Premessa
Il Sefer Yetzirah di cui viene esposto un sintetico
commento del Primo Capitolo appartiene alla tradizione della Cabala “Ebraica”
con tutte le implicazioni che ne derivano.
E’ opportuno precisare che il commento che segue del
testo è basato sulla convinzione dell’autore che il Sefer Yetzirah sia un testo
meditativo con marcate implicazioni magiche, ipotesi che a suo avviso sono
confermate da alcune tradizioni talmudiche (IV°-V° secolo d.C.) secondo cui il
libro poteva essere utilizzato per “realizzare creature viventi” come ad
esempio un Golem.
L’autore ritiene che “I metodi del Sefer Yetzirah
sembrano includere la meditazione ed è altamente probabile che il libro venne
originariamente scritto come un manuale di meditazione”.
Di conseguenza
il suo convincimento è che “…il contenuto del Sefer Yetzirah sembra essere
un manuale di istruzioni che descrive precisi esercizi di meditazione. Esistono
alcune prove del fatto che questi esercizi intendevano rafforzare la
concentrazione dell’iniziato e che erano particolarmente utili nello sviluppo
di poteri telepatici e di telecinesi”.Il testo è ricco
di esercizi di meditazione che possono essere svolti, ad eccezione di quelli
per i quali l’autore consiglia di
astenersi o di affidarsi ad una guida esperta.
CAPITOLO I
Il Signore delle Schiere
Il Dio d’Israele
Il Dio vivente
Re dell’universo
El Shaddai
Pietoso e Misericordioso
Sommo ed Eccelso
Dimorante nell’eternità
Il cui nome è Santo
Egli è elevato e santo
E ha creato il Suo universo
Con tre libri (Sepharim)
Con il testo (Sepher)
Con il numero (Sephar)
E con la comunicazione (Sippur).
L’intero capitolo è dedicato all’”Iniziazione”
delle 10 Sefirot che non vengono chiamate con i nomi che noi comunemente
conosciamo (Keter, Chokmah, Binah, Chesed, Gevurah, Tiferet, Netzach, Hod,
Yesod, Malkut) bensì con altri termini.
Tutte le parti in grassetto sono tratte dal testo.
1
: 1
Con 32 sentieri mistici di
Sapienza
Incise Yah
In questo primo paragrafo è esposta la pluralità
della Creazione in contrapposizione all’Unità più assoluta del Creatore.
Nella Creazione si conta e si numera pervenendo alla
formazione di 32 sentieri che trovano
manifestazione in 10 cifre (Sefirot) e nelle 22 lettere dell’alfabeto ebraico.
Nel testo è esposta nella sua essenzialità la
struttura della creazione e il brano può essere letto in questo modo:
Con 32 sentieri mistici di
Sapienza (Chokmah la
Mente Pura
E Indifferenziata)
Incise Yah (Incise
il Creatore)
Il Signore delle Schiere (Tutte le 10
Sefirot)
Il Dio d’Israele (Binah)
Il Dio vivente (Yesod)
Re dell’universo (Malkut)
El Shaddai (Yesod)
Pietoso e
Misericordioso (Chesed-Gheburah
Tiferet-
Netzach-Hod)
Sommo ed Eccelso (Binah-
immanenza
di Dio)
Dimorante nell’eternità (Chokmah- trascendenza di Dio)
Il cui nome è Santo (Keter
– trascendenza massima di Dio)
Egli è elevato e santo (Ayn Sof – Essere Infinito)
E ha creato il Suo universo
Con
tre libri /Sepharim) (concetto
implicito di Sefirah)
Con il testo (Sepher) (Lo
spazio – forma fisica)
Con il numero (Sephar) (Il
tempo)
E con la comunicazione (Sippur). (La comunicazione)
Lo schema vuole dire che “L’impulso della
creazione prima andò verso il basso, attraverso le 10 Sefirot, e poi risalì
verso l’alto, ritornando all’Infinito. Soltanto allora la Creazione potè avere
luogo.” Pertanto il movimento della Creazione è di discesa da Chokmah fino
a Malkut (da Dio all’Universo), e di risalita da Malkut a Keter fino ad
Ayn Sof
(Dall’Universo a Dio)
Con 32 sentieri mistici di Sapienza
Tutto viene desunto dalla Torah.
