venerdì 24 maggio 2013

Note Storiche sul Martinismo 9 - Aldebaran

D O C U M E N T I
SULL’ORDINE MARTINISTA ANTICO TRADIZIONALE ED ALTRI

Veniamo, ora, al “Martinismo” di Lione, attraverso il grado più elevato, quello di Reau-Croix. Ci rifacciamo sempre alle documentazioni provenienti da Robert Ambelain. Esiste una lettera di Ambelain, datata Parigi, domenica 21 febbraio 1960, diretta a colui che lo stesso Ambelain indicò anni dopo come: “l’inénarable Vitali”, dalla quale si possono trarre, con quel che segue, inaspettati insegnamenti. La lettera inizia con questo preambolo: “Questa lettera, importantissima per la storia vera del Martinismo, ti è inviata sia quale Segretario generale dell’Ordine Martinista detto di Papus (francese, NdR), sia come Ispettore generale dei Cerchi Cohen Associati, provenienti dall’Ordine Martinista degli Eletti Cohen”.
Essa tratta di varie questioni e comincia con la Chiesa Gnostica. Pare che qualcuno avesse criticato Ambelain di “ribellione” agli gnostici di Lione che rivendicavano la supremazia e la direzione della Chiesa. “A queste accuse sbalorditive – scrive Ambelain – io rispondo così: 1° non avendo ricevuto la Successione apostolica nel quadro della loro Chiesa cattolica neo gnostica, detta Chiesa di Lione, non essendo mai stato suo membro, non sono obbligato ad alcuna disciplina e sono libero di fare ciò che mi piace, a fortiori, di costituirne una, ciò che ho fatto nel 1953”.
Si potrebbe polemizzare senza fine ma la dichiarazione si commenta da sé. Ma, se quel capoverso al nr. 1 non bastasse, a quello nr. 3 scriveva: “Designato dal Patriarca della loro Chiesa (Notiamo la contraddizione con quanto detto al nr. 1 – NdR), S.B. Monsignore Charles-Henry Dupont a succedergli, io non potrei essere un ribelle né in avvenire, né in mezzo ad essi. Credo, piuttosto, che nelle circostanze, la loro accusa di “ribellione” si potrebbe applicare piuttosto a loro, dato che essi contestano una decisione del loro Patriarca”.
E passiamo all’Ordine kabbalistico della Rosa-Croce, fondato da Péladan, Stanislas De Guaita e poi passato a Papus. E qui, uscito dalla porta – come abbiamo visto nella precedente puntata – Lagrèze (Mikaël) rientra dalla finestra. Scrive Ambelain: 1° Ricordiamo prima di tutto che Lagrèze fu per Teder 117 ciò che io fui per Lagrèze, l’erede e legato della maggior parte delle iniziazioni ch’egli aveva ricevuto. Fu Teder l’iniziatore di Lagrèze al Martinismo, a Londra. Successivamente egli divenne Ispettore principale dell’Ordine Martinista, membro del Supremo Consiglio nominato da Papus e noi abbiamo nel nostro archivio la foto della sua patente firmata dallo stesso Teder 118. Nell’Ordine della Rosa Croce egli fu, vivendo Papus e, poi, vivente Teder, membro dell’Ordine e della sua Camera di direzione”. Dopo aver affermato che i documenti furono consegnati a Lagrèze e non a Bricaud, al nr. 2°, Ambelain proseguiva: “d’altronde, quali erano i rapporti fra Teder e Bricaud? Non abbiamo visto che qualche rara lettera di Lagrèze che parla di Bricaud. Teder stimava in Bricaud la sua devozione e il suo zelo e la sua sincerità. Per contrapposto, massone e occultista prima di tutto, Teder si beffava (se moquait, nel testo francese – NdR) di Bricaud, “discepolo di Vintres” 119, gli rimproverava d’aver creato la Chiesa del Carmelo d’Elia, poi la Chiesa Joannita (assai prima la Chiesa cattolica neo-gnostica, e di “giocare al curato” (sic)”.
E qui viene il resto del conto: “Per questi motivi – scriveva l’Ambelain – per tutte le diversità di rapporti fra Teder e Lagrèze, e fra Teder e Bricaud, noi crediamo ch’egli confidò effettivamente a Lagrèze la cura di restaurare 120 l’Ordine kabbalistico della Rosa-Croce al momento opportuno” e ciò perché mai vivente Teder, Bricaud fece parte dell’Ordine della Rosa Croce (…). Noi possediamo un documento che prova come Bricaud ricevette, dopo la morte di Teder, undici anni dopo, da un membro della Rosa-Croce kabbalistica che non si è mai potuto identificare, la filiazione di quest’Ordine. Questo anonimo iniziatore l’avrebbe ricevuta da un greco di nome Semelas, agente segreto tedesco durante la guerra del 14-18. Questo Semelas pretendeva essere la reincarnazione dell’apostolo Giovanni” (e sorvoliamo sul resto perché veramente dimostrativo di quale pazzia si tratti).
