Amati Fratelli, vi ringrazio di aver trovato il tempo e il modo di formare
questa nostra assemblea di giusti e volonterosi viandanti lungo le vie dello
spirito.
Come ben sapete il tema del nostro convento è dedicato agli Strumenti e all’Opera
Martinista.
Carissimi fratelli, è necessario comprendere che quello che da reale
significato alla vostra iniziazione non è tanto un colorato brevetto o un
novero di, più o meno, erudite dissertazioni, quanto il lavoro intimo inteso
come consapevole momento di scoperta, di riflessione ed di integrazione
interiore. In assenza della nostra pratica luni-solare, cadenzata dal ritmo
giornaliero, la vostra condizione non sarebbe dissimile da quella di una
molteplicità di altre degnissime persone che hanno come passatempo il
discorrere di esoterismo, simbolismo ed amenità similari. La sostanza, la linfa
vitale, che anima la vostra natura di iniziati è il frutto della pratica, del
vostro personale impegno e del vostro sofferto lavoro. Il quale non ha come
obiettivo il benessere qui ed adesso, lasciamo queste illusioni ai tanti
mistificatori che appestano l’ambiente della spiritualità, bensì la seconda
rinascita: liberi da tutto ciò che contingente, mortifero, impermalente. Molti di
voi non hanno ancora maturato la piena consapevolezza dell’Ordine di cui sono
anello, e neppure di come la parola “martinismo” non significhi
necessariamente, e non lo significa, che ovunque e comunque la nostra
impostazione operativa è egualmente presente. Vi prego di non stupirvi, ma sono
ben poche le realtà mariniste che possiamo definire operative, e sono ancora
meno quelle dove vi è posta costante attenzione attorno agli strumenti di
lavoro interiore e la loro attualità alle necessità dell’iniziato di oggi.
Amatissimi, un martinismo privato della
costante opera dei fratelli, articolata su di un piano che raccoglie
necessariamente strumenti cardiaci-teurgici-sacerdotali, altro non è che uno
sterile ibrido: dalla forma sospesa fra una teosofia ricca e una massoneria
povera. Sarebbe quindi opportuno che i fratelli e i bussanti, sempre si
interrogassero su questo necessario aspetto; onde comprendere dove dirigere il
proprio passo, i secondi, e la collimazione, i primi, fra quanto annunciato e
quanto realizzato. Ognuno di noi è responsabile delle proprie opere e
soprattutto delle proprie scelte. La nostra scelta è stata quella di operare,
in modo che non vi sia frattura fra IDEA e AZIONE. Che la prima non sia mai
frutto di sterili intellettualismi, che la seconda non sia mai espressione di
un cieco agire, questo è l’augurio che sento di rivolgere ad ognuno di noi.
Brevemente possiamo affermare che
l’opera martinista nel Nostro Venerabile Ordine si sviluppa attraverso un
insieme di strumenti prevalentemente individuali. I quali sono ritualmente e
tradizionalmente trasmessi al fratello durante le varie iniziazioni che
scandiscono il cammino volto alla reintegrazione. Abbiamo quindi:
Il grado di Associato Incognito, nel quale il
fratello ancora non ha un posto fisso nella Catena Eggregorica. Questo grado è
prevalentemente cardiaco e il lavoro è cadenzato su di un piano lunare
incompleto. Viene testata, attraverso un lavoro continuo e monotono, la
capacità del fratello di attenersi alle regole, agli impegni morali e alla
condotta rituale dell’Ordine. Le poche prescrizioni alimentari e di
comportamento, sono un suggerimento a riflettere attentamente se proseguire
lungo la via, o porsi in meditazione. Al contempo in questa fase l’Iniziatore
ha modo di valutare il Desiderio e la Volontà di colui che dovrebbe compiere i
successivi passi rituali. Gli strumenti caratteristici di questo grado, nel
Nostro Venerabile Ordine, sono: il rituale giornaliero, la preghiera, la
meditazione, la purificazione, lavori atti ad una presa di coscienza interiore,
pratiche di visualizzazione e introduzione all’uso dei salmi e delle parole di
potere.
Il grado di Iniziato Incognito unisce
sapientemente elementi cardiaci e teurgici. Il fratello che oramai trova
collocazione nella catena di forza e di amore, è ammesso a lavorare nella
pienezza del piano lunare. Ciò si concretizza con un rituale in Luna Piena,
chiamato anche di consolidamento eggregorico. Tale rituale presenta delle
difformità formali da Ordine ad Ordine, e non sempre ha eguale connotazione e
valenza magica. Quanto trasmesso, a
livello rituale, nel primo grado non viene ovviamente abbandonato, ma trova
completezza, diversificazione ed esaltazione.
Il fratello
elevato a Superiore Incognito, è depositario dell’intero corpo rituale
dell’Ordine, ad eccezione di quanto previsto e disposto dalla Grande
Maestranza. In questo grado il suo percorso di martinista trova completezza e
al piano di lavoro lunare si aggiunge quello solare. Questo è rappresentato dai
rituali maggiori, o solari, che sono posti in essere durante gli Equinozi e i
Solstizi. Agli elementi cardiaci e teurgici, si aggiunge l’elemento
sacerdotale. Il quale dona verticalità all’opera del fratello. Ecco quindi, ma
era facilmente intuibile, che solamente colui che consegue il grado di
Superiore Incognito può completamente definirsi martinista, e questo non tanto
in virtù del disvelamento di qualche segreto iniziatico, ma solamente per il
conferimento degli strumenti che sanciscono la nascita, se saprà operare
armoniosamente, di un nuovo adepto. Nel Nostro Venerabile Ordine, a taluni
fratelli Superiori Incogniti, è data facoltà e possibilità di amministrare il
rito eucaristico.
Ecco quindi che nel grado di associato il fratello
dissoda/libera dalla gramigna evidente/ed ara il terreno preparandolo alla
semina. Nel grado di iniziato procede alla semina, seguendo la giusta cadenza
lunare e beneficiando dell’influenza del benefico astro. Nel grado si superiore
il fratello, amministrando sapientemente ciò che è secco e ciò che è umido,
ricerca la maturazione del raccolto.
Ovviamente nessun strumento ha validità, per
quanto complesso, se l’operatore è sprovvisto delle necessarie qualificazioni
psicologiche e iniziatiche, o se non lo impiega con talento e volontà.
L’inverso è come pretendere che uno scalpello e un mazzuolo, per loro autonome
forza, cesellino il marmo e diano alla luce un’Opera di Maestria e Genio.
Fratelli miei non potete certamente attendervi che altri compiono quanto voi
stessi dovete porre in atto, e al contempo non potete pensare che l’iniziazione
sia un singolarità taumaturgica atta a risanare per sua sponte ciò che voi
stessi avete lacerato ed oltraggiato.
Amati fratelli l'unica vera sintesi è a posteriori della pratica, giammai a
priori di essa e giammai frutti di sterili intellettualismi. Dovete intimamente
comprendere non siete qui per
percorrere un sentiero altrui, ma per trovare il vostro fra gli infiniti
possibili. Tale mirabile obiettivo è conseguito alla attraverso la
pratica. Essa permette di trasmutare ogni accadimento della nostra vita, in
un'esperienza profonda, capace di riverberarsi sul nostro modo di percepire il
Reale
Amati Fratelli Vi Auguro un Proficuo Lavoro Interiore.
www.martinismo.net
eremitadaisettenodi@gmail.com
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