I 32 sentieri, ovvero i vari aspetti particolari
della Creazione o i diversi stati di coscienza, sono espressi nelle 32 volte in
cui il nome di Dio Elohim appare nel racconto della Creazione (primo capitolo
della Genesi).
L’espressione “Dio disse” compare dieci volte
e questi sono i Dieci Detti (le parole) con i quali fu creato il mondo e questi
Dieci Detti corrispondono alle dieci Sefirot mentre le altre 22 volte in cui
compare il nome di Dio nel primo capitolo della Genesi corrispondono alle 22
lettere dell’alfabeto ebraico.
Le tre volte in cui troviamo l’espressione “Dio
fece” corrispondono alle tre Lettere Madri (alef, mem, shin), le sette
volte in cui viene ripetuto “Dio vide” corrispondono alle sette lettere
doppie (bet, ghimel, dalet, kaf, peh, resh, tav), le restanti dodici volte in
cui compare il nome di Elohim corrispondono alle dodici elementari (Heh, Vav,
zayn, chet, tet, yod, lamed, nun, samekh, ayin, tzade, kof).
Ogni sentiero definisce un aspetto particolare della
Creazione che trova corrispondenza nel corpo dell’uomo in quanto in esso sono
riflesse tutte le forze della Creazione.
Sentieri
L’autore definisce i sentieri “un percorso
individuale, un sentiero tracciato da ciascuno per il proprio uso personale. Si
tratta di un sentiero nascosto, senza segnaletica o indicazioni, che si deve
scoprire da soli e percorrere con i propri mezzi”.
Mistici
I sentieri sono nascosti, segreti e trascendentali e
la loro manipolazione secondo gli insegnamenti forniti dal Sefer Yetzirah può
produrre il miracolo del passaggio dal rivelato e manifesto a ciò che è segreto
e immanifesto. Un esempio di manipolazione consiste nei modi differenti in cui
si possono pronunciare e sonorizzare le varie lettere dell’alfabeto ebraico con
particolare riferimento alle tre lettere madri.
Sapienza
Dal punto di vista kabbalistico Sapienza (Cokhmah
– il Padre) è la Mente pura e indifferenziata, il pensiero puro che non si
è ancora frammentato in idee, il pensiero che sta al disopra di tutte le
divisioni, il pensiero “Unico”. Sapienza è “la pura forza mentale che trascende
il tempo. A livello di Sapienza, passato, presente e futuro non sono ancora
stati separati”
L’antitesi di Sapienza è Comprensione (Binah – La
Madre), livello subito al di sotto di Sapienza, livello nel quale le idee
si separano, vengono analizzate e possono essere comprese. Comprensione è il
livello della divisione dove le cose vengono delineate e definite come oggetti
separati. Comprensione è la “forma”, è il plurale, pertanto il nome divino ad
esso associato è Elohim in quanto implica una pluralità di forze. In tutto il
primo capitolo della Genesi viene infatti utilizzato il nome Elohim in quanto
l’atto della Creazione implica l’intervento di molte forze.
I 32 sentieri, espressi come lettere e numeri,
rappresentano la divisione e la pluralità e sono tutti manifestazioni di
Comprensione (Binah).
Il Padre (Chokmah) è la forza creativa non
canalizzata. Questa forza è attiva soltanto se viene “delineata, racchiusa e
incanalata dall’utero femminile (La Madre-Binah). E’ per questo motivo
che il Sefer Yetzirah definisce le lettere primarie “Madri”.
Incise
Il Creatore utilizzò i 32 sentieri per incidere in
modo da creare il Suo universo.
Incise, ovvero rimosse del materiale, fece spazio,
creò uno spazio vuoto in cui deporre la Creazione. Quello spazio vuoto non
esisteva, pertanto il Creatore ha operato una contrazione (Tzimtzum) e
in quel vuoto inciso nella Luce Superna ebbe luogo tutta la Creazione. Tutto
era nella mente di Dio, tutto era ancora a livello di Chokmah.
Il passaggio viene così descritto dall’autore:
“Il vuoto fu fatto attraverso i 32 sentieri, poiché
le lettere e le cifre sono gli elementi base dell’informazione. Sebbene lettere
e numeri casuali non veicolino davvero l’informazione, la loro esistenza rende
possibile quella dell’informazione. Lo Spazio Vacante è pertanto uno stato in
cui per l’informazione è possibile esistere, ma nel quale questa possibilità
non è stata ancora realizzata.
