venerdì 14 aprile 2017

Editoriale Ecce Quam Bonum Equinozio di Primavera 2017

Questo numero della nostra amata rivista cade prossimo alla Santa Pasqua, momento in cui le celebrazioni religiose ricordano la crocifissione e la risurrezione di Gesù. Non desidero affrontare in questa sede il rapporto che sussiste fra sfera mesoterica (religiosa) ed esoterica (iniziatica), esso è fin troppo ampio e profondo per essere risolto in poche pagine, mi limito solamente a suggerire come il lavoro dell’iniziato sia quello di rimuovere le fratture e non, come altri malamente intendono, di crearne di nuove.
Seguendo tale indirizzo minimalista mi limiterò ad esporre alcune riflessioni attorno al simbolismo della domenica della palme.

Giovanni 12,12-15
12 Il giorno seguente, la gran folla che era venuta per la festa, udito che Gesù veniva a Gerusalemme, 13 prese dei rami di palme e uscì incontro a lui gridando: Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il re d'Israele! 14 Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra, come sta scritto: 15 Non temere, figlia di Sion! Ecco, il tuo re viene, seduto sopra un puledro d'asina.

Tale passo evangelico semplicemente ricorda della necessità della forma culturale e religiosa, simbolicamente rappresentata dall’asinello, affinchè essa perpetui nel corso dei secoli il senso e la sostanza del sacro. Le religioni raccolgono, in forma di rituali e festività, la tradizionale sapienza: la quale non è loro patrimonio particolare, ma è racchiusa nelle loro forme particolari. Osservando le grandi religioni monoteistiche, non possiamo che concordare come esse raccolgono, perpetuano e custodiscono (spesso in mondo inconsapevole), nei simboli e negli insegnamenti, il lascito delle culture e dei popoli che ci hanno preceduti. Questa è la funzione dell’asino. Animale rotto alla fatica, capace di sopportare un carico di lavoro insostenibile per l’uomo ed altri animali e docilmente trasportarlo laddove è richiesto.
E’ Gesù che rappresenta l’insegnamento, la sapienza, il nuovo modo di interpretare la parola e la legge divina. Egli giunge al popolo in festa per la ricorrenza religiosa. Simboleggiando come necessariamente un insegnamento iniziatico si raccoglie all’interno di una densa scorza che lo preserva. Un insegnamento che deve raggiungere comunque un novero non limitato di uomini affinché non si disperda nel tempo e nella memoria. Ciò è inevitabile.
Pensiamo al caso contrario, una piccola comunità di iniziati chiusi in se stessi, refrattari ad ogni rapporto con il mondo circostante. Cosa accadrebbe quando l’ultimo di loro avesse a mancare? Senza rapporto, senza forma di trasmissione, senza dura scorza a preservare, l’insegnamento andrebbe perduto e con esso la fiaccola in grado di guidare altri uomini nella notte dell’ignoranza. In assenza di quei grandi contenitori che sono le religioni, capaci di procedere nel tempo e nello spazio ben oltre l’effimera vita del singolo, ci troveremo sprovvisti non solo di quei collegamenti necessari fra noi e le nostre origini, ma anche, e soprattutto, di quella massa energetica in grado di colmare le carenze del singolo. Ovviamente la sapienza e le energie raccolte nella forma religiosa, saranno poi comprese, governate ed indirizzate da quella casta sacerdotale di adepti in grado di raccoglierne i flussi sottili.  Nella speranza che quanto asserito sia chiaro e comprensivo per tutti gli uomini di buona coscienza, va detto che il martinismo non si occupa di religione e neppure di politica. Onde preservare se stesso da quelle malevole attenzioni che sembrano, oggi, essere riservate a talune strutture tradizionali.

Indubbiamente quanto sta accadendo ad altre Realtà Iniziatiche (la gogna dei mass media, le bassezze che si consumano fra “fratelli”, l’accostamento, sicuramente fittizio, con deleterie situazioni sociali, ecc…) deve imporre una qualche riflessione a coloro che intendono o si arrogano di rappresentare il martinismo. Orbene malgrado che tale arroganza mi è particolarmente estranea, in quanto è già difficoltoso per me rappresentare degnamente il N:::V:::O, mi permetto però di spendere alcune riflessioni.

