Nel precedente intervento
(Eggregori ed Influenza Sottile http://trilume.blogspot.it/2016/10/eggregore-ed-influenza-sottile.html
) veniva stabilita una linea di demarcazione fra l’Eggregore, frutto di un’operatività
orizzontale e leva del lavoro rituale (individuale e di gruppo), e l’influenza
sottile risultato di una catalizzazione simbolica e rituale di quanto espresso
dal dinamismo della Monade.
In oggetto alla formazione e al
decadimento dell’Eggregore, è stato scritto:” Quanto maggiore saranno la coesione dei fratelli e la loro
sintonia, quanto maggiore sarà la forza eggregorica. Ovviamente un Eggregore e
una fratellanza (essi si rispecchiano) frutto di una frattura, di una
scissione, di un tradimento, saranno destinati a disgregarsi a loro volta. In
quanto nel mondo sottile, come nel mondo cellulare, tutto mantiene memoria.
Nondimeno dobbiamo considerare perniciosa una guida eggregorica affidata ad una
maestranza non frutto di reale meritocrazia e spirito di servizio verso la
comunità: essa tenderà ad essere incapace nel governo eggregorico. Infine, ed
in esso troviamo la ragione della triste fine di tante fratellanze, la modifica
dei rituali individuali e collettivi determina un progressivo indebolimento
dell’Eggregore. Specie quando essi sono orientati a rimuovere gli elementi
operativi qualificativi, in ragione di un’ottusa inclusività
generalizzata. In ognuno di questi casi (disarmonia fraterna, frattura
eggregorica, carenza della guida e modifica rituale) avremo un progressivo
deterioramento dell’eggregore, che tenderà a perdere vigore e funzione.”
Vorrei proporre ulteriori riflessioni in merito a questo
punto che ritengo fondamentale, per comprendere lo stato dell’arte di diverse
strutture iniziatiche odierne, e il perché della loro decadenza che spesso tracima in veri drammi individuali e collettivi,
mentre altre volte ricorda il lento spegnersi di un cero consunto.
1. Quanto
maggiore saranno la coesione dei fratelli e la loro sintonia, quanto maggiore
sarà la forza eggregorica.
Vi è il fraintendimento che l’iniziazione rappresenti un “qualcosa”
da erogare a prescindere di ogni plausibile considerazione attorno alle
qualificazioni spirituali e psicologiche del recipiendario. Non comprendendo
che nelle società tradizionali l’iniziazione coincideva non la cerimonia in
quanto tale, ma con il superamento della medesima. In quanto colui che era
sottoposto all'iniziazione doveva successivamente ricoprire un ruolo reale all'interno
della comunità. Ovviamente il cacciatore doveva essere in grado di cacciare, lo
sciamano di conoscere le erbe, ecc.. ecc.. Nelle stesse corporazioni di arti e
mestieri vi era un apprendistato rigoroso e una valutazione a priori delle
reali qualità di colui che doveva essere accolto. Certamente non voglio
suggerire, anche se non mi spiacerebbe, che le iniziazioni di oggi raccolgano
in se un elemento marcato di “rischio”, ma desidero soffermarmi sull'evidenza che
l’assenza di un momento apicale e singolare che stabilisca un prima e un dopo,
determina lo svuotamento dell’iniziazione. Dramma che trova esaltazione,
ovviamente in negativo, dalla troppa frettolosa scelta dei nuovi fratelli.
Scelta che spesso trova ragione non in questioni iniziatiche, ma bensì in meri
giochi di illusorio potere o di compensazioni alle frustrazioni della vita
contemporanea. La non valutazione dell’aderenza filosofica, spirituale ed
operativa del nuovo anello della catena, alla fratellanza già in essere, e
quindi all’eggregore che essa esprime, inevitabilmente conduce la medesima al
progressivo indebolimento. In quanto la forza di una catena si misura sulla
tenuta dell'anello maggiormente debole.
Proprio nelle realtà che hanno la pretesa di essere operative, si dovrebbe
considerare gli elementi psicologici e gli orientamenti spirituali del
bussante, onde evitare di creare la disarmonia laddove vi è armonia. L’iniziazione
non è un precetto medico da adempiere, e neppure iniziare è un dovere
riconosciuto dalla Carta Costituzionale. Vi deve essere la capacità di dire di
no, come quella di chiedersi dove stiamo indirizzando il nostro cammino.
2. Ovviamente un Eggregore e
una fratellanza (essi si rispecchiano) frutto di una frattura, di una
scissione, di un tradimento, saranno destinati a disgregarsi a loro volta. In
quanto nel mondo sottile, come nel mondo cellulare, tutto mantiene memoria.
