sabato 17 dicembre 2016

SEFER YETZIRAH – Libro della Creazione (commento al primo capitolo

Premessa

Il Sefer Yetzirah di cui viene esposto un sintetico commento del Primo Capitolo appartiene alla tradizione della Cabala “Ebraica” con tutte le implicazioni che ne derivano.
E’ opportuno precisare che il commento che segue del testo è basato sulla convinzione dell’autore che il Sefer Yetzirah sia un testo meditativo con marcate implicazioni magiche, ipotesi che a suo avviso sono confermate da alcune tradizioni talmudiche (IV°-V° secolo d.C.) secondo cui il libro poteva essere utilizzato per “realizzare creature viventi” come ad esempio un Golem.
L’autore ritiene che “I metodi del Sefer Yetzirah sembrano includere la meditazione ed è altamente probabile che il libro venne originariamente scritto come un manuale di meditazione”.
Di conseguenza il suo convincimento è che “…il contenuto del Sefer Yetzirah sembra essere un manuale di istruzioni che descrive precisi esercizi di meditazione. Esistono alcune prove del fatto che questi esercizi intendevano rafforzare la concentrazione dell’iniziato e che erano particolarmente utili nello sviluppo di poteri telepatici e di telecinesi”.Il testo è ricco di esercizi di meditazione che possono essere svolti, ad eccezione di quelli per i quali l’autore consiglia di  astenersi o di affidarsi ad una guida esperta.
 
CAPITOLO I
Il Signore delle Schiere
Il Dio d’Israele
Il Dio vivente
Re dell’universo
El Shaddai
Pietoso e  Misericordioso
Sommo ed Eccelso
Dimorante nell’eternità
Il cui nome è Santo
Egli è elevato e santo
E ha creato il Suo universo
Con tre libri (Sepharim)
Con il testo (Sepher)
Con il numero (Sephar)
E con la comunicazione (Sippur).
L’intero capitolo è dedicato all’”Iniziazione” delle 10 Sefirot che non vengono chiamate con i nomi che noi comunemente conosciamo (Keter, Chokmah, Binah, Chesed, Gevurah, Tiferet, Netzach, Hod, Yesod, Malkut) bensì con altri termini.
Tutte le parti in grassetto sono tratte dal testo.
1 : 1
Con 32 sentieri mistici di Sapienza
Incise Yah
In questo primo paragrafo è esposta la pluralità della Creazione in contrapposizione all’Unità più assoluta del Creatore.
Nella Creazione si conta e si numera pervenendo alla formazione di 32 sentieri  che trovano manifestazione in 10 cifre (Sefirot) e nelle 22 lettere dell’alfabeto ebraico.
Nel testo è esposta nella sua essenzialità la struttura della creazione e il brano può essere letto in questo modo:

Con 32 sentieri mistici di Sapienza                  (Chokmah la Mente Pura
                                                                             E Indifferenziata)
Incise Yah                                                          (Incise il Creatore)               
        Il Signore delle Schiere                  (Tutte le 10 Sefirot)
         Il Dio d’Israele                                         (Binah)
         Il Dio vivente                                             (Yesod)
         Re dell’universo                                      (Malkut)


          El Shaddai                                                   (Yesod)
         Pietoso e  Misericordioso                         (Chesed-Gheburah
Tiferet- Netzach-Hod)
         Sommo ed Eccelso                                    (Binah- immanenza di Dio)
         Dimorante nell’eternità                          (Chokmah-  trascendenza di Dio)
         Il cui nome è Santo                                  (Keter – trascendenza massima di Dio)
         Egli è elevato e santo                              (Ayn Sof – Essere Infinito)

E ha creato il Suo universo                              
Con tre libri /Sepharim)                          (concetto implicito di   Sefirah)
Con il testo (Sepher)                         (Lo spazio – forma fisica)
Con il numero (Sephar)                          (Il tempo)
E con la comunicazione (Sippur).          (La comunicazione)


