giovedì 6 ottobre 2016

Eggregore e Degenerescenza delle Strutture Iniziatiche



Nel precedente intervento (Eggregori ed Influenza Sottile  http://trilume.blogspot.it/2016/10/eggregore-ed-influenza-sottile.html ) veniva stabilita una linea di demarcazione fra l’Eggregore, frutto di un’operatività orizzontale e leva del lavoro rituale (individuale e di gruppo), e l’influenza sottile risultato di una catalizzazione simbolica e rituale di quanto espresso dal dinamismo della Monade.
In oggetto alla formazione e al decadimento dell’Eggregore, è stato scritto:” Quanto maggiore saranno la coesione dei fratelli e la loro sintonia, quanto maggiore sarà la forza eggregorica. Ovviamente un Eggregore e una fratellanza (essi si rispecchiano) frutto di una frattura, di una scissione, di un tradimento, saranno destinati a disgregarsi a loro volta. In quanto nel mondo sottile, come nel mondo cellulare, tutto mantiene memoria. Nondimeno dobbiamo considerare perniciosa una guida eggregorica affidata ad una maestranza non frutto di reale meritocrazia e spirito di servizio verso la comunità: essa tenderà ad essere incapace nel governo eggregorico. Infine, ed in esso troviamo la ragione della triste fine di tante fratellanze, la modifica dei rituali individuali e collettivi determina un progressivo indebolimento dell’Eggregore. Specie quando essi sono orientati a rimuovere gli elementi operativi qualificativi, in ragione di un’ottusa inclusività  generalizzata. In ognuno di questi casi (disarmonia fraterna, frattura eggregorica, carenza della guida e modifica rituale) avremo un progressivo deterioramento dell’eggregore, che tenderà a perdere vigore e funzione.

Vorrei proporre ulteriori riflessioni in merito a questo punto che ritengo fondamentale, per comprendere lo stato dell’arte di diverse strutture iniziatiche odierne, e il perché della loro decadenza  che spesso tracima in veri drammi individuali e collettivi, mentre altre volte ricorda il lento spegnersi di un cero consunto.


1. Quanto maggiore saranno la coesione dei fratelli e la loro sintonia, quanto maggiore sarà la forza eggregorica.
Vi è il fraintendimento che l’iniziazione rappresenti un “qualcosa” da erogare a prescindere di ogni plausibile considerazione attorno alle qualificazioni spirituali e psicologiche del recipiendario. Non comprendendo che nelle società tradizionali l’iniziazione coincideva non la cerimonia in quanto tale, ma con il superamento della medesima. In quanto colui che era sottoposto all'iniziazione doveva successivamente ricoprire un ruolo reale all'interno della comunità. Ovviamente il cacciatore doveva essere in grado di cacciare, lo sciamano di conoscere le erbe, ecc.. ecc.. Nelle stesse corporazioni di arti e mestieri vi era un apprendistato rigoroso e una valutazione a priori delle reali qualità di colui che doveva essere accolto. Certamente non voglio suggerire, anche se non mi spiacerebbe, che le iniziazioni di oggi raccolgano in se un elemento marcato di “rischio”, ma desidero soffermarmi sull'evidenza che l’assenza di un momento apicale e singolare che stabilisca un prima e un dopo, determina lo svuotamento dell’iniziazione. Dramma che trova esaltazione, ovviamente in negativo, dalla troppa frettolosa scelta dei nuovi fratelli. Scelta che spesso trova ragione non in questioni iniziatiche, ma bensì in meri giochi di illusorio potere o di compensazioni alle frustrazioni della vita contemporanea. La non valutazione dell’aderenza filosofica, spirituale ed operativa del nuovo anello della catena, alla fratellanza già in essere, e quindi all’eggregore che essa esprime, inevitabilmente conduce la medesima al progressivo indebolimento. In quanto la forza di una catena si misura sulla tenuta dell'anello maggiormente debole.  Proprio nelle realtà che hanno la pretesa di essere operative, si dovrebbe considerare gli elementi psicologici e gli orientamenti spirituali del bussante, onde evitare di creare la disarmonia laddove vi è armonia. L’iniziazione non è un precetto medico da adempiere, e neppure iniziare è un dovere riconosciuto dalla Carta Costituzionale. Vi deve essere la capacità di dire di no, come quella di chiedersi dove stiamo indirizzando il nostro cammino.

