questa strada si realizzò nel 1911 con la stipulazione di un trattato d’amicizia fra le Chiese Gnostiche e
l’Ordine Martinista. Qui è quanto mai necessario, per la precisione storica smentire categoricamente quanto affermano arbitrariamente tutti i testi sul martinismo pubblicati dopo l’avvento di Bricaud a Gran Maestro dell’Ordine Martinista di Lione, e cioè che la sua Chiesa gnostica sia diventata, dopo la firma di quel trattato, la Chiesa ufficiale del Martinismo. Il documento, segnato da Papus e da Jean II Bricaud, dice testualmente: “Entre les pouvoirs soussignés: 1°. Le Suprême Conseil del’Ordre Martiniste siégeant à Paris;2° Le Suprême Conseil du Haut Synode de l’Eglise gnostique universelle, siégeant à Lyon, représenté par leurs délégués munis des pouvoirs nécessaires, il a été convenu ce que suit : 1) – Un traité d’alliance est signé entre les deux Puissances ; 2) – L’Ordre Martiniste ne reconnaît comme Patriarche régulier de l’Eglise gnostique que Jean II, qui a été régulièrement consacré, muni de tous le pouvoirs de consécration et reconnu comme seul Patriarche ; 3) – Les évêques gnostiques consacrés par Jean II seront admis à titre de membres honoraires du Suprême Conseil Martiniste. Les membres titulaires du Suprême Conseil Martiniste seront admis à titre de membres honoraires du Suprême Conseil du Haut Synode de l’Eglise gnostique universelle ; 4) – Un centre de l’Eglise gnostique universelle sera organisé à Paris sous l’obédience du Patriarche Jean II, de Lyon. La Revue L’Initiation devient l’organe officiel de l’Eglise gnostique universelle. Le présent traité a été ratifié par les deux Puissances ci-dessous énoncées. A la suite de cette alliance fraternelle, tous les délégués martinistes qui voudraient faire partie de l’Eglise gnostique universelle sont prié de s’adresser au Suprême Conseil Martiniste. Papus, Jean II Bricaud».
Non vi è dunque alcun cenno che la Chiesa gnostica di Bricaud divenga la Chiesa ufficiale del Martinismo, il che non è neppur pensabile senza infirmare le basi fondamentali e programmatiche dell’Ordine, che – come già detto – dichiarano che esso « non si occupa di questioni d’ordine religioso » e « mantiene la tolleranza più assoluta ». Come, d’altronde, conciliare la presunta imposizione di una Chiesa ufficiale ai membri di un Ordine che ammette persone di ogni tendenza e culto purché non siano atei o materialisti? Come appare evidente dal testo dello stesso trattato vi fu sottolineato lo scambio di titoli a carattere onorifico e, per la verità, molteplici vantaggi per Bricaud e la sua Chiesa. Le conseguenze di questa pretesa ufficialità della Chiesa gnostica, ed il
richiamo al trattato – interpretato proditoriamente secondo la visione di Bricaud – nonché la promulgazione, nel 1913, di nuovi rituali di estrazione massonica, compilati dal Teder, provocarono ben presto quanto vedremo.

Note
13 Fondamenti dell’Ordine Martinista pubblicati a Parigi nel 1893. Va notato che essi sono sempre stati rispettati in Italia e furono la base sulla quale si addivenne, in Ancona, alla fusione dei gruppi isolati con l’Ordine Martinista sedente a Venezia sulla Grande Montagna.
14 Regolamenti complementari per i presidenti di Logge ed i Liberi Iniziatori, pubblicati nel 1893.
15 Cfr. Lettera di J. Chaboseau del settembre 1947 ai martinisti francesi: “Un’organizzazione internazionale che si pretende superiore a tutte le altre e che si presenta come abilitata (da chi non lo si saprà mai) a regolarizzare le società dette iniziatiche, ha incorporato a Bruxelles, nel 1934, il Martinismo: ha riconosciuto come solo “regolare” l’Ordine Martinista e Sinarchico di Blanchard e, nel 1939, fu quello presieduto da Augustin Chaboseau che, a sua volta, fu “riconosciuto”. I legami di questa organizzazione, la F.U.D.O.S.I. (Federazione Universale degli Ordini e Società Iniziatiche) con l’A.M.O.R.C degli Stati Uniti e diverse altre società analoghe, interdiscono ad ogni persona di buona fede di prenderle troppo sul serio”.
