sabato 3 gennaio 2015

La Catena Martinista e l'Esagramma Perfetto -




"I poteri divini dell'Azione vivente in noi, tendono niente meno che ad aprire il nostro centro interiore della nostra anima a tutti i "fratelli" passati, presenti e futuri, per stringere, tutti insieme, il Patto col Divino, e finalmente schiuderci tutti i tesori spirituali e naturali sparsi in ogni regione; e restituirci, per così dire, l'Azione delle cose. In questo mondo ci sono tanti uomini senza intelligenza, proprio perché ce n'è sono pochi che lavorano a diventare realmente capaci d'Azione. Con l'irrompere dello Spirito Universale in noi, e con lo slancio del nostro Spirito, che possiamo arrivare ad essere capaci d'Azione. Con questo slancio abbandoniamo ogni principio dei gusci, quelli che ci permettono di manifestare le sue proprietà, slancio che opera in noi quello che il 'soffio' opera negli animali, o quello che l'aria opera nella natura."

Louis-Claude de Saint-Martin

In queste parole del Filosofo Incognito intuiamo due dei grandi architravi su cui si fonda e progredisce l'Opera Martinista. 
Il primo di essi è rappresentato dall'eterna UNIONE SPIRITUALE, che travalica il tempo e lo spazio, fra tutti i fratelli e le sorelle. Questa Unione nasce in virtù dell'iniziazione che il martinista riceve dal proprio iniziatore; il quale è stato a sua volta regolarmente e tradizionalmente elevato al grado di Superiore Incognito Iniziatore. Entrambi, grazie quindi alla continuità in forza di un reale potere, sono anelli di una medesima catena, che raggiunge i Venerati Maestri Passati, e da essi si propaga fino alla notte dei tempi. Già basterebbe questo per rendere reale ed effettiva la nostra Unione Spirituale, che a differenza di altre obbedienze ed ordini non è effimera e virtuale, vi è però altro che permette ad essa di mantenersi potente e vitale.
La nostra Unione Spirituale viene ogni mese ravvivata grazie alla purificazione in Luna Nuova, che permette ad ogni martinista di liberarsi delle scorie accumulate durante il suo transito quaternario,  e ogni giorno fortificata grazie al rituale giornaliero di catena. Rituale, quello giornaliero, attraverso cui tutti i fratelli e le sorelle sono chiamati, in forza del grado di cui sono investiti, ad essere monaci combattenti: ad impegnarsi contro gli spiriti di prevaricazione, a contrastare la rapacità della propria natura inferiore ed infine a prodigarsi per il bene della fratellanza tutta.
Ecco perché è necessario un regolare progredire lungo la scala martinista, e ogni tentativo di cogliere gradi, altro non è che un vuoto formalismo che a niente conduce.  

Se quanto sopra è la catena visibile di cui ogni martinista è anello, esiste una catena invisibile che lo pone anello fra gli anelli dell’universalità martinista presente, passata e futura. Essa è atemporale e aspaziale, sussiste grazie all'influsso dei Maestri Passati. Essi vegliano dalla MONTAGNA ETERNA, viventi e coscienti, e  permettono il collegamento all'imperitura catena martinista. Su l'Opera di ognuno di noi vigila con amore, saggezza e fermezza un Grande Maestro, il quale si manifesta attraverso il nostro eggregore che tutti ci avvolge, che tutti ci sostiene.

L'altro elemento che traspare in questo breve aforisma del filosofo incognito, è la necessità che il martinista si renda "COPPA" in modo da poter raccogliere l'ambrosia spirituale, capace di vivificare oltre ogni forma esistenziale. Tale lavoro deve essere compiuto senza sosta, a prescindere degli strumenti (teurgici, cardiaci e sacerdotali), e non può essere ridotto a semplice dialettica. 
L’Opera Martinista si basa su di una regola molto semplice, che, fortunatamente, molti non comprendono.
I nostri strumenti sono cadenzati per la costante ripetizione, in base al volgere delle stagioni, del transito del Sole e della Luna, questi danno ritmo, creano un connubio fra le forze della natura esterne ed interne all’operatore, pongono il martinista al centro di una costante ierofania simbolica. 
Solamente quando, ecco il simbolo dell’ESAGRAMMA PERFETTO, lo spirito superiore (il triangolo bianco), e il nostro spirito (il triangolo nero) si incontrano, la nostra Azione diverrà sacra.



Elenandro XI (eremitadaisettenodi@gmail.com)

www.martinismo.net

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