L’efficacia del rito legata alla
sua inalterabilità, il rapporto che sussiste fra Virtus e Fides e il
collegamento reale ad una Tradizione Superna rappresentano solamente una parte
dell’equazione volta a determinare l’efficacia o la non efficacia degli
strumenti e la distinzione fra Iniziazione Reale o Virtuale. In quanto tutto
ciò non può essere trattato astrattamente, come se ognuno degli attori vivesse
in un asettico laboratorio; bensì dobbiamo valutare, ognuno di questi elementi,
innanzi all’azione del tempo e della cultura storica in cui inevitabilmente sono
inseriti. Amo spesso ripetere che ogni era/civiltà presenta degli indubbi
caratteri di degenerescenza rispetto alla precedente, e di tradizionalità
rispetto alla seguente. Se quanto sopra non bastasse a porsi delle domande, non
fosse sufficiente per riflettere con attenzione su quanto posto in essere, è
necessario ricordarsi che l’UOMO, non è certamente estraneo all'azione del
tempo, della storia e della società.
L’uomo di oggi è ben altro dall'uomo della Roma Imperiale che ancora sentiva
il palpitare del Genius Loci, dall'uomo dell’Antico Egitto o della Grecia di
Aristotele che aveva consapevolezza della centralità della filosofia. Le nostre
Logge, i nostri Gruppi, le nostre Catene, sono formate da fratelli e sorelle
sottoposti all'azione invasiva, pervasiva e corruttrice delle forze e delle
Eggregore di questo nostro tempo. Le quali, ovviamente, non sono quelle di
cento o mille anni fa, ma diverse nella forma e nell’intensità. L’uomo
contemporaneo pare settato da ogni forma di reale comunitarismo, sincronicità
con la natura e radicamento tradizionale. Esso è completamente identificato
nella propria misera condizione egoica, disperso nel narcisistico senso di un io
esteriore e avulso da ogni retaggio. Ritenere che lo studio e la prassi
tradizionale siano scevri dalla contingenze del tempo, è come ritenere che il
sentiero montano sia cosa identica a quanto tracciato sulla mappa. Significa
non considerare che nel cammino di oggi si troveranno incombenze, difficoltà e
necessità ben diverse dall’ieri. Così come difformi sono i sentieri montani e
diverse le condizioni di percorribilità dei medesimi in base alla stagione.
Ecco quindi che è necessario interrogarsi attorno al
mutamento di quei fattori che compongono il rapporto iniziatico: l’elemento
umano, l’iniziazione e il deposito docetico-rituale. Non è oggi possibile
affidarsi alla lettera morta del rituali, alla continuità formale delle catene
iniziatiche e all’inalterabilità, tutta da dimostrare, dei depositi. Perché,
anche qualora fosse vero, si negherebbe l’ovvia considerazione che l’uomo non è
perennemente eguale a se stesso, ma bensì è un costante e poliedrico divenire. Il mio percorso sarà
sempre e comunque difforme rispetto a quello del fratello, in quanto io sono
difforme dal fratello. Questa è la sostanza delle cose, il resto è uno sterile
feticismo: è la sabbia degli struzzi.
Oggi è assolutamente necessario un serio ed attento
lavoro di presa di coscienza, da parte dell’argonauta dello spirito, di quella
che è la propria condizione psicologica, la strutturazione animica e la sua
parcellizzazione in mille istanze di vita e pressioni sociali. Un tempo l’uomo
era membro di una comunità, si riconosceva in un sistema di valori morali e
religiosi; oggi non è più così. Tutto, o quasi tutto è stato demolito, le
istanze profane hanno fatto, è cronaca, irruzione anche nei perimetri
iniziatici. Non tenere conto di tutto ciò è condannarsi all’illusione.
Meditazione, pratiche di autosservazione, di
introspezione e di allineamento energetico, devono essere parte integrante di
ogni percorso tradizionale. In quanto è ben improbabile che la stragrande
maggioranza dei fratelli di oggi, abbiano la possibilità di usufruire di quelle
energie sottili e naturali che hanno alimentato i fratelli che ci hanno
preceduto.
Elenandro XI
Elenandro XI
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