16 Anche per quanto si riferisce a quella parte dell’organizzazione che può apparire di natura paramassonica, va chiarito che si tratta di forme prese dalle organizzazioni cavalleresche e dalle religioni militari che, a loro volta, le presero da precedenti organizzazioni iniziatiche. Ragion per cui si può dire che il Martinismo, in quanto Ordine iniziatico si è richiamato alle antiche organizzazioni del suo tipo, come del resto è vero, e per niente affatto a quelle massoniche. Ciò accadde, invece, dopo che furono posti in uso i rituali del Teder ed i Costituti di Bricaud.
17 In effetti, fin dal 1893 due soli membri del Supremo Consiglio erano attivi: Papus e De Guaita e, in tal periodo e successivamente tutta l’attività dell’Ordine kabbalistico si estrinsecò nel rilascio dei diplomi di baccelliere e dottore inKabbalah. A dir poi il vero, tali diplomi si ottenevano con tesi che con la Kabbalah nulla avevano da dividere. (Cfr. G. Ventura: “La R+C del Tempio e del Graal e il Sâr Merodack Péladan” in Vie della tradizione – Palermo – 1974 Nr. 13.
18 Nel trattato si parla soltanto dei vescovi gnostici e dei membri del Supremo Consiglio martinista. Si accenna poi, nell’ultimo periodo ai “delegati martinisti” che “desiderano”. Non c’è alcun accenno ai martinisti dei tre gradi e, tanto meno al fatto che la Chiesa gnostica diventi chiesa ufficiale del Martinismo. Come si vede, si è trattato di una interpretazione errata, probabilmente voluta, alla morte di Papus, per ragioni di carattere reclutatorio che il Bricaud intendeva rivolgere verso determinati strati della Massoneria. In proposito si suggerisce di consultare qualche scritto sulla Chiesa gnostica nel bollettino nr. 3.

mercoledì 1 maggio 2013

NOTE STORICHE SUL MARTINISMO - Aldebaran

NOTE STORICHE SUL MARTINISMO
di Aldebaran
Nota della Redazione: Riteniamo di far cosa grata ai martinisti italiani pubblicando il Quaderno per il grado di Associato, pubblicato nel 1960 ed esaurito nel 1968. L’autore lo ha riveduto e completato sulla base degli avvenimenti verificatisi dal 1968 ad oggi e delle nuove documentazioni storiche scaturite dalle ricerche di vari studiosi. Come è noto il Quaderno fa parte del materiale di istruzione per il grado di probazione.
PREMESSE
L’equilibrio delle forze, la legge dei contrari, sta alla base del nostro credo, così com’è rappresentato dal simbolo dei due triangoli in opposizione che sta al centro del pentacolo universale del Martinismo. Ciò significa che non si può essere buoni martinisti se non si tiene nel debito conto il fatto certo che l’uomo è formato di spirito e di materia, che lo spirito contempera la materia impedendo all’uomo di essere un bruto, e che la materia trattiene lo spirito il quale tende a sottrarsi
alle leggi della materia alle quali l’Uomo, in quanto composto, appunto, di spirito e di materia, soggiace.
Su questa legge dell’equilibrio, che è sinonimo di obiettività, abbiamo tentato di stendere queste note storiche, spesso facendoci forza per non cedere alle tentazioni polemiche: i dati sono stati raccolti da pubblicazioni e documentazioni di provenienza assolutamente tradizionale, seppure anche di contraria tendenza; chi sa sceverare il vero dal non vero, la realtà dalla leggenda, la tradizione reale da quella derivata da motivi contingenti, molte volte giustificabili, riesce quasi
sempre – purché ricordi sempre il pentacolo martinista – ad individuare la verità. Ciò perché nessun martinista, ortodosso o eterodosso può mai dimenticare, anche se in preda allo spirito polemico, o succubo di motivi contingenti, che una è la tradizione sulla quale poggia tutta la sua fede.
Secondo fonti incontrollabili ma raccolte cento e più anni fa dai Maestri di Papus e da lui ritenute valide, nel 1720 lo svedese Emanuele Swedenborg, che si può considerare il padre di tutto l’Illuminismo del XVIII° secolo, inventore – fra l’altro – della pompa pneumatica a mercurio, sarebbe riuscito a coordinare i gradi della revisionata massoneria operativa coi preesistenti gradi di alcune Logge di perfezione (gradi riservati agli “accettati”) e con quelli derivati dalle società  alchemiche ed ermetiche facenti capo al venerando Ordine dell’Aurea Rosa Croce, costituendo in tal modo un sistema massonico-illuministico composto di dieci gradi in tre sezioni, l’ultima delle quali costituiva il cosiddetto Tempio interiore
  1.  sezione (massonica) con i gradi di Apprendista, Compagno, Maestro e Maestro Eletto (dall’1 al 4);
  2.  sezione (illuministica) o sezione dei Cohens, Compagno Cohen, Maestro Cohen (dal 5 al 7);
  3. sezione (attiva) o sezione dei Rosa Croce, con altri tre gradi: Primo Maestro Cohen (Grande Architetto apprendista Rosa Croce); Cavaliere Rosa Croce; Kaddosh o Rosa Croce Illuminato.
