giovedì 3 novembre 2016

La progressione iniziatica: l'Associato Incognito



E' piuttosto improbabile sostenere che sussiste un'ortodossia nell'iniziazione martinista. In quanto essa, l'iniziazione, procede lungo una progressione che necessità di una pluralità di  atti formali e sostanziali. 

Proprio in forza di quanto sostenuto in precedenza, mi permetto di analizzare tale singolare evento all'interno dell'Ordine Martinista di cui sono servitore. Lasciando quindi alle buone riflessioni, del benevolo pubblico, come sia arduo, con riguardo al nostro percorso, parlare di una fratellanza sostanziale fra martinisti di diversi ordini. Possiamo certo sostenere l'esistenza di un fratellanza ideale nella prospettiva della Reintegrazione Individuale, qualora essa si ben intesa, o di una fratellanza formale, qualora siano i martinisti tutti egualmente collegati a Papus che è il fondatore del Nostro Ordine e prima espressione della nostra iniziazione. 
Risulta però improbabile parlare di fratellanza sostanziale; in quanto ogni Ordine esprime una propria docetica ed un proprio insieme operativo. Elementi, la filosofia e l'Opera, che incidono in misura diversa sul viatico inziatico, semmai vi è, del singolo.

La Meditazione dei 28 Giorni

Nel Nostro Ordine essa è consegnata al postulante. Il quale avrà modo, attraverso la cadenza di questa meditazione di accompagnamento, di saggiare la propria volontà di incidere in quella massa, spesso caotica e verminosa, di pensieri, umori, emozioni, vagheggiamenti e vaneggiamenti in cui l'uomo moderno è immerso. 
E' una grossolana opera di spoliazione, possiamo definirla il "gabinetto di riflessione" del martinista. Lungo un arco di 28 giorni, attraverso 14 semi pensiero, il postulante verrà posto innanzi ai propri condizionamenti e meccanismi psicologici. Dovrà comprendere se il desiderio che lo anima è fittizio, oppure se vi è la vera necessità di andare oltre se stesso e l'inconsapevolezza che lo pervade. Amo spesso ripetere che nessun dettato costituzionale, e nessuna prescrizione medica, conducano all'iniziazione. La quale per essere reale non è tanto, o non è solo, un istante gioioso di riunione fra (dis)simili; quanto piuttosto un catartico momento di presa di coscienza su ciò che siamo, su quanto vorremo essere e su quanto non ci permette di essere.

Terminata la meditazione dei 28 giorni

Giunti al termine della meditazione dei 28 giorni si dovrà redigere un quadernetto, animato dalle riflessioni occorse, e consegnarlo alla persona che ha fornito questo iniziale strumento. Successivamente, a seguito di uno o più colloqui, si valuterà se procedere con l'associazione al martinismo. 

Associazione al Martinismo

Attraverso un rituale che può essere svolto nella Loggia martinista, a mio avviso eccezionalmente, o tra l'associando e il Superiore Incognito Iniziatore, il nuovo fratello viene inserito, seppur non in modo "fisso", all'interno dell'Ordine. Egli è nuovo anello di una catena che trova la propria ragione d'essere nel lascito filosofico e spirituale dei Maestri Passati, ha facoltà di operare attraverso un rituale giornaliero all'interno di un campo eggregorico. Il quale, il campo eggregorico, deve essere inteso come un "tessuto energetico reattivo" in grado di esaltare, raccogliere e rettificare l'opera dei vari fratelli.

La Purificazione Mensile e il Rituale Giornaliero

Abbiamo accennato al rituale giornaliero. Esso per quanto benefico, fonte di una reale e continua opera, è però determinato da due condizioni egualmente necessarie ed indispensabili. La prima è l'Associazione al martinismo, la secondo il rituale mensile di purificazione in Luna Nuova. 
Della prima abbiamo già accennato, della seconda possiamo dire che trattasi di un rituale dove il fratello, segue prescrizioni comportamentali ed alimentari, prega, medita e esegue delle abluzioni rituali. Tutto ciò al fine di liberarsi da impurità, sedimenti e pressioni psichiche accumulate durante il suo transito quaternario. In assenza della purificazione l'opera giornaliera è da ritenersi formale e priva di reale sostanza e beneficio.

Il rituale giornaliero trova raccoglimento, nel Nostro Ordine, in adeguate finestre temporali. Le quali permettono da un lato un effettivo collegamento con gli altri fratelli e dall'altro di sfruttare una particolare "coincidenza" che si ripete 4 volte al giorno ogni 7 ore. Il rituale giornaliero è composto da una complessa apertura; uno svolgimento legato al potere dei salmi, oltre ad una serie di inserimenti che riguardano pratiche quali: visualizzazione, meditazione, uso dei nomi sacri; ed infine una chiusura speculare all'apertura. Come amo spesso ripetere il rituale giornaliero, qualora correttamente inteso e posto in essere, è già in sé e per sé completo sotto ogni profilo operativo (racchiudendo nel nostro ordine elementi cardiaci e teurgici).

Il buon lettore dovrebbe aver compreso come le peculiarità docetiche ed operative, che separano le varie strutture martiniste, anche se in talune vi sono delle forti convergenze, dovrebbero far riflettere attorno alla OVVIETÀ' che non è possibile un semplice passaggio da ordine ed ordine. In quanto sarebbe come pretendere che colui che è un buon giocatore di tennis, si improvvisi dalla sera al mattino come pugile o alpinista. Tutto ha una propria forma, tutto ha una propria cadenza, tutto ha una propria sostanza.
Qualora ciò accade siamo in presenza di una semplice evidenza: "assoluta mancanza di sostanza nell'operare, e riduzione del percorso a sterile dialettica"

Quanto già detto detto trova poi amplificazione con il passaggio al grado di Iniziato Incognito, dove il fratello, in Luna Piena, è abilitato ad operare su di un piano lunare completo. Tale laborioso impegno si concretizza nel rituale di consolidamento eggregorico.


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