Lo schema vuole dire che “L’impulso della creazione prima andò verso il basso, attraverso le 10 Sefirot, e poi risalì verso l’alto, ritornando all’Infinito. Soltanto allora la Creazione potè avere luogo.” Pertanto il movimento della Creazione è di discesa da Chokmah fino a Malkut (da Dio all’Universo), e di risalita da Malkut a Keter fino ad Ayn  Sof  (Dall’Universo a Dio)
Con 32 sentieri mistici di Sapienza
Tutto viene desunto dalla Torah.
I 32 sentieri, ovvero i vari aspetti particolari della Creazione o i diversi stati di coscienza, sono espressi nelle 32 volte in cui il nome di Dio Elohim appare nel racconto della Creazione (primo capitolo della Genesi).
L’espressione “Dio disse” compare dieci volte e questi sono i Dieci Detti (le parole) con i quali fu creato il mondo e questi Dieci Detti corrispondono alle dieci Sefirot mentre le altre 22 volte in cui compare il nome di Dio nel primo capitolo della Genesi corrispondono alle 22 lettere dell’alfabeto ebraico.
Le tre volte in cui troviamo l’espressione “Dio fece” corrispondono alle tre Lettere Madri (alef, mem, shin), le sette volte in cui viene ripetuto “Dio vide” corrispondono alle sette lettere doppie (bet, ghimel, dalet, kaf, peh, resh, tav), le restanti dodici volte in cui compare il nome di Elohim corrispondono alle dodici elementari (Heh, Vav, zayn, chet, tet, yod, lamed, nun, samekh, ayin, tzade, kof).
Ogni sentiero definisce un aspetto particolare della Creazione che trova corrispondenza nel corpo dell’uomo in quanto in esso sono riflesse tutte le forze della Creazione.
Sentieri
L’autore definisce i sentieri “un percorso individuale, un sentiero tracciato da ciascuno per il proprio uso personale. Si tratta di un sentiero nascosto, senza segnaletica o indicazioni, che si deve scoprire da soli e percorrere con i propri mezzi”.
Mistici
I sentieri sono nascosti, segreti e trascendentali e la loro manipolazione secondo gli insegnamenti forniti dal Sefer Yetzirah può produrre il miracolo del passaggio dal rivelato e manifesto a ciò che è segreto e immanifesto. Un esempio di manipolazione consiste nei modi differenti in cui si possono pronunciare e sonorizzare le varie lettere dell’alfabeto ebraico con particolare riferimento alle tre lettere madri.
Sapienza
Dal punto di vista kabbalistico Sapienza (Cokhmah – il Padre) è la Mente pura e indifferenziata, il pensiero puro che non si è ancora frammentato in idee, il pensiero che sta al disopra di tutte le divisioni, il pensiero “Unico”. Sapienza è “la pura forza mentale che trascende il tempo. A livello di Sapienza, passato, presente e futuro non sono ancora stati separati
L’antitesi di Sapienza è Comprensione (Binah – La Madre), livello subito al di sotto di Sapienza, livello nel quale le idee si separano, vengono analizzate e possono essere comprese. Comprensione è il livello della divisione dove le cose vengono delineate e definite come oggetti separati. Comprensione è la “forma”, è il plurale, pertanto il nome divino ad esso associato è Elohim in quanto implica una pluralità di forze. In tutto il primo capitolo della Genesi viene infatti utilizzato il nome Elohim in quanto l’atto della Creazione implica l’intervento di molte forze.
I 32 sentieri, espressi come lettere e numeri, rappresentano la divisione e la pluralità e sono tutti manifestazioni di Comprensione (Binah).
Il Padre (Chokmah) è la forza creativa non canalizzata. Questa forza è attiva soltanto se viene “delineata, racchiusa e incanalata dall’utero femminile (La Madre-Binah). E’ per questo motivo che il Sefer Yetzirah definisce le lettere primarie “Madri”.
Incise
Il Creatore utilizzò i 32 sentieri per incidere in modo da creare il Suo universo.
Incise, ovvero rimosse del materiale, fece spazio, creò uno spazio vuoto in cui deporre la Creazione. Quello spazio vuoto non esisteva, pertanto il Creatore ha operato una contrazione (Tzimtzum) e in quel vuoto inciso nella Luce Superna ebbe luogo tutta la Creazione. Tutto era nella mente di Dio, tutto era ancora a livello di Chokmah.