Sarebbe forse il caso di procedere ad una maggiore selezione di coloro che bussano alle porte dei nostri templi? Indagare accuratamente del possesso, non tanto delle qualifiche spirituali, quanto di quel minimo senso di orientamento nello spazio e nel tempo?

Sarebbe forse il caso di evitare di accogliere nei propri perimetri, siano quelli che siano, persone dubbie ed espulse da altre strutture per comportamenti indegni o controinizaitici?

Sarebbe forse il caso che personaggi disturbati, fossero immediatamente allontanati e rimossi dalle catene iniziatiche?

Sarebbe forse il caso che le varie strutture martiniste, degne di questo nome, assumessero regolare veste associativa, onde evitare il fermento del germe del sospetto?

Sarebbe forse il caso che non sussistesse nessuna possibilità di commistione fra il martinismo ed altri, pur rispettabili, percorsi iniziatici?

Sarebbe forse il caso che coloro che sono chiamati ad essere pastori di uomini, avessero una vita lavorativa certa?

Sarebbe forse il caso che coloro che pretendono di atteggiarsi a moralizzatori, si guardassero allo specchio e si interrogassero su determinati aspetti non lineari del proprio percorso?

Sarebbe forse il caso di evitare di utilizzare il martinismo, come luogo di avviamento alla Libera Muratoria o, peggio ancora, ambito su cui esercitare pressioni, dirette o indirette,  indebite?

Sarebbe il caso che molti si interrogassero se esiste il martinismo, o se piuttosto esistono i martinismi. In cosa differiscono e quali sono i lineari interpreti di tali fiume carsico tradizionale che precede sicuramente la stessa opera di Papus e del Filosofo Incognito?

Nella mia ingenuità credo che qualora fossero chiari, per tutti, questi semplici punti di buon senso si potrebbe effettivamente guardare con serenità alla nostra opera interiore. Purtroppo fino a quando per comodo, per interesse, per pavidità e per danno verso altri tutto ciò viene trascurato assisteremo sia a deprecabili spettacoli, organizzati da grottesche conventicole di eterni fuori luogo, sia al rischio che l’accidente sociale colpisca l’interno martinismo.
E’ tollerabile tutto ciò? Ovviamente non lo è. Proprio per queste ragioni il Nostro Ordine ha deciso di continuare la propria azione di solitaria testimonianza e custodia del deposito martinista. Del resto non abbiamo necessità di far parte di reti di contatto, quando esse stesse tollerano, o addirittura incentivano, il male che deriva dal disconoscimento dei punti summenzionati. Avendo, a differenza di altri, lavoro certo e radicamento nella società; non ricercando compensazioni a quanto non ottenuto nella vita profana; ci possiamo permettere di scegliere chi considerare, chi salutare e chi semplicemente ignorare.

In attesa dell’inevitabile Carthago delenda est.

Elenandro XI Grande Maestro

eremitadaisettenodi@gmail.com


ECCE QUAM BONUM 14 - EQUINOZIO DI PRIMAVERA 2017




Carissimi e Fraterni Amici,
In occasione della Pasqua, per coloro che fossero interessati a certi argomenti, ho il piacere di presentare la rivista di studi esoterici e martinisti: ECCE QUAM BONUM
liberamente scaricabile e consultabile a questo indirizzo:

INDICE DEI LAVORI PRESENTATI
TEMPI MODERNI-EDITORIALE
COSA VUOL DIRE RISURREZIONE
LE ORIGINI DEI SUPERIORI INCOGNITI
STUDIO CABALISTICO DEI SALMI PENITENZIALI
LA PURIFICAZIONE LUNARE
“I SALMI PENITENZIALI”
PROLOGO DEL VANGELO DI SAN GIOVANNI
IL MITO DELLA CADUTA NEL MARTINISMO
ALCUNE NOTE SUL VANGELO DI FILIPPO
LA MAPPA DEL SACRO
LA GRANDE OPERA
IL PANTACOLO MARTINISTA
PARLANDO CON UNA BUSSANTE

per informazioni:
eremitadaisettenodi@gmail.com


sabato 25 febbraio 2017

Strumenti e Tempi Moderni

Vi è la pretesa, da parte di taluni, che un percorso iniziatico abbia come unico riferimento il lavoro interiore, il perfezionamento, con strumenti sempre eguali a prescindere del mutare del tempo, del luogo e della contestualizzazione sociale in cui si opera. Ciò è profondamente errato, e frutto di una miopia perniciosa. L'uomo contemporaneo non è l'uomo rinascimentale e non è neppure l'uomo medioevale. Il contesto in cui oggi viviamo, l'azione invasiva delle eggregore, delle pressioni sociali, del basso psichismo in cui siamo immersi, la separazione fra uomo e natura e uomo e tradizione impongono oggi ben altri mezzi che in passato.
Lo scenario in cui l'uomo contemporaneo di desiderio, e non animato da semplice curiosità, è immerso (in quanto dobbiamo ammettere che l'iniziato non è una figura incorporea che vive in un mondo a se stante, ma come tutti beve, mangia, defeca e interagisce con il mondo circostante) è profondamente diverso da quello del passato. Da un lato abbiamo una società maggiormente invasiva ed uniformante rispetto a quella del passato, dall'altro i sistemi culturali e le varie eggregore agiscono su più livelli (basta vedere ed ascoltare la pochezza di linguaggio delle giovani generazioni, gli orientamenti limitati e limitanti, ecc...), creando uno svuotamento e un livellamento.

Ecco quindi che tutto questo determina la necessità di una nuova taratura degli strumenti e con essi dell'elemento principale dell'Opera: l'uomo stesso. Necessità di porre in essere un benefico circuito legato alla retrospezione, all'introspezione e alla meditazione. A ciò si deve aggiungere la riscoperta di quei valori fondamentali e tradizionali con cui è scritto il nostro libro dell'anima. Infine procedere, per coloro che intuiscono e che possono, verso una reale chiusura ermetica in modo da non essere cibo per la Luna. Tutto questo è oggi necessario prendere in considerazione.

Ovviamente tutto ciò che deve essere introdotto e rivalutato deve essere funzionale e portatore di effetti benefici, onde evitare che si cambi solamente per incapacità di comprendere quanto abbiamo e non sappiamo far funzionare. Per questo ai fratelli suggerisco sempre di apprendere la meccanica del rito, di studiare il generale e poi scendere nel particolare e di avere una visione pragmatica degli strumenti e dell'arte.