Le tre sezioni avrebbero seguito una dottrina basata fondamentalmente sui temi cari a Swedenborg: la prima avrebbe studiato la Genesi (creazione e caduta dell’uomo); la seconda, con carattere sacerdotale, si sarebbe dedicata allo studio delle scienze occulte; la terza, alla quale potevano essere ammessi soltanto coloro che dalla dottrina teurgia potevano passare alla realizzazione pratica, sarebbe stata riservata allo sviluppo ed all’esercizio dei poteri psichici supernormali.
In questo sistema, secondo il parere dei maestri dell’Ottocento sarebbero stati presenti tutti gli elementi ed i valori, sia essoterici che esoterici, esteriori ed interiori, visibili ed intelliggibili, di quanto le varie organizzazioni massoniche si proponevano di realizzare, ed appare chiaro che esso copre tutte le strade che le varie branche del moderno Martinismo abbiano preso in esame proponendosi di realizzare la reintegrazione individuale o quella universale. Le attuali strutture –
infatti – degli ordini martinisti (e, meglio, di quelli sedicenti tali) oggi esistenti, non fanno che ripetere, semplificato e modificato, il sistema che Swedenborg avrebbe creato nel 1720.:
MARTINEZISMO + MARTINISMO + WILLERMOZISMO
Accettando tale versione sarebbe storicamente errato far risalire il primo richiamo ai Cohen a Martines de Pasqually, dato che la gerarchia e addirittura le nomenclature sono pressoché le stesse di quelle di Swedenborg anche se lo scopo sia stato – così si sostiene, non si può dire con quanta obiettività – piuttosto diverso. La teosofia di Pasqually avrebbe mirato a procurare ai suoi adepti il diretto contatto, e cosciente, con gli esseri del mondo divino, e con questo contatto creare i
presupposti per la reintegrazione dell’essere umano al suo stato anteriore a quello della Caduta. Si sarebbe trattato di teurgia nelle sue forme interiori, da non confondersi con le evocazioni ed i comandi alle forze dell’invisibile, che rientrerebbero nella cosiddetta “magia cerimoniale”.
La preghiera, la meditazione, nonché l’esercizio della carità erano parti integranti della regola che prevedeva determinate pratiche riservate ai gradi più elevati, pratiche definite “verifica della presenza dell’energia prima nei nostri cerchi sacri” nel corso delle operazioni di quei gradi.
In merito a questo sistema massonico, noto sotto il nome di ordine dei cavalieri massoni Eletti Cohen dell’Universo, definito impropriamente martinismo, sarebbe più appropriato, anche se si potrebbe parlare di branca dello swedenborghismo, definirlo martinesismo come qualche storico lo ha chiamato indicando con tale parola la massoneria fondata dal Martinez, derivandola dal nome del fondatore.
Secondo Papus (dottor Gérard Encausse di cui parleremo a lungo più avanti) una prima modifica essenziale dell’Ordine degli Eletti Cohen (martinesista) sarebbe stata effettuata nel 1773 o 74 da Louis-Claude de Saint-Martin uno degli allievi preferiti di Martines (che nel 1771 aveva assunto la segreteria dell’Ordine e, praticamente, si interessava di tutta la corrispondenza) fra i quali erano anche Bacon de la Chevalerie, sostituto di Pasqually nel 1767 secondo Ambelain, e Jean
Baptiste Willermoz, negoziante lionese, massone di ogni tendenza e rito. L’Ordine dei Cohen sarebbe stato così modificato:
  1. sezione (o Tempio) 1-3 gradi massonici universali; 4 Maestro anziano; 5 Eletto; 6 Grande Architetto; 7 Muratore del segreto;
  2. sezione (o Tempio) 8 Principe di Gerusalemme; 9 Cavaliere di Palestina; 10 Kaddosh, o Perfetto.
 Si sarebbe trattato di un rito mistico-teosofico che sarebbe stato seguito dalla Loggia “Les chevaliers bienfaisants” di Lione dove, poi, il sistema sarebbe stato nuovamente rimaneggiato nel 1782 assumendo il nome di Rito scozzese riformato di Saint-Martin, con una nomenclatura di soli sette gradi: 1-3 gradi massonici universali; 4 Maestro perfetto; 5 Eletto; 6 Scozzese; 7 Saggio.