Assistiamo spesso alla nascita impetuosa di Obbedienze ed
Ordini, le quali sono frutto non tanto di un atto di servizio o della necessità
di raccogliere e trasmettere un aspetto particolare della Tradizione, quanto
piuttosto di questioni fin troppo umane. Dove fratelli in guisa di qualche
danno o interesse leso, decidono di uscire dalla struttura di appartenenza, spesso
infrangendo giuramenti, per dare vita alla propria struttura. E’ interessante
annotare come nel mondo sottile, così come nel mondo cellulare, tutto mantiene
memoria. Trattasi di una legge spirituale meccanica, che
dispiega i suoi effetti con una velocità e una potenza inaudita. Colui
che tradisce viene poi tradito, colui che si organizza per essere il noto Re di
una tribù finisce a sua volta per subire le malevoli attenzioni di coloro che
ha troppo precipitosamente avanzato. Se queste sono le dinamiche umane, facilmente
riscontrabili, vorrei soffermarmi sull'assurdità data dall'esistenza di
strutture diverse che mantengono eguale ritualità. Quale senso ha, semmai ha un
senso, il perseverare nella divisione qualora identici sono gli strumenti,
identica la filosofia ed identica la prospettiva ? Tale condizione porta inevitabilmente ad un
sovrapporsi degli spettri energetici, ad una confusione frutto della
frammentazione eggregorica. Con immancabili conseguenze attorno alla durata e
alla genesi di siffatte strutture.
3. dobbiamo considerare
perniciosa una guida eggregorica affidata ad una maestranza non frutto di reale
meritocrazia e spirito di servizio verso la comunità: essa tenderà ad essere
incapace nel governo eggregorico.
La Grande Maestranza di una struttura iniziatica deve essere
espressione della più nobile aristocrazia che essa ha saputo partorire.
Ovviamente ciò è difficilmente riscontrabile in quelle strutture che sono nate
per l’ambizione di singoli, la confusioni di taluni e lo smarrimento di molti.
Al contempo è altrettanto improbabile riscontrarla in quelle Grandi Maestranze
frutto del mercimonio, del “mercato delle vacche”, di consorterie, di
imposizioni quando non di veri e propri atti di ingiustizia e di abuso nei
confronti di altri fratelli. Quale aderenza vi potrà mai essere fra esse e le
qualificazioni spirituali necessarie, affinchè il governo eggregorico da un
lato e l’apicalità atta a raccogliere le influenze sottili sia mantenuta? Se
sono gli “affari e il potere” oppure “l’ego del pavone” ad essere le
caratteristiche qualitative espresse, cosa mai verrà infuso all'interno della
fratellanza ? Se fino a quanto sopra esposto rientra nell'ovvio e nell'evidente,
che purtroppo sono elementi fin troppo spesso sottovalutati nel nostro
ambiente, mi permetto di scendere, seppur brevemente, nel cuore pulsante del
governo eggregorico. Il quale vorrebbe, per essere reale e non casuale, il
rispetto di determinate condizioni operative. Esse possono essere
brevemente riassunte nell'esistenza di cifre e sigilli atti proprio alla
gestione e all’indirizzo delle energie dell’ordine. Ovviamente tale necessità è
impossibile da ricercarsi laddove la cagione dell’esistenza non è la ricerca
della conoscenza, ma la stagnazione dell’apparenza.
4. La modifica dei rituali
individuali e collettivi determina un progressivo indebolimento dell’Eggregore
Esiste un concetto che riassume il rapporto che intercorre
fra l’opera individuale e collettiva di un Ordine e il suo Eggregore, esso può
essere riassunto in una parola “alimentazione”.
La continua ed identica ripetizione lungo la cadenza luni-solare
giornaliera, ad opere dell’assemblea dei fratelli, l’immutato ed originario
procedere dei rituali, la coesione amorevole e funzionale dei primi e dei
secondi, la logica rispondenza dei rituali con il fine proposto dall’ordine, ed
infine l’aderenza spirituale dei fratelli agli tradizione incarnata nell’ordine
determinano la sana alimentazione dell’Eggregore. Qualora assistiamo allo
stravolgimento rituale, alla confusione fra elementi operativi e la tradizione
di riferimento o all'eccesso di materiale umano inerte e privo delle qualifiche
spirituali iniziatiche si interrompe quel sano processo di alimentazione dell’Eggregore,
e con esso la funzionalità del medesimo.
Ecco quindi, sommariamente, le ragioni “occulte” che portano
alla degenerazione delle strutture iniziatiche.
eremitadaisettenodi@gmail.com
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