La pretesa di alcuni di
utilizzare il martinismo come un luogo dove raccogliere materiale umano da
indirizzare verso altre strutture, in genere fittizie o irragionevoli,
rappresenta uno dei sintomi della confusione che agita tante comparse del
panorama esoterico italiano e mondiale. Una perniciosa confusione che nasce
proprio dal fraintendimento di cosa sono e cosa non sono l’iniziazione e la
tradizione; e di come esse non sono al servizio degli uomini, ma sono gli
uomini al loro servizio. Solamente la pratica assidua
porta alla conoscenza dei reali meccanismi che governano un percorso iniziatico.
La quale può essere compiuta esclusivamente all'interno di una struttura regolare,
dove è possibile trovare la giusta armonia che separa la benevola influenza
sottile da quanto è psichico e fin troppo umano. Occorrono anni per maturare l’adeguata
comprensione del significato simbolico, filosofico ed operativo dei gradi; ed
occorrono le giuste doti per trasmettere tali insegnamenti. La trasmissione iniziatica
non è obbligo sancito dalla carta costituzionale e neppure è prescrizione medica.
Essa comporta spirito di sacrificio, l’adeguata capacità di valutare e l’armonico
equilibrio dell’iniziatore. Essa, quando reale, è preclusa a colui che non ha
rispettato i dettami di cui sopra; e non possiamo che guardare con un certo
sospetto a coloro che transitano, dando luogo a quel fenomeno della transumanza
iniziatica, da un ordine all'altro e da un corpo rituale all'altro.
Al contempo, proprio in forza
della comprensione del duro lavoro necessario, è altrettanto sospetto quanto
taluni propongono in merito alla sovrapposizioni di corpi
rituali individuali fra loro difformi, dando vita a malevoli piramidi operative. Posso ben comprendere la complementarità di un rito
individuale giornaliero con un rito collettivo a cadenza mensile o
bisettimanale; rimango perplesso innanzi all'accatastamento artificioso di un
rito individuale su rito individuale.
Del resto osservando quelle sane
realtà mariniste tradizionali, che dispiace dirlo non sono poi molte, esse sono
depositarie di un patrimonio docetico e rituale (individuale e collettivo),
sapientemente distillato dai Maestri Passati ed armonizzato, con le esigenze
dell’iniziato contemporaneo, delle operose Grandi Maestranze. Al fratello e alla sorella sono forniti
strumenti aventi natura cardiaca, teurgica e sacerdotale; all'interno di una
prospettiva di reintegrazione dell’uomo nell'uomo e dell’uomo nel divino.
Le spogliazioni cadenzate dal
regime delle purificazioni e dalle necessarie meditazioni. Il progressivo
contatto con le influenze sottili, in virtù dei rituali teurgici minori e
maggiori. Il totale abbattimento della dimensione individuale, attraverso il Servizio
(questo il vero significato della S di superiore) verso la comunità dei
fratelli “TUTTI”, e l’abnegazione verso il divino. Non dovrebbero rappresentare
già un viatico lungo una vita, se correttamente inteso e praticato ?
Fratelli miei nella mia pratica
martinista non posso che soffermarmi attorno ad alcuni numeri, che ben rendono
l’idea dell’impegno a cui sono sottoposti i devoti praticanti della nostra via.
Essi si riassumono in 352 rituali giornalieri annui, 13 rituali di
purificazione in luna nera, 13 rituali di luna piena variamente articolati, due
rituali equinoziali, due rituali solstiziali, la conduzione dei lavori di
loggia nei suoi vari gradi e relative iniziazioni, la riproposizione continua
della meditazione dei 28 giorni e i rituali eucaristici quando previsti.
Può essere che innanzi a questo appartato
formidabile, che trova sintesi operativa nella figura del Superiore Incognito,
capace di raccogliere ogni stilla della tradizione operativa occidentale,
qualcosa sia mancante o inadeguato ? Orbene niente impedisce sicuramente al
Superiore Incognito di integrare, in Stretta Osservanza dei pesi e delle misure
che governano il nostro sistema rituale, la “pratica” e la “docetica” di cui è stato investito. Rimango però, permettetemi, leggermente
perplesso da coloro che suggeriscono come questa pratica debba trovare sbocco rituale
in qualcosa di altro, e con fare furbesco esprimono giudizi sprezzanti proprio
sul martinismo.
Questo fratelli miei, e attenti lettori, non rappresenta che il
comportamento del basso mercante di strada, che millanta qualità che la propria
mercanzia non ha e dileggia quanto altro potrebbe distogliere l’attenzione dell’incauto
acquirente.
Del resto mi si permetta di
osservare che certi “Eletti” corpi rituali trovano oggi possibilità di essere
incarnati da taluni, grazie ad ardite speculazioni risalenti a neppure 70 anni fa. In quanto, è sempre bene ricordarlo, personaggi come Martinez de
Pasqually non diedero nessuna indicazione formale e sostanziale di successione.
Non vi è traccia di una continuità, gli stessi rituali sono andati perduti, le
chiavi di passo non sussistono e la ricostruzione di tale corpo rituale è stata
arbitraria ….. trovando essa fondamento forzoso nelle opere di Willermoz, di
Louis Claude de Saint-Marintin o in
qualche artistico fondo editoriale.
Eppure quando parli con taluni di
questi personaggi, in mille porti approdati, non di rado udiamo parole
come “errore storico del martinismo” o “incompletezza del nostro metodo”. Mi
domando è forse un metodo corretto dispensare gradi a profusione, senza
adeguata valutazione e formazione del postulante, solamente perché c’è da
innalzare templi e anelare strambe costruzioni rituali ? E’ forse una verità
storica considerare il risveglio di un Ordine tramite fantasiose contiguità
iniziatiche ?
Ben ci ricordiamo dei danni
causati da questi personaggi all'interno del panorama esoterico italiano. Dei
loro inabissamenti repentini e ancora più repentine riemersioni. Ancora ci
ricordiamo di taluni di loro prima di essere illuminati sulla Via di Damasco,
oppure degli innumerevoli progetti abortiti.
Purtroppo quanto essi dimenticano
è che esiste una moneta molta rara. Questa è l’autorevolezza, la quale non
potrà mai essere sostituita da colorati pezzi di carta che tentano di celare
percorsi apicali coperti nel volgere di pochi anni. Le iniziazioni reali si
conquistano sul campo del duro lavoro interiore e non attraverso piaggerie,
questue e mercanteggi.
www.martinismo.net
Nessun commento:
Posta un commento