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domenica 5 febbraio 2017

Convento Nazionale Montecatini Terme 2016. Saluto di Chiusura Lavori



Amati Fratelli,

Quello che stiamo vivendo in queste ore è il secondo Convento Nazionale del Nostro Venerabile Ordine, non desidero qui ricapitolare la nostra storia, che del resto, a differenza di quella di altri, è ben consultabile pubblicamente e non risente di approssimative e contingenti modifiche. Bensì riassumere gli elementi salienti di questo nostro anno di servizio fraterno e amore per la divulgazione; e tracciare le linee guida, così come emerse dalla riunione della Grande Maestranza e del Collegio dei Superiori Incogniti e Superiori Incogniti Iniziatori.
Nelle riunioni di Luglio ed Ottobre 2015 della Grande Maestranza fu deliberato che il Nostro Ordine perseguisse una via dedicata al consolidamento interiore, alla revisione dell’apparato docetico e rituale e al contatto con strutture mariniste extranazionali. Questo anche in relazione al momento di confusione che sembrava vivere il martinismo italiano: cambiamenti nella composizione dei vertici di alcune strutture, progressivo sfaldamento di altre, una eccessiva difformità di impostazioni operative e filosofiche e l’irruzione di realtà spurie ed evidentemente portatrici di elementi volti alla sovversione dei nostri sacri depositi.
Inoltre, dopo gli incresciosi fatti del 27 Dicembre 2015, su cui desidero neppure spendere una parola, siamo pervenuti alla considerazione che il Convento del Nostro Venerabile Ordine non fosse più occasione di invito ufficiale di altre strutture, ma principalmente uno momento aggregativo e di riflessione speculare per tutta l’assemblea dei nostri fratelli. Del resto, come potete anche vedere dal numero dei fratelli convenuti, non abbiamo la necessità di intrupparci o rimpinguare le nostre fila ad uso di qualche scatto fotografico divulgativo per la gioia di qualche tronfio ego e per le illusioni di una oziosa ed ottusa massa. Noi siamo ciò che siamo, e la nostra storia, la sostanza della nostra fondazione, i chiari valori tradizionali a cui ci riferiamo e che incarniamo non ci permettono di scendere a compromessi. In quanto la via iniziatica non è un’approssimazione per difetto, un quieto vivere, o un’ipocrita convenienza. Non possiamo certamente spartire, oggi che abbiamo questa profonda consapevolezza, i nostri perimetri con “espulsi per giusta causa”, con personaggi che negano le radici cristiane del martinismo e vagheggiano di strane genesi, con i delatori che accoltellano alla schiena i fratelli, con i soliti noti che giocano a rubamazzetto e dall’avanzamento iniziatico fin troppo facile ed infine con chi usa surrettiziamente il martinismo per perseguire i propri fini particolari dettati da un ego fin troppo malato. Innanzi  a tutto ciò preferisco dedicarmi ad altro, e lasciare che ognuno persegua la propria via: del resto la legittimità di un ordine deriva dalla sua opera tradizionale e non dall’illusione di numeri e relazioni spesso fittizie. NON SIC IMPI, NON SIC.
Innanzi a tali evidenze fu deciso di privilegiare l’aspetto divulgativo diffuso, piuttosto che procedere lungo la via dei contatti evidenti con altre strutture. A seguito di tali direttive abbiamo, nel corso dell’anno, proposto all’attenzione del pubblico testi quali “I SETTE GIARDINI MISTICI”, “HEPTAMERON”, “EGGREGORI di Eliphas Lèvi” e molti altri, riscontrando un crescente interesse nei confronti del nostro ordine e una sempre maggiore attenzione verso le tematiche tradizionali.
Ciò ha avuto effetti positivi per il nostro Ordine, il quale non più attardato da relazioni e politiche varie, ha potuto dedicarsi al crescita spirituale dei fratelli e alla manifestazione della sua particolarità filosofica ed operativa. Si sono aggiunte a noi le logge Mikael e Bethel all’oriente di Catania, dell’Ordine Martinista Bereshit a noi federato e sulla via della completa integrazione, sono nati i gruppi di Imperia, Mantova, Firenze, Pistoia e Benevento e prossimale altri se ne aggiungeranno. Tutto ciò a prescindere del de prufundus che ci era riservato dalle solite cassandre, incapaci di comprendere come la via iniziatica non è frutto di alleanze e prospettive fin troppo umane, ma bensì della assoluta volontà e dell’intima capacità di essere custodi di una fiamma viva di servizio verso i fratelli e soprattutto di opera interiore. Concetti questi, fratelli miei, fin troppo oscuri per molti.