Si tratta sempre di ordini che accoppiano i sistemi massonici (primi tre gradi) a quelli teosofici, con gradi che effettuano operazioni cosiddette teurgiche. Ed è opportuno ricordare come i gradi teosofici e magici (o teurgici) seguano sempre i gradi massonici universali ragion per cui si potrebbe affermare che un massone del 3° grado aveva la porta aperta per accedere ai cosiddetti templi interiori, anche se non aveva avuto l’iniziazione massonica direttamente nell’Ordine. Di tal
considerazione è da tener conto per comprendere certe posizioni assunte nel nostro secolo da alcuni capi martinisti. Saint-Martin, iniziato al martinismo da tale Balzac, raggiunto il grado di Cohen, abbandonò l’esercito dove ricopriva il grado di luogotenente, e divenne – come già accennato – segretario di Martines a Bordeaux. Il 17 aprile 1772 fu iniziato al supremo grado di R+C, due settimane prima della partenza di Martines per Port-au-Prince, dove si recava a raccogliere un’eredità della moglie e dove morirà, due anni dopo, nel settembre del 1774.
Dalle opere di Saint-Martin (Des erreurs et de la vérité, 1775; Tableau naturel des Rapports qui existent entre Dieu, l’homme et l’Univers, 1782; L’homme de Désir, 1790; Ecce Homo, 1792;
Le Nouvel Homme, 1792, fra gli altri) si può agevolmente seguire il turbamento e la catarsi che si succedono nel suo animo. Saint-Martin – è chiaro – ha dei dubbi, e forti, sulle teorie teurgiche di Martines e su quelle spiritiche e contemporaneamente esteriorizzanti di Willermoz, e sta allontanandosi dalla massoneria, pur non potendosi dimenticare di essere massone. Si tratta, in sostanza, di massone mistico, che riprende il sistema delle iniziazioni rituali e dirette, a catena, “La sola iniziazione che io predico… è quella col cui mezzo possiamo entrare nel cuore di Dio e Dio può entrare nel nostro cuore”. Circa le evocazioni teurgiche il suo parere, dopo la “vittoria” cantata da Willermoz nel 1785 (29 aprile) quando “la cosa” o “l’agente sconosciuto” si manifestò in una seduta nel gruppo willermoziano (sembrerebbe che il “contatto” si sia avuto grazie all’intervento della canonichessa Maria Luisa di Monspey, detta Madame Vallière, che avrebbe in qualche modo fatto la parte del medium) è il seguente: “Une voie particulière s’est ouverte à Lyon en 1785. J’y fus appelé pour partager la récolte. Au milieu des nombreuses richesses qu’elle offrait, elle renfermait aussi de la fausse monnaie, et l’on a fini par s’en dégoûter ». E, poi : « Credo che questi tentativi che sono fuori dell’ordine stabilito dalla Provvidenza, possano avere delle conseguenze più funeste che favorevoli al nostro miglioramento ».
La linea da seguire quindi – secondo Saint-Martin, il Filosofo Sconosciuto – è quella individuale, non più quella collettiva. Scrive il barone di Gleichen nei suoi “Ricordi” parlando, appunto, di Saint-Martin: “Aveva delle reticenze insopportabili; si fermava sul più bello al momento in cui sembrava sul punto di rivelare uno dei suoi segreti. Egli ubbidiva ad una voce interiore che gli proibiva di rivelarli. Il suo gran principio era che, nel campo dello spirito, non si deve turbare la marcia dell’uomo. Si affaticava più ad allontanare i suoi discepoli che a cercarli, ritenendosi responsabile degli abusi che essi avrebbero potuto fare di ciò che egli insegnava”. Non va dimenticato che a questa trasformazione di Saint-Martin ha contribuito essenzialmente la sua conoscenza dell’opera di Jacob Böhme, il famoso teosofo tedesco.
È da qui, dall’iniziazione individuale svolta da Saint-Martin, trasmissione diretta, personale, fra “sconosciuti”, che il martinesismo di Pasqually si modificò nel martinismo di Saint-Martin e che a questi fu dato l’appellativo di “Filosofo sconosciuto”, ignoto, che lo indicherà come il ripristinatore della tradizione classica della trasmissione iniziatica da maestro ad allievo, o gruppo di allievi che, a loro volta, trasmetteranno quanto hanno appreso a nuovi allievi in modo che la “verità” non vada perduta.