Successivamente queste lettere furono combinate in
parole, formando i Dieci Detti della Creazione. Ciascuno di questi detti
portava l’informazione nello Spazio Vacante, tramite la quale in esso potè
avvenire la Creazione.
Pertanto l’ordine fu prima l’incisione e poi la
creazione. Per questo motivo il Sefer Yetzirah afferma che il Creatore -incise…
e creò il Suo universo-”.
Incise Yah
Dopo aver creato lo Spazio Vacante vennero create le
Sefirot che corrispondono ai Nomi Divini. Il primo nome creato è Elohim il
quale è associato a Binah.
L’autore ritiene che in questo punto viene data una
istruzione per la meditazione nel senso che il termine “incidere” significa
formarsi una chiara immagine mentale del nome in modo da poter meditare su di
esso poiché attraverso la meditazione si può “creare un mondo”.
Yah
Questo nome normalmente è associato a Sapienza
quindi a Chokmah.
Yah, il Signore
In ebraico, è scritto YH YHVH (Yod He
Yod He Vav He).
Con queste sei lettere Dio ha creato tutte le cose.
“Confida in Dio per l’eternità delle eternità,
poiché con YH YHVH Egli formò universi”
(Isaia 26:4)
Il Signore delle Schiere
“YHVH delle Schiere” rappresenta tutte le Sefirot
rivelate all’uomo poiché il Tetragrammaton ne definisce la totalità.
“YHVH delle Schiere” è il sintagma della rivelazione
“è lo stato in cui Dio Si associa agli esseri che sono inferiori a Lui,
precisamente alle Sue “schiere”.
Dio d’Israele
Qui Dio è Elohim e pertanto è Binah.
Il Dio Vivente
E’ la Sefirah di Yesod il Fondamento, la forza
creativa essenziale, ciò che è in azione e procrea.
Re dell’Universo
E’ il modo in cui Dio Re dell’Universo si associa a
Malkhut (Regalità).
Malkhut è l’unica Sefirah che entra in contatto
diretto con gli stadi inferiori della Creazione. E’ lo stadio più basso e si
applica sia al procedimento di discesa che a quello di risalita. (Da Sapienza
si scende fino a Malkut e da lì si risale per tornare a Sapienza).
El Shaddai
E’ la Sefirah di Yesod vista nel movimento di
risalita, del procedimento verso l’alto attraverso il quale l’uomo si avvicina
al Divino.
Pietoso e Misericordioso
Sono le Sefirot Chesed (Amore), Gevurah (Forza), Tiferet(Bellezza),
Netzach(Vittoria) e Hod (Splendore) attraverso le quali Dio esprime al mondo la
Sua Misericordia.
Sommo ed Eccelso
Si riferisce alla Sefirah Binah.
Da questo punto in poi le denominazioni sono
ricavate tutte dal versetto “Perché così dice (Dio), Sommo ed Eccelso,
dimorante nell’Eternità, e il cui Nome è Santo: Io dimoro elevato e santo…”
(Isaia 57:15).
Con tre libri
Da questo punto in poi il testo inizia a spiegare il
significato della parola “Sefirah” che è il termine con il quale nell’ebraismo
ci si riferisce alle “emanazioni divine che formano le basi della
creazione”.
Di questi tre libri si dice che sono:
-
“testo, numero, e comunicazione”
-
“qualità, quantità e comunicazione”
-
“Universo, Anno e Anima ovvero
rispettivamente Spazio(Universo), Tempo(Anno) e dimensione spirituale (Anima)”
-
“Forma delle lettere (Sepher), Valore numerico (Sephar), Pronuncia e
Nome delle lettere (Sippur)”
Le dieci Sefirot definiscono 5 dimensioni:
-
3 dimensioni spaziali (Sepher) : Altezza – Profondità –
Larghezza
-
1 dimensione temporale (Sefar) : la quarta dimensione
-
1 dimensione spirituale (Sippur) : la quinta dimensione.
Questi tre libri determinano i tre modi con cui si
possono rappresentare i 32 sentieri che, ricordiamo, sono costituiti dalle 10
Sefirot e dalle 22 lettere dell’alfabeto ebraico.