Al contempo abbiamo costruito alcune semplici ma fraterne relazioni con Ordini del Belgio, della Francia e dell’America Latina, che spero siano portatori di un crescente capacità di dialogo con tutte quelle realtà veramente accomunate dall’amore per questa nostra via di perfezionamento e reintegrazione.
Se quanto sopra esposto è stato, sommariamente, l’affresco dell’anno appena trascorso in ottemperanza al mandato magistrale di cui sono stato investito, è giunto adesso il momento di segnare l’indirizzo che il nostro Ordine prenderà nel corso del prossimo anno.
Il 24 Giugno 2016 è stata costituita tradizionalmente la “FRATERNITAS GNOSTICA DEL SACRO NOME”, la quale raccoglie la piena tradizione, e su ciò vi è la mia assoluta garanzia, gnostica-cristiana. Essa non vuole essere un semplice orpello attraverso cui attirare i soliti confusi della spiritualità, non sarà gingillo con cui fare contenti annoiati fratelli  e neppure uno strumento, sempre in voga, con cui legare a doppi filo fratelli. Bensì essa offrirà, sia ai fratelli del nostro ordine, così come a profani del nostro ordine un percorso di formazione spirituale e filosofica legata ai precetti della tradizione gnostica alessandrina: con strumenti adeguati. Proprio per questo, e a differenza di altri, il suo disvelamento sarà progressivo.  Attualmente il primo nucleo di questo fulcro spirituale è a Mantova e seguito dal fratello Immanuel, che ha la nostra piena fiducia.
Nel corso del 2017 provvederemo ad orientare il lavoro filosofico del Nostro Ordine verso lo studio e l’approfondimento della prospettiva gnostica. La quale, è bene ricordarlo, rappresenta la “chiave di lettura” dei nostri simboli e rituali. E’ indubbio che Papus, Louis Claude de Sant-Martin, Martinez erano degli esoteristi ed iniziatici cristiani, è altrettanto indubbio che la lettura critica del Trattato della Reintegrazione degli Esseri, delle Opere del Filosofo Incognito e della vita del Papus rimandano ad un patrimonio di conoscenze che affonda le proprie radici nel fertile terreno della gnosi alessandrina. Si prenda ad esempio la funzione reintegrazione e redentrice della Shin che discende nel ferreo e nero quaternario (nome tetra grammatico), la via di reintegrazione individuale e posta fuori da ogni perimetro religioso, l’esistenza degli agenti di prevaricazione e la loro arcontica funzione, la centralità del fuoco e della luce, il simbolismo della maschera (la nuova ed antica identità), del cordone (con cui viene legata la natura inferiore a quella superiore) e dell’alba (che rappresenta il corpo sottile che dobbiamo costruire) ecc. Sarà quindi cura dei fratelli maggiori e dei filosofi orientare i fratelli verso lo studio dello gnosticismo e del cristianesimo esoterico. Noi provvederemo a fornire i supporti e le linee.
La nostra opera di divulgazione continuerà con nuove pubblicazioni di inediti e riedizioni dei lavori dei Maestri Passati.  In quanto è necessario aumentare il fuoco ristoratore e benefico della cultura. Fratelli miei solamente attraverso l’acquisizione di adeguata formazione ed informazione sarete in grado di separare le ombre interiori e le illusioni esteriori.  Sarà mia premura costituire un gruppo di fratelli che avranno come compito di segnalare e procedere alla traduzione delle opere dei maestri passati, e di eventuali inediti in Italia.
Al contempo verrà costituita una segreteria permanente di fratelli che avranno come compito quello di mantenere i contatti assidui e costanti con le realtà mariniste non italiane.
Per quanto riguarda la mia persona nel 2017 visiterò ognuna delle circoscrizioni in cui è suddiviso il nostro Ordine, e prego i fratelli e le sorelle Filosofi Incogniti di consultarsi nel volgere di breve tempo in modo da organizzare i miei viaggi e permanenze. Avete la mia agenda a vostra completa disposizione.
Nei giorni  20-21-22 Ottobre 2017, sempre a Montecatini Terme e sempre in questo luogo, si svolgerà il nostro terzo Convento Nazionale che avrà come argomento: “ L’Albero della Vita e il suo Riflesso nel Lavoro dell’Associato Incognito “
Infine la linea del raccoglimento interiore del Nostro Ordine non cambierà, in quanto ognuna delle nostre energie sarà dedicata alla sana e proficua crescita dei fratelli e delle sorelle.  Niente ha più valore di tutto ciò, niente può essere barattato con essa.
Concludo con le sacre parole della nostra bolla fondativa: ”tradizione vivente, testimonianza militante”