Questo sistema trovò immediata rispondenza in Russia dove, peraltro, si organizzò in associazioni fin dal 1785.
Jean-Baptiste Willermoz, invece, come si è accennato univa alla passione per le operazioni “teurgiche” quella per le sciarpe massoniche e per gli altisonanti appellativi che le accompagnano.
La sua iniziazione al neo-templarismo tedesco del barone von Hund altrimenti noto come Ordine della Stretta Osservanza templare, lo portò ad interessarsi principalmente di questioni di ordine pratico, amministrativo ed anche politico. I suoi contatti con il Grande Oriente di Francia, costituito nel 1773 e tendente a sottrarre le logge massoniche francesi all’influenza della Grande Loggia d’Inghilterra, ai gruppi “scozzesi” ed alla stessa Stretta Osservanza, la quale ultima si andava imponendo in Europa, lo spinsero a studiare e porre in atto un piano che potesse esautorare la supremazia anglosassone e tedesca, accentrando in Francia, su motivi pseudo umanitari e sociali, la supremazia delle associazioni segrete a carattere speculativo.
Era il tempo degli enciclopedisti, origine di lieviti politici e sociali: la preminenza della nobiltà e del clero e, spessissimo di principi regnanti o di loro rappresentanti nelle logge massoniche, tendeva ad essere sostituita dai rappresentanti della borghesia, avvocati e medici imbevuti di teorie sociali e di errate interpretazioni del periodo classico, culla – a loro avviso – del naturalismo anche estetico e della democrazia.
Indubbiamente Willermoz (ricchissimo negoziante) agiva in perfetta buona fede, ma la sua collusione a Wilhemsbad col barone Knigger, deus ex-machina della Società degli Illuminati di Baviera (la prima associazione a carattere comunista), fondata nel 1775 da Adamo Weishaupt ed alla quale si vuole abbiano appartenuto alcuni dei futuri capi della rivoluzione francese, dimostra com’egli sia rimasto vittima della sua stessa esasperata volontà di sottrarre la Francia occultista alla
supremazia straniera, e delle sue smisurate ambizioni.
Willermoz che, con Saint-Martin, aveva dato grande impulso all’Ordine degli Eletti Cohen di Martines, volle impossessarsi della Stretta Osservanza, asservendola al martinezismo. Al Convento di Lione, nel 1778, da lui convocato, furono gettate le basi per l’affermazione del grado di Cavaliere beneficente della Città Santa, nono grado dei Cohen nella Loggia di Lione.
Quali siano state le conseguenze di questa “missione Martinesista” (che qualcuno insiste a chiamare martinista) portata da Willermoz in seno alla Stretta Osservanza, apparirà chiaro quando il neo-templarismo (o, meglio, pseudo templarismo) tedesco sarà travolto, in Francia, alla vigilia della rivoluzione, e ne resteranno soltanto alcuni riti rimaneggiati come, ad esempio, il cosiddetto rito scozzese rettificato, di cui dovremo riparlare.
Non è il caso, in un saggio di modestissima mole come queste “Note”, di entrar nel merito o nell’analisi di argomenti che porterebbero assai lontano, con risultati tutt’altro coerenti con quella obiettività che ci siamo proposta sul pieno rispetto del simbolismo dei triangoli contrapposti. Resta comunque sufficientemente chiaro, da quanto sommariamente sopra esposto, che tre sono i filoni dai quali può discendere, più o meno legittimamente, il Martinismo contemporaneo se ci si vuol perdere, appunto, nella selva delle discendenze quanto mai arbitrariamente documentate; Martinesismo (Eletti Cohen di Martines de Pasqually, ordine massonico sorto sulla pretesa nomenclatura swedenborghiana grazie alla patente concessa da Carlo Edoardo Stuart al padre di Martines); Martinismo sulla base degli insegnamenti di Saint-Martin e della restaurata tradizione classica della trasmissione iniziatica diretta, personale, alla quale, poi, tutte le associazioni martiniste più o meno legittime si richiameranno per dimostrare la loro regolarità; Willermosismo, miscuglio di massoneria pseudo-templare e di martinesismo degli Eletti Cohen che, col grado di Cavaliere beneficente della Città Santa, aveva modificato il neo-templarismo tedesco nella cosiddetta Massoneria di rito scozzese rettificato.
