venerdì 14 aprile 2017

Editoriale Ecce Quam Bonum Solstizio numero 11 - 2016

Questo numero straordinario di Ecce Quam Bonum raccoglie una pluralità di lavori, che hanno come tema conduttore gli strumenti dell’Opera Martinista.  Tale monotematicità trova ragione nell’imminenza del Convento Nazionale del Nostro Venerabile Ordine, il quale ha come tema generale “IL METODO E GLI STRUMENTI DEL MARTINISTA”.  
Il Convento, nella sua articolazione e nel suo programma, rappresenta il momento in cui l’intera comunità di fratelli e sorelle amorevolmente nel raccogliersi stabilisce, grazie agli organi di governo, le linee che determineranno la vita dell’Ordine per l’anno successivo e dove sono offerte delle chiavi di riflessioni attorno al percorso martinista.

Un percorso che vuole, in quelle realtà sane e consapevoli della storia del martinismo, trasmettere un metodo di lavoro interiore, fondato sul ciclo luni-solare e la cadenza giornaliera. Ben comprendo che in talune realtà questa visione non è pienamente accolta, ma conoscendo le loro genesi, composizioni e azioni non mi potrei che stupire del contrario.
Un martinismo privato della costante opera dei fratelli, articolata su di un piano che raccoglie necessariamente strumenti cardiaci-teurgici-sacerdotali, altro non sarebbe che uno sterile ibrido: la cui forma risulterebbe quella sospesa fra una teosofia ricca o una massoneria povera. Sarebbe opportuno che i fratelli, e i bussanti, sempre si interrogassero su tale aspetto. Onde comprendere dove dirigere il proprio passo, i secondi, e la collimazione, i primi, fra quanto annunciato e quanto realizzato.

Brevemente possiamo affermare che l’opera martinista si sviluppa attraverso un insieme di strumenti prevalentemente individuali. I quali sono ritualmente e tradizionalmente trasmessi al fratello durante le varie iniziazioni che scandiscono il cammino di reintegrazione.

Abbiamo quindi:

Il grado di Associato Incognito, nel quale il fratello ancora non ha un posto fisso nella Catena Eggregorica. Questo grado è prevalentemente cardiaco e il lavoro è cadenzato su di un piano lunare incompleto. Viene testata, attraverso un lavoro continuo e monotono, la capacità del fratello di attenersi alle regole, agli impegni morali e alla condotta rituale dell’Ordine. Le poche prescrizioni alimentari e di comportamento, sono un suggerimento a riflettere attentamente se proseguire lungo la via, o porsi in meditazione. Al contempo in questa fase l’Iniziatore ha modo di valutare il Desiderio e la Volontà di colui che dovrebbe compiere i successivi passi rituali. Gli strumenti caratteristici di questo grado, nel Nostro Venerabile Ordine, sono: il rituale giornaliero, la preghiera, la meditazione, la purificazione, lavori atti ad una presa di coscienza interiore, pratiche di visualizzazione e introduzione all’uso dei salmi e delle parole di potere.
Il grado di Iniziato Incognito unisce sapientemente elementi cardiaci e teurgici. Il fratello che oramai trova collocazione nella catena di forza e di amore, è ammesso a lavorare nella pienezza del piano lunare. Ciò si concretizza con un rituale in Luna Piena, chiamato anche di consolidamento eggregorico. Tale rituale presenta delle difformità formali da Ordine ad Ordine, e non sempre ha eguale connotazione e valenza magica. Nel Sovrano Ordine Gnostico Martinista ad esempio è cadenzato in quattro rituali, che tracciano un percorso annuale. Quanto trasmesso, a livello rituale, nel primo grado non viene ovviamente abbandonato, ma trova completezza, diversificazione ed esaltazione.
Il fratello  elevato a Superiore Incognito, è depositario dell’intero corpo rituale dell’Ordine, ad eccezione di quanto previsto e disposto dalla Grande Maestranza. In questo grado il suo percorso di martinista trova completezza e al piano di lavoro lunare si aggiunge quello solare. Questo è rappresentato dai rituali maggiori, o solari, che sono posti in essere durante gli Equinozi e i Solstizi. Agli elementi cardiaci e teurgici, si aggiunge l’elemento sacerdotale. Il quale dona verticalità all’opera del fratello. Ecco quindi, ma era facilmente intuibile, che solamente colui che consegue il grado di Superiore Incognito può realmente definirsi martinista, e questo non tanto in virtù del disvelamento di qualche segreto iniziatico, ma solamente per il conferimento degli strumenti che sanciscono la nascita, se saprà operare armoniosamente, di un nuovo adepto. Nel Nostro Venerabile Ordine, a taluni fratelli Superiori Incogniti, è data facoltà e possibilità di amministrare il rito eucaristico.
Senza scendere in ulteriore dettaglio, posso sicuramente asserire che il complesso dei nostri strumenti mira a permettere al fratello di giungere alla reintegrazione. Tale obiettivo viene conseguito tramite la funzione sinergica che questi nostri utensili sviluppano sia nel loro insieme, sia in armonica risonanza con l’operatore stesso. Il quale è parte integrante degli strumenti che dovranno essere necessariamente interiorizzati. Ovviamente nessun strumento ha validità, per quanto complesso, se l’operatore è sprovvisto delle necessarie qualificazioni psicologiche e iniziatiche, o se non le impiega con talento. L’inverso è come pretendere che uno scalpello e un mazzuolo, per loro autonome forza e volontà, cesellino il marmo e diano alla luce un’Opera di Maestria e Genio.
Ecco perché nel martinismo è necessario, lo auspico, attendere i giusti tempi e non alterare il perimetro docetico e tradizionale da cui esso trae la linfa vitale e gli elementi sottili di cui beneficiano i vari fratelli.

Come non essere diffidenti innanzi a coloro che hanno accumulato espulsioni da altri Ordini, giungendo così a formare delle effimere strutture, dalla confusa filosofia ? Come non interrogarsi attorno agli eterni fuori posto  che hanno la pretesa di corrompere il metodo e la prospettiva martinista, con l’inserimento di elementi operativi contrari alle sue qualità spirituale ? Cosa dire di coloro che, privi di ogni consapevolezza storica, avanzano strane congetture attorno alla genesi dell’Ordine Martinista e dei suoi Maestri Fondatori ? Oppure di coloro che propongono un martinismo asservito ad altre strutture, o orpello delle medesime ?

Ecco perché, questa è la mia ferma convinzione, che l’iniziazione martinista solamente parzialmente, e nella misura minore, coincide con la formale associazione. Essa, per essere sostanziale, è frutto della progressione regolare dei lavori filosofici e rituali. In assenza di questi elementi non è giammai possibile giungere ad un reale riconoscimento da parte di coloro che tromboneggiano, in attesa dell’ennesima agape o comparsata, e coloro che ogni giorno operano.

Per dare evidenza e forza a questa verità il nostro prossimo Convento Nazionale, che si terrà, come di consueto, a Montecatini Terme nei giorni 14-15-16 Ottobre, avrà come tema:


"IL METODO E GLI STRUMENTI DEL MARTINISTA". 

Elenandro XI - Grande Maestro


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