Ma c’è qualcosa che, sul piano reale e non su quello delle fantasmagorie, ci interessa: ”Se Teder avesse realmente designato Bricaud quale suo successore alla testa dell’Ordine Martinista, si potrebbe avere ancora qualche speranza ch’egli lo avesse egualmente designato per la Rosa-Croce. Ma ciò non è vero (il n’est rien, nel testo francese – NdR), e l’allegato a questa lettera lo prova senza alcuna contestazione possibile. Dunque, che rimane? Nulla…”.
E passiamo al Martinismo di Lione, col grado di Reau-Croix di cui alle dichiarazioni del cosiddetto Gran Maestro dell’ancor più cosiddetto Ordine Martinista Antico e Tradizionale, Ordine, quello di Lione, del quale Bricaud fu Gran Maestro fino alla sua morte.
Scrive Ambelain nella citata lettera:
“Quanto ai diritti che Bricaud ha allegato sulla Gran Maestranza dell’Ordine Martinista alla morte di Teder, ecco diverse testimonianze che ho potuto raccogliere. Uno dei testimoni è ancora vivente, qui, a Parigi… Il fratello Nicola Choumitsky, di antica famiglia martinista russa, Cavaliere beneficente della Città Santa, allievo e discepolo di Carlo Barlet, mi ha detto questo: “Sono tornato in Francia nel 1910. Teder era morto. Ho chiesto a Chacornac padre chi era allora il Gran Maestro dell’Ordine Martinista. Chacornac mi rispose: Blanchard…. Presi allora contatti con Blanchard. Un incontro fra Bricaud e Blanchard fu allora organizzato, ed ebbe luogo in un caffè. Bricaud giunse solo, portando in un quadro di vetro un testo affermante che Teder lo designava per suo successore. Blanchard, che era giunto con alcuni membri del suo Supremo Consiglio, fu preso da una violenta
collera. Dopo un attento esame, l’avviso unanime fu che il documento non era autentico. Bricaud lasciò l’impressione di un uomo superficiale, senza alcuna spiritualità. Io mi rivolsi allora a Barlet e gli chiesi chi era il vero successore di Teder. Egli sorrise e mi disse che il Martinismo era “un cerchio la cui circonferenza si trovava dappertutto e il centro in nessun luogo…”. Egli voleva dire
che non c’era alcun Gran Maestro. Successivamente la signora Detré (Teder si chiamava Detré) mi disse che suo marito non aveva potuto designare un successore, perché egli non credeva affatto di morire! A suo avviso, egli era morto in seguito a un’operazione magica”.
E continua: “Aggiungerò un ultimo argomento. Un altro vecchio martinista, il fratello Marcoutone che fu, anche lui Gran Maestro di un Ordine Martinista alla morte di Papus, mi ha espresso quanto sapeva e pensava sulla questione di Bricaud “successore” di Teder. Per rispetto alla memoria del nostro fratello Bricaud, non lo riporterò in questa lettera”.
Noi, dopo quanto scritto in quella lettera, riteniamo di poter esclamare: “Un bel rispetto!”. Ma ognuno è il padre delle sue opere.
A conclusione, vero o non vero quanto affermato da Ambelain, risulta chiaro che il suo allievo (cioè il Gran Maestro dell’Ordine Martinista Antico e Tradizionale) fregiandosi di tante “filiazioni” ha raccolto un bel numero di “arcani”. Ci riferiamo a quanto avrebbe affermato, a proposito di certi documenti che se l’Ordine Martinista – il Nostro – possiede i documenti, egli, il Gran Maestro Antico e Tradizionale, possiede gli “arcani”. Questi, secondo la testimonianza di Ambelain, di cui egli fu sempre sostenitore fino a provocare quanto ha provocato, sono i suoi “arcani”.

XZS
AAA-26

Note
117 - Teder sarebbe stato il successore di Papus, eletto da sé medesimo, da Victor Blanchard e da un’altra persona. Ma, subito dopo Blanchard avrebbe ritirato il suo voto creando, per suo conto, l’Ordine Martinista e Sinarchico.
118 -Circa la successione di Teder alla direzione della R+C kabbalistica non esiste alcun documento anche perché tale organizzazione, fin dal tempo dell’affermarsi dell’Ordine Martinista era passata in secondo piano.
119 - Circa Vintres è assai istruttivo quanto ne scrive S. De Guaita nel suo “Il Tempio di Satana” (Atanor, Roma).
120 - Si trattava, dunque, di “restaurare” ovvero di risvegliare l’Ordine della Rosa Croce, al momento opportuno. Va poi notato che Ambelain “credeva” e niente più.

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