Come vedremo più avanti, di questi tre filoni, l’unico che abbia effettivamente conservato il suo afflato cristiano, che sta alla base dell’autentico martinismo, è quello di Louis-Claude de Saint-Martin, pur ammettendo che negli altri, e particolarmente nel willermosismo, esiste una notevole ed importante funzione di carattere organizzativo, derivata dagli agganci alla massoneria. Funzione che tuttavia, tende a caratterizzare massonicamente i gruppi che al willermosismo si ispirano. Appare poi evidente che, con l’avvento della rivoluzione, gli ordini massonici ed illuministi sono dispersi.
Storicamente è assai difficile provare che cosa sia accaduto in quel periodo in Francia: Martines era già morto a San Domingo; Saint-Martin, ormai completamente abbandonate le logge massoniche, sempre più si isolava nello studio del Böhme; Willermoz, morto nel 1824, sparisce dalla circolazione con l’autoscioglimento del Grande Oriente di Francia nel 1793.
La ripresa – salvo l’apparire di alcune logge giacobine ai tempi del Direttorio – è del 1801 con l’avvento del Rito scozzese antico accettato che, in America, aveva rimaneggiato la nomenclatura del cosiddetto Rito di perfezione o di Heredom in 25 gradi, seguito dalla Loggia degli Imperatori d’Oriente e di Occidente, sorta dal Capitolo di Clermont, aggiungendovi altri sei gradi fra cui quello di cui era stato insignito come incarico ispettivo (Grande Ispettore generale, al quale fu aggiunto il titolo di Sovrano) Stefano Morin, dagli stessi Imperatori, quando egli partì per la Luisiana, pare nel 1762. Nel 1801 il conte de Grasse Tilly, ufficiale francese rientrato da Port au Prince, dopo la rivolta degli indigeni, in possesso di una patente del Supremo Consiglio di Charleston, eresse a Parigi il primo Supremo Consiglio europeo del Rito.
È qui che si pone un interrogativo: quanti autentici martinisti parteciparono alla riorganizzazione dello Scozzesismo? In proposito, pur senza prove e senza logiche connessioni, alcuni autori, fra cui alcuni capi martinisti moderni, sostengono la connessione dello Scozzesismo col Martinismo. Il Soro, ad esempio ed il Porciatti.
A nostro avviso, nonostante il parere contrario di Arturo Reghini sulla questione pitagorica, noi riteniamo – e ci basiamo su dati di fatto e non su motivi di simpatia o, peggio, di “spirito di corpo” (massonico) – che la riorganizzazione della massoneria durante il periodo in cui gli eserciti repubblicani invasero l’Europa, sia proprio da accreditarsi ai martinisti del rito egiziano detto Arcana Arcanorum (o Scala di Napoli) in quali raccolsero in un Ordine massonico denominato
“Antico e primitivo rito di Misraïm seu Aegypti” i 66 gradi “scozzesi” (alti gradi) noti in Europa, ponendoli sopra i tre gradi universali ed aggiungendo ad essi due serie di gradi, una definita mistica con quattro classi, ed una con tre classi, di cui l’ultima, comprendeva i gradi di Napoli, kabbalistici e martinisti.
L’Ordine, probabilmente sorto a Napoli ad opera del Cavaliere d’Aquino, fratello del principe di Caramanica Gran Maestro della massoneria napoletana, appare a Venezia ai tempi di Foscolo (1796-97) poi a Milano; nuovamente a Venezia nel 1801 e poi in Francia ad opera dei fratelli Bedarride che, tuttavia, ritennero opportuno sostituire i quattro rituali dell’Arcana Arcanorum con altri quattro rituali più semplici e che risultavano soltanto kabbalistici.
Non è possibile, qui, prendere maggiormente in esame questa ipotesi ma è certo che passano circa una sessantina e più anni prima che si risenta parlare di Martinismo: si deve giungere al dottor Gérard Encausse (Papus) nato a Corona (Spagna) il 13 luglio 1865, morto a Parigi nel 1916, e all’anno 1888, quando, per un insieme di circostanze che fanno capo alla costituzione, in Francia, dell’Ordine kabbalistico della Rosa Croce, la regola e le trasmissioni secondo Saint-Martin riapparvero con la giustificazione della necessità di “un vivaio” di persone altamente qualificate che potesse procurare gli esaminandi per i gradi della Rosa Croce suddette. Anche a questo proposito si potrebbe scrivere un intero volume di ipotesi più o meno esatte e qualcuna anche abbastanza documentata come quella, ad esempio, della necessità di ricomparsa del martinismo secondo Saint-Martin per combattere il disfacimento delle associazioni massoniche in generale ed anche,
purtroppo, dei riti ortodossi di Misraïm e di Memphis, i quali, in seguito alla continua guerra subita da parte delle conventicole massoniche più forti (Grande Oriente e Gran Loggia scozzese) erano caduti in mano a persone scarsamente qualificate o si erano posti “in sonno” in attesa di tempi migliori.