Amati fratelli che la reintegrazione sia l’apice della nostra piramide.


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Convento Nazionale Montecatini Terme 2016. Saluto di Apertura



Amati Fratelli, vi ringrazio di aver trovato il tempo e il modo di formare questa nostra assemblea di giusti e volonterosi viandanti lungo le vie dello spirito.

Come ben sapete il tema del nostro convento è dedicato agli Strumenti e all’Opera Martinista.
Carissimi fratelli, è necessario comprendere che quello che da reale significato alla vostra iniziazione non è tanto un colorato brevetto o un novero di, più o meno, erudite dissertazioni, quanto il lavoro intimo inteso come consapevole momento di scoperta, di riflessione ed di integrazione interiore. In assenza della nostra pratica luni-solare, cadenzata dal ritmo giornaliero, la vostra condizione non sarebbe dissimile da quella di una molteplicità di altre degnissime persone che hanno come passatempo il discorrere di esoterismo, simbolismo ed amenità similari. La sostanza, la linfa vitale, che anima la vostra natura di iniziati è il frutto della pratica, del vostro personale impegno e del vostro sofferto lavoro. Il quale non ha come obiettivo il benessere qui ed adesso, lasciamo queste illusioni ai tanti mistificatori che appestano l’ambiente della spiritualità, bensì la seconda rinascita: liberi da tutto ciò che contingente, mortifero, impermalente. Molti di voi non hanno ancora maturato la piena consapevolezza dell’Ordine di cui sono anello, e neppure di come la parola “martinismo” non significhi necessariamente, e non lo significa, che ovunque e comunque la nostra impostazione operativa è egualmente presente. Vi prego di non stupirvi, ma sono ben poche le realtà mariniste che possiamo definire operative, e sono ancora meno quelle dove vi è posta costante attenzione attorno agli strumenti di lavoro interiore e la loro attualità alle necessità dell’iniziato di oggi.

Amatissimi, un martinismo privato della costante opera dei fratelli, articolata su di un piano che raccoglie necessariamente strumenti cardiaci-teurgici-sacerdotali, altro non è che uno sterile ibrido: dalla forma sospesa fra una teosofia ricca e una massoneria povera. Sarebbe quindi opportuno che i fratelli e i bussanti, sempre si interrogassero su questo necessario aspetto; onde comprendere dove dirigere il proprio passo, i secondi, e la collimazione, i primi, fra quanto annunciato e quanto realizzato. Ognuno di noi è responsabile delle proprie opere e soprattutto delle proprie scelte. La nostra scelta è stata quella di operare, in modo che non vi sia frattura fra IDEA e AZIONE. Che la prima non sia mai frutto di sterili intellettualismi, che la seconda non sia mai espressione di un cieco agire, questo è l’augurio che sento di rivolgere ad ognuno di noi.

Brevemente possiamo affermare che l’opera martinista nel Nostro Venerabile Ordine si sviluppa attraverso un insieme di strumenti prevalentemente individuali. I quali sono ritualmente e tradizionalmente trasmessi al fratello durante le varie iniziazioni che scandiscono il cammino volto alla reintegrazione. Abbiamo quindi:

Il grado di Associato Incognito, nel quale il fratello ancora non ha un posto fisso nella Catena Eggregorica. Questo grado è prevalentemente cardiaco e il lavoro è cadenzato su di un piano lunare incompleto. Viene testata, attraverso un lavoro continuo e monotono, la capacità del fratello di attenersi alle regole, agli impegni morali e alla condotta rituale dell’Ordine. Le poche prescrizioni alimentari e di comportamento, sono un suggerimento a riflettere attentamente se proseguire lungo la via, o porsi in meditazione. Al contempo in questa fase l’Iniziatore ha modo di valutare il Desiderio e la Volontà di colui che dovrebbe compiere i successivi passi rituali. Gli strumenti caratteristici di questo grado, nel Nostro Venerabile Ordine, sono: il rituale