Il primo modo consiste nel rappresentarli con la
forma di un “testo”, mediante la scrittura o formata anche da diagrammi. In
questo caso ci si riferisce al termine Sepher.
Il secondo modo consiste nell’esprimere i 32
sentieri come “sequenze numeriche e diramazioni di questi sentieri”. In
tal caso ci si riferisce al termine Sephar.
Nel successivo versetto 1:2 il S.Y. espone
chiaramente la sequenza numerica affermando che i 32 sentieri sono costituiti
da 10 Sefirot e 22 lettere a loro volta classificate in 3 lettere Madri, 7
lettere Doppie e 12 lettere Elementali o Semplici.
Il terzo modo in cui può essere rappresentata la
disposizione dei 32 sentieri fa riferimento al potenziale racconto che si può
sviluppare dalla relazione tra i diversi sentieri, riferendosi pertanto al
livello di “comunicazione”, al suono e alla voce e conseguentemente al termine
Sippur.
Il livello di comunicazione e di ricezione di
informazioni indica sia l’aspetto spirituale che i vari stati di coscienza che
possono essere percepiti nel percorrere i vari sentieri.
I tre aspetti descritti (Sepher-Spazio, Sephar-Tempo
e Sippur-Spirito ) sono inoltre evidenti nelle 22 lettere dell’alfabeto ebraico
in quanto esse hanno una forma fisica ed occupano uno spazio (formano ad
esempio il libro o parole), hanno ognuna un valore numerico (sono quindi numero
e sequenza-tempo) e danno vita a suoni differenti e i modi differenti con cui
viene pronunciata la lettera danno luogo al racconto e quindi alla
comunicazione (aspetto spirituale).
Di fondamentale importanza è la distinzione dei 5
gruppi fonetici nei quali sono classificate le lettere in quanto ogni gruppo
fonetico produce un suono ed un’articolazione differente.
I 5 gruppi fonetici sono: gutturale, labiale,
palatale, linguale e dentale.
I tre aspetti sopra descritti ,
spazio-tempo-comunicazione sono compresi in ognuna delle 10 Sefirot che, nella
qualità di “Libro” registrano le informazioni.
L’autore precisa infatti che “Viene quindi incisa
sulle Sefirot una registrazione permanente di tutto ciò che ha avuto luogo in
tutta la Creazione”.
Sephirah significa anche numero quindi anche
pluralità. Il Creatore, che è l’Unità Assoluta, creando le Sefirot crea il
concetto di numero in modo che “ogni evento e azione vengono misurati e
pesati dalle Sefirot, e viene concepito e calcolato un responso appropriato”.
La parola “Sephirah” contiene anche il concetto di
racconto, informazione e comunicazione poichè le Sefirot collegano Dio con la
Sua Creazione e nel contempo sono i mezzi con cui l’uomo comunica con Dio.
Le Sefirot possono essere utilizzate come mezzi di
comunicazione ma non devono essere adorate o pregate.
Le Sefirot nel loro insieme formano un
albero per mezzo del quale si può avvicinare l’Infinito.
Questo primo versetto del Sefer Yetzirah presenta “le
radici che definiscono le Sefirot” ed è molto importante comprendere queste
radici che sono appunto il testo, il numero e la comunicazione in quanto in
esse sono racchiuse le chiavi dei metodi e delle istruzioni impartite dal Sefer
Yetzirah e rivolte a coloro che intendono utilizzare il testo come un manuale
per la meditazione.
L’autore sintetizza i tre aspetti richiamati con le
seguenti significative parole:
“Per influenzare qualunque cosa nell’universo fisico
ci si deve servire della forma delle lettere. Questo significa che nella
corrispondente tecnica meditativa si contempleranno determinate lettere
visualizzandole come se fossero scritte in un libro. Il metodo prevede di fare
in modo che ogni particolare combinazione di lettere riempia l’intero campo
visivo, eliminando dalla mente tutti gli altri pensieri.
Infine, se si desidera influenzare il regno
spirituale, si devono utilizzare sia i suoni delle lettere che i loro nomi.
Questa tecnica, che descriveremo, si utilizza nella formazione di un Golem”.
ASPASIA GRANDE MAESTRO AGGIUNTO
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