Prima di passare a sintetizzare la storia del Martinismo moderno, così come noi lo conosciamo ed alle cui dottrine, sistema e scopi ci atteniamo, al quale oggi è necessario richiamarsi (e tutti lo fanno) al fine di poter stabilire una propria reale legittima filiazione, ci sembra opportuno ricordare, con Jean Chaboseau (figlio di Augustin Chaboseau che si scambiò, nel 1888, le iniziazioni di Louis-Claude de Saint-Martin, con Papus) che “l’Ordine fondato da Martines de Pasqually disparve ufficialmente ed ufficiosamente al Convento di Wilhelmsbad e che, composto di massoni, aveva uno scopo ed un metodo di lavoro del tutto particolari. Saint-Martin non ha mai continuato quest’Ordine che, d’altronde, non esisteva come ordine martinista. Come, del resto, lo avrebbe potuto fare lui, che aveva dato le dimissioni da tutte le società massoniche con la nota lettera del 4 luglio 1790, e che cominciò a propagare il suo sistema personale soltanto tre anni dopo, nel 1793? Quanto a Willermoz, preoccupato della massoneria speculativa, consacrò la sua attività, dopo la morte di Martines, alla massoneria scozzese rettificata, regime scozzese dissidente ma sempre massonico”.
Resta dunque, e soltanto, il metodo ritenuto “nuovo” ma invece vecchio quanto il mondo e quindi tradizionale, della trasmissione diretta, che nulla ha a che fare con i Cohens, ma forse, con la Società dei Filosofi Ignoti alla quale si vorrebbe – e chi lo può dimostrare? – abbiano appartenuto Khunrath, Gitchel, Salzmann, Böhme e sulla quale – almeno si ritiene – Saint-Martin plasmerà il gruppo che passa sotto il nome di “Società degli Intimi di Saint-Martin”, come è comprovato da una lettera del professor Koëster, del 1795. Ne consegue che la stessa targa impressa nel 1897, relativa all’Ordine Martinista – l’unico, cioè quello di Papus suo fondatore – targa che proclama la continuità dell’Ordine da Martines de Pasqually, attraverso Saint-Martin e Willermoz, fino a Papus, altro non è che un documento quanto mai incerto e, probabilmente, di pura fantasia, impugnato dal nobile desiderio di giustificare l’organizzazione di un Ordine fin allora inesistente come organismo amministrativo e burocratico, col richiamo di più antiche formazioni illuministe.
Note
1 Nato a Stoccolma nel 1688 e morto nel 1772, fu ingegnere reale di Carlo XII ° di Svezia. Dichiarò l’origine solare dei pianeti prima del Buffon. Astronomo ed astrologo di fama internazionale fu anche rinomato come veggente. Si interessò di teosofie lasciando numerosi scritti.
2 Queste notizie sono riportate da varie fonti ma, evidentemente, non sono certe, ma fanno parte ella “mitologia” massonica.
3 Analogamente, quasi tutti i sistemi massonici ed illuministici ebbero poi, i loro Templi interiori, dai neo templari agli pseudo templari; dai vari “riti” sorti in Francia nel corso del secolo XVIII°, all’Ordine di Misraïm-Memphis col suo Tempio Mistico, anticamere dell’ultimo grado.
4 Martines avrebbe presentato alla Gran Loggia di Francia una patente che il pretendente d’Inghilterra Carlo Edoardo Stuart avrebbe rilasciato a suo padre nel 1738 (è del 1737 la comparsa in Francia del cav. De Ramsay, agente del
pretendente Stuart che recluta adepti in una massoneria “scozzese” con gradi templari). Secondo l’atto di nozze della vedova di Pasqually, Margherite Collas con il capitano di vascello Jean Dolabarats, ella risulta vedova del “nobile Jacques de Lyoron Latour de Lacaze Joachim dom Martines Pasqualy. Non si sa bene come sia saltato fuori questo cognome: Martines risulta battezzato e professante la religione cattolica ma, secondo Robert Amadou, suo padre, dal nome incerto, era nato ad Alicante nel 1761 ed era un ebreo sposatosi con una cattolica, Suzanne Dumas de Rainau a Bordeaux.