2. Ovviamente un Eggregore e una fratellanza (essi si rispecchiano) frutto di una frattura, di una scissione, di un tradimento, saranno destinati a disgregarsi a loro volta. In quanto nel mondo sottile, come nel mondo cellulare, tutto mantiene memoria.
Assistiamo spesso alla nascita impetuosa di Obbedienze ed Ordini, le quali sono frutto non tanto di un atto di servizio o della necessità di raccogliere e trasmettere un aspetto particolare della Tradizione, quanto piuttosto di questioni fin troppo umane. Dove fratelli in guisa di qualche danno o interesse leso, decidono di uscire dalla struttura di appartenenza, spesso infrangendo giuramenti, per dare vita alla propria struttura. E’ interessante annotare come nel mondo sottile, così come nel mondo cellulare, tutto mantiene memoria. Trattasi di una legge spirituale meccanica, che  dispiega i suoi effetti con una velocità e una potenza inaudita. Colui che tradisce viene poi tradito, colui che si organizza per essere il noto Re di una tribù finisce a sua volta per subire le malevoli attenzioni di coloro che ha troppo precipitosamente avanzato. Se queste sono le dinamiche umane, facilmente riscontrabili, vorrei soffermarmi sull'assurdità data dall'esistenza di strutture diverse che mantengono eguale ritualità. Quale senso ha, semmai ha un senso, il perseverare nella divisione qualora identici sono gli strumenti, identica la filosofia ed identica la prospettiva ? Tale condizione porta inevitabilmente ad un sovrapporsi degli spettri energetici, ad una confusione frutto della frammentazione eggregorica. Con immancabili conseguenze attorno alla durata e alla genesi di siffatte strutture.

3. dobbiamo considerare perniciosa una guida eggregorica affidata ad una maestranza non frutto di reale meritocrazia e spirito di servizio verso la comunità: essa tenderà ad essere incapace nel governo eggregorico.
La Grande Maestranza di una struttura iniziatica deve essere espressione della più nobile aristocrazia che essa ha saputo partorire. Ovviamente ciò è difficilmente riscontrabile in quelle strutture che sono nate per l’ambizione di singoli, la confusioni di taluni e lo smarrimento di molti. Al contempo è altrettanto improbabile riscontrarla in quelle Grandi Maestranze frutto del mercimonio, del “mercato delle vacche”, di consorterie, di imposizioni quando non di veri e propri atti di ingiustizia e di abuso nei confronti di altri fratelli. Quale aderenza vi potrà mai essere fra esse e le qualificazioni spirituali necessarie, affinchè il governo eggregorico da un lato e l’apicalità atta a raccogliere le influenze sottili sia mantenuta? Se sono gli “affari e il potere” oppure “l’ego del pavone” ad essere le caratteristiche qualitative espresse, cosa mai verrà infuso all'interno della fratellanza ? Se fino a quanto sopra esposto rientra nell'ovvio e nell'evidente, che purtroppo sono elementi fin troppo spesso sottovalutati nel nostro ambiente, mi permetto di scendere, seppur brevemente, nel cuore pulsante del governo eggregorico. Il quale vorrebbe, per essere reale e non casuale, il rispetto di determinate condizioni operative. Esse possono essere brevemente riassunte nell'esistenza di cifre e sigilli atti proprio alla gestione e all’indirizzo delle energie dell’ordine. Ovviamente tale necessità è impossibile da ricercarsi laddove la cagione dell’esistenza non è la ricerca della conoscenza, ma la stagnazione dell’apparenza.

4. La modifica dei rituali individuali e collettivi determina un progressivo indebolimento dell’Eggregore
Esiste un concetto che riassume il rapporto che intercorre fra l’opera individuale e collettiva di un Ordine e il suo Eggregore, esso può essere riassunto in una parola “alimentazione”.  La continua ed identica ripetizione lungo la cadenza luni-solare giornaliera, ad opere dell’assemblea dei fratelli, l’immutato ed originario procedere dei rituali, la coesione amorevole e funzionale dei primi e dei secondi, la logica rispondenza dei rituali con il fine proposto dall’ordine, ed infine l’aderenza spirituale dei fratelli agli tradizione incarnata nell’ordine determinano la sana alimentazione dell’Eggregore. Qualora assistiamo allo stravolgimento rituale, alla confusione fra elementi operativi e la tradizione di riferimento o all'eccesso di materiale umano inerte e privo delle qualifiche spirituali iniziatiche si interrompe quel sano processo di alimentazione dell’Eggregore, e con esso la funzionalità del medesimo.

Ecco quindi, sommariamente, le ragioni “occulte” che portano alla degenerazione delle strutture iniziatiche.


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