venerdì 19 agosto 2016

I Tempi Moderni e Martinismo

Mi è capitato recentemente di volgere il mio passo lungo le vie di una grande città italiana. La folla brulicante, le vie ingombrate da venditori ambulanti, spesso abusivi, l’acre odore di urina che impregnava alcuni angoli malamente riparati, le voci e i clacson che si inseguivano senza soluzione di continuità, il confuso movimento di persone e mezzi cadenzato dai ritmi innaturali di questa nostra società malata.
Non potevo non osservare il contrasto fra le gloriosa vestigia, memorie di ordine e potenza, del tempo passato e la violenza tumorale delle nuove costruzioni. Le quali, con le forme più varie, sembravano cingere d’assedio, pronte per un ultimo e decisivo assalto, quanto era rimasto delle antiche costruzioni, che eroicamente ancora non cedevano il passo.
Gli Antichi Romani, nostri padri naturali e spirituali, narravano di un'entità soprannaturale, del quale rappresentava l’intelletto e l’energia, legata a un luogo: questo era il Genius Loci. Oggetto di venerazione, di preghiera e di invocazione., esso era tramite fra gli uomini, i luoghi e gli dei.
Guardando le nostre contorte città moderne, il nostro frenetico stile di vita e l’assurda mescolanza che tutto livella verso il basso, mi chiedo quale Genius Loci oggi è stato partorito e di quale cibo esso si alimenta?!
Non certo di devozione, non certo di nobili ideali, non certo di senso di comunità, non certo di identità. Esso è la sommatoria di singole e sterili individualità, espressione di un ego ferito disperso in un eterno e tremulo presente.
 Alla fierezza dei nostri avi, alla loro fede nei valori fondanti della nazione, intesa nel senso indentitario più alto, abbiamo sostituito la pavidità, il mercanteggio e l’asservimento individuale e collettivo. Dobbiamo necessariamente considerare che oggi ciò che unisce il popolo è il timore di perdere il proprio residuo benessere, di veder svanire lo stato sociale ed assistenziale, di retrocedere verso una linea di sussistenza prima e di povertà poi. Con l'inganno della libertà politica, del benessere economico e  dell'estensione di diritti formali privi di sostanza, hanno indotto l'uomo a rinunciare ai valori tradizionali. Tutto ciò in cambio del miraggio di pace sociale e ricchezza. Un sogno durato una mezza generazione, 40 anni, durante la quale le nuove gerarchie tecno-finanziarie hanno aumentato il proprio potere, e il popolo ha perso il potere di riconoscersi in sé stesso e lottare per un futuro migliore.
Ecco quindi, fratelli ed amici miei, che nei Nostri Venerabili Ordini non dobbiamo cedere alle istanze della modernità, la quale vuole tutto formalmente e sostanzialmente eguale. Non dobbiamo ritenere che la nostra opera sia una sorta di service, di beneficenza spirituale e neppure di un atto dovuto per il bene e il progresso indifferenziato dell’umanità.
La nostra opera è rivolta espressamente nei confronti di quei fratelli, che per identica prospettiva e figliolanza spirituale, necessitano di ritrovarsi raccolti all'interno di una struttura sana e non asservita a logiche che di iniziatico hanno ben poco.
La nostra opera deve essere quella di fornire gli strumenti, di trasmettere la filosofia e l’arte necessarie all'uso di tali strumenti. Al contempo nostro compito è quello di insediare il fratello all'interno di un perimetro spirituale adeguatamente rettificato e coeso con la nostra Tradizione elettiva. Tutto ciò al fine di mantenere viva e sostanziale la nostra trasmissione iniziatica e permettere al fratello di sviluppare in modo reale ed armonioso l’Essere Intimo.
Solamente così operando possiamo sperare di contrastare l’azione invasiva e sgretolante dell’Eggregore pernicioso di questo nostro mondo contemporaneo. Il quale promuove un'azione contro-tradizionale che spinge ad abbattere ogni differenza, non in virtù di una comune coscienza profonda, ma in forza della riduzione dell’uomo allo stato di mero numero, di unità di consumo e produzione indifferenziata. Rimuovendo i simboli, la cultura e la tradizione, otteniamo un singolo debole senza legami e prospettive. In quanto un uomo senza storia è come un albero senza radici, destinato alla balia degli elementi ed inevitabilmente a crollare e perire.



Ecco perché, in definitiva, il Nostro Venerabile Ordine, il Sovrano Ordine Gnostico Martinista, in sicura controtendenza rispetto a quanto da altri professato, ha deciso di chiedere ben più che le solite espressioni di generico desiderio e sensibilità nei confronti della spiritualità. Vogliamo dare effettivamente sostanza e profondità alle sacre parole che ci uniscono veramente, oltre la semplice iniziazione e oltre le generiche attestazioni. E' quindi necessario un fratello che crede fortemente che il primo compito del dell'iniziato è quello del sacrificio intimo a favore della tradizione. Un sacrificio che permette di mantenere viva la fiamma dei nostri valori e traghettare, questo deposito simbolico e rituale, verso le nuove generazioni. In quanto l'iniziato autentico è colui che ben sa che deve perire e che niente di più nobile esiste rispetto ad una vita spesa per un'ideale di perfezione ed abnegazione. 


La nostra volontà è che Ecce quam bonum et quam jucundum abitare fratres in unum, abbia un reale significato di Opera e di Fratellanza.


www.martinismo.net 

7 commenti:

  1. Un post molto, molto bello e interessante. Complimenti!
    Non sono un "esperto" di questi temi, ma leggendo queste righe si è accesa la voglia di approfondire alcuni argomenti, grazie per questo.
    Claudio

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    1. Carissimo Claudio, puoi approfondire le nostre tematiche a questo sito www.martinismo.net

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    2. Carissimo Claudio, puoi approfondire le nostre tematiche a questo sito www.martinismo.net

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  2. grazie, leggerò il sito sicuramente, a presto!

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  5. L'uomo, l'iniziato, il vero Martinista, deve parlare con il cuore e con parole sue, con semplicità e amore, non pretendendo nulla dai propri fratelli e donando tutto se stesso; egli è il servo di tutti e lo schiavo di nessuno. Con umile portamento e con il cuore puro troverà allora la Via e con la Via la Verità e per gli altri sarà solo di esempio, null'altro. Gli strumenti debbono essere poi pochi e semplici, mirati allo scopo che è quello della riconciliazione in noi delle proprie Virtù e Potenze divine perdute, non dimenticando mai che egli è il primo strumento di sé stesso..."TUTTO È GIUSTO E PERFETTO" sempre!

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