5 Tale modifica non è provata da alcun documento. Tuttavia durante la permanenza di Martines a Port-au-Prince,
Saint-Martin, come segretario generale dell’Ordine ne aveva si può dire, la direzione. Con la morte di Martines e la messa in sonno dell’Ordine degli Eletti Cohen, Willermoz ne continuò in parte i lavori assieme a Saint-Martin, a Lione, nella Loggia “Les chevaliers bienfaisant” della Stretta Osservanza templare.
6 L’atto di morte di Martines, ritrovato al Ministero delle Colonie francesi dice: “Oggi ventuno settembre
millesettecentosettantaquattro à stato sepolto nel cimitero il corpo di M. Joachim Dom Martinez de Pascali Delatour scudiero, nativo della parrocchia di Nôtre-Dame della città e diocesi di Grenoble di circa 48 anni, sposato a Bordeaux con la signorina Colla”.
7 Martinesismo, da Martines; Martinismo, da Martin.
8 Sulla questione del Martinismo in Russia, sulla quale in questi ultimi anni si sono fatte speculazioni, vale la pena di allungarsi con una nota particolareggiata. Le teorie di Saint-Martin, non ancora completamente liberate dalle influenze massoniche e dalle esperienze martiniste, furono portate in Russia dal principe Kourakine, diplomatico russo a Parigi che aveva conosciuto Saint-Martin legandosi con lui in fraterna amicizia. Secondo la cosiddetta “Tradizione Novikov” (mss. del XVIII° e XIX° secolo esistenti al Museo Pouchkine (già Alessandro III°) di Mosca) Nicola Novikov, ex ufficiale della Guardia, che aveva partecipato al colpo di stato che portò sul trono Caterina IIa, avrebbe avuto la trasmissione diretta da Kourakine intorno al 1780, ed avrebbe fondato un gruppo importante che, con alterne vicende, si sarebbe affiancato alla massoneria seguendone le sorti nel 1791 quando Novikov sarebbe stato processato e rinchiuso nella fortezza di Scliselburgo l’anno successivo. Nel 1803 il martinismo russo, capeggiato da tale Labzine, avrebbe ripreso la tradizione di Novikov separandosi dalla massoneria. Dopo il secondo viaggio di Papus in Russia (1905) e l’istituzione di un Supremo Consiglio Martinista per la Russia di cui fu Delegato generale il dottor Czynski Czeslav
(Punar Bhava) il martinismo russo si interessò principalmente di occultismo, spiritismo e “scienze” del genere. Nel 1922 un gruppo di rifugiati a Parigi, sotto la direzione di Serge Marcotoune, avrebbe ottenuto da Jean Bricaud la conferma della sua appartenenza al Supremo Consiglio Martinista d’Ukraina.
9 Verso il 1750 il barone Karl Gotthel von Hund, signore di Altengroktau e di Lips, iniziato in massoneria nel Capitolo di Clermont, in Francia, aveva fondato L’Ordine della Stretta Osservanza templare rimettendo in piedi l’organizzazione
del Tempio con le sue nove province storiche.
10 Al Convento di Wilhelmsbad (1782) furono convocate tutte le potenze massoniche europee che seguivano in
qualche modo il cosiddetto sistema “scozzese” o degli alti gradi. A conclusione del Convento il grado di Cavaliere beneficente della Città Santa fu accettato “come il punto di comunicazione fra l’ordine esterno e l’ordine interiore della Stretta Osservanza”. Willermoz aveva ottenuto quanto desiderava.
11 È assolutamente falso che Saint-Martin, già ufficiale del Re, nobile di nascita, mistico cristiano, sia andato a far la guardia al Tempio durante la prigionia dei Sovrani. Ed è pure falso quanto afferma Louis Blanc nella sua “Storia della
rivoluzione” che il trinomio Liberté, Fraternité, Égalité, sia stato inventato da Saint-Martin. In proposito vale la pena di citare questo breve brano di A. Franck tratto dalla “Filosofia mistica in Francia nel XVIII° secolo”: “Un uomo che, sotto il regime del Terrore, era assorbito da tali letture (Böhme) non era certo pericoloso per la rivoluzione. Ciò nonostante Saint-Martin faceva ombra alle autorità di allora. Un mandato di comparizione fu spiccato contro di lui, ed egli fu sul punto di comparire davanti al tribunale rivoluzionario, come dire salire sul patibolo, quando la caduta di Robespierre e la reazione termidoriana giunsero in tempo a salvarlo”.
12 “Il Gran libro della Natura” dove si sostiene che il Martinismo è il complemento del Rito Scozzese; il “Martinismo e la sua essenza” dove si dice che il Martinismo se non proprio un duplicato dello Scozzesismo ad esso ha sottratto
qualcosa.