Il passaggio viene così descritto dall’autore:
“Il vuoto fu fatto attraverso i 32 sentieri, poiché le lettere e le cifre sono gli elementi base dell’informazione. Sebbene lettere e numeri casuali non veicolino davvero l’informazione, la loro esistenza rende possibile quella dell’informazione. Lo Spazio Vacante è pertanto uno stato in cui per l’informazione è possibile esistere, ma nel quale questa possibilità non è stata ancora realizzata.
Successivamente queste lettere furono combinate in parole, formando i Dieci Detti della Creazione. Ciascuno di questi detti portava l’informazione nello Spazio Vacante, tramite la quale in esso potè avvenire la Creazione.
Pertanto l’ordine fu prima l’incisione e poi la creazione. Per questo motivo il Sefer Yetzirah afferma che il Creatore -incise… e creò il Suo universo-”.
Incise Yah
Dopo aver creato lo Spazio Vacante vennero create le Sefirot che corrispondono ai Nomi Divini. Il primo nome creato è Elohim il quale è associato a Binah.
L’autore ritiene che in questo punto viene data una istruzione per la meditazione nel senso che il termine “incidere” significa formarsi una chiara immagine mentale del nome in modo da poter meditare su di esso poiché attraverso la meditazione si può “creare un mondo”.
Yah
Questo nome normalmente è associato a Sapienza quindi a Chokmah.
Yah, il Signore
In ebraico, è scritto YH  YHVH (Yod He  Yod He Vav He).
Con queste sei lettere Dio ha creato tutte le cose.
“Confida in Dio per l’eternità delle eternità, poiché con YH  YHVH Egli formò universi” (Isaia 26:4)
Il Signore delle Schiere
“YHVH delle Schiere” rappresenta tutte le Sefirot rivelate all’uomo poiché il Tetragrammaton ne definisce la totalità.
“YHVH delle Schiere” è il sintagma della rivelazione “è lo stato in cui Dio Si associa agli esseri che sono inferiori a Lui, precisamente alle Sue “schiere”.
Dio d’Israele
Qui Dio è Elohim e pertanto è Binah.
Il Dio Vivente
E’ la Sefirah di Yesod il Fondamento, la forza creativa essenziale, ciò che è in azione e procrea.
Re dell’Universo
E’ il modo in cui Dio Re dell’Universo si associa a Malkhut (Regalità).
Malkhut è l’unica Sefirah che entra in contatto diretto con gli stadi inferiori della Creazione. E’ lo stadio più basso e si applica sia al procedimento di discesa che a quello di risalita. (Da Sapienza si scende fino a Malkut e da lì si risale per tornare a Sapienza).
El Shaddai
E’ la Sefirah di Yesod vista nel movimento di risalita, del procedimento verso l’alto attraverso il quale l’uomo si avvicina al Divino.
Pietoso e Misericordioso
Sono le Sefirot Chesed (Amore), Gevurah (Forza), Tiferet(Bellezza), Netzach(Vittoria) e Hod (Splendore) attraverso le quali Dio esprime al mondo la Sua Misericordia.
Sommo ed Eccelso
Si riferisce alla Sefirah Binah.
Da questo punto in poi le denominazioni sono ricavate tutte dal versetto “Perché così dice (Dio), Sommo ed Eccelso, dimorante nell’Eternità, e il cui Nome è Santo: Io dimoro elevato e santo…” (Isaia 57:15).
Con tre libri
Da questo punto in poi il testo inizia a spiegare il significato della parola “Sefirah” che è il termine con il quale nell’ebraismo ci si riferisce alle “emanazioni divine che formano le basi della creazione”.
Di questi tre libri si dice che sono:
-         “testo, numero, e comunicazione”
-         “qualità, quantità e comunicazione”
-          “Universo, Anno e Anima ovvero rispettivamente Spazio(Universo), Tempo(Anno) e dimensione spirituale (Anima)”
-         “Forma delle lettere (Sepher), Valore numerico (Sephar), Pronuncia e Nome delle lettere (Sippur)”
Le dieci Sefirot definiscono 5 dimensioni:
-         3 dimensioni spaziali (Sepher) : Altezza – Profondità – Larghezza
-         1 dimensione temporale (Sefar) : la quarta dimensione
-         1 dimensione spirituale (Sippur) : la quinta dimensione.
Questi tre libri determinano i tre modi con cui si possono rappresentare i 32 sentieri che, ricordiamo, sono costituiti dalle 10 Sefirot e dalle 22 lettere dell’alfabeto ebraico.
Il primo modo consiste nel rappresentarli con la forma di un “testo”, mediante la scrittura o formata anche da diagrammi. In questo caso ci si riferisce al termine Sepher.
Il secondo modo consiste nell’esprimere i 32 sentieri come “sequenze numeriche e diramazioni di questi sentieri”. In tal caso ci si riferisce al termine Sephar.
Nel successivo versetto 1:2 il S.Y. espone chiaramente la sequenza numerica affermando che i 32 sentieri sono costituiti da 10 Sefirot e 22 lettere a loro volta classificate in 3 lettere Madri, 7 lettere Doppie e 12 lettere Elementali o Semplici.
Il terzo modo in cui può essere rappresentata la disposizione dei 32 sentieri fa riferimento al potenziale racconto che si può sviluppare dalla relazione tra i diversi sentieri, riferendosi pertanto al livello di “comunicazione”, al suono e alla voce e conseguentemente al termine Sippur.
Il livello di comunicazione e di ricezione di informazioni indica sia l’aspetto spirituale che i vari stati di coscienza che possono essere percepiti nel percorrere i vari sentieri.
I tre aspetti descritti (Sepher-Spazio, Sephar-Tempo e Sippur-Spirito ) sono inoltre evidenti nelle 22 lettere dell’alfabeto ebraico in quanto esse hanno una forma fisica ed occupano uno spazio (formano ad esempio il libro o parole), hanno ognuna un valore numerico (sono quindi numero e sequenza-tempo) e danno vita a suoni differenti e i modi differenti con cui viene pronunciata la lettera danno luogo al racconto e quindi alla comunicazione (aspetto spirituale).
Di fondamentale importanza è la distinzione dei 5 gruppi fonetici nei quali sono classificate le lettere in quanto ogni gruppo fonetico produce un suono ed un’articolazione differente.
I 5 gruppi fonetici sono: gutturale, labiale, palatale, linguale e dentale.
I tre aspetti sopra descritti , spazio-tempo-comunicazione sono compresi in ognuna delle 10 Sefirot che, nella qualità di “Libro” registrano le informazioni.
L’autore precisa infatti che “Viene quindi incisa sulle Sefirot una registrazione permanente di tutto ciò che ha avuto luogo in tutta la Creazione”.
Sephirah significa anche numero quindi anche pluralità. Il Creatore, che è l’Unità Assoluta, creando le Sefirot crea il concetto di numero in modo che “ogni evento e azione vengono misurati e pesati dalle Sefirot, e viene concepito e calcolato un responso appropriato”.
La parola “Sephirah” contiene anche il concetto di racconto, informazione e comunicazione poichè le Sefirot collegano Dio con la Sua Creazione e nel contempo sono i mezzi con cui l’uomo comunica con Dio.
Le Sefirot possono essere utilizzate come mezzi di comunicazione ma non devono essere adorate o pregate.
Le Sefirot nel loro insieme formano un albero per mezzo del quale si può avvicinare l’Infinito.
Questo primo versetto del Sefer Yetzirah presenta “le radici che definiscono le Sefirot” ed è molto importante comprendere queste radici che sono appunto il testo, il numero e la comunicazione in quanto in esse sono racchiuse le chiavi dei metodi e delle istruzioni impartite dal Sefer Yetzirah e rivolte a coloro che intendono utilizzare il testo come un manuale per la meditazione.
L’autore sintetizza i tre aspetti richiamati con le seguenti significative parole:
“Per influenzare qualunque cosa nell’universo fisico ci si deve servire della forma delle lettere. Questo significa che nella corrispondente tecnica meditativa si contempleranno determinate lettere visualizzandole come se fossero scritte in un libro. Il metodo prevede di fare in modo che ogni particolare combinazione di lettere riempia l’intero campo visivo, eliminando dalla mente tutti gli altri pensieri.

Infine, se si desidera influenzare il regno spirituale, si devono utilizzare sia i suoni delle lettere che i loro nomi. Questa tecnica, che descriveremo, si utilizza nella formazione di un Golem”

ASPASIA GRANDE MAESTRO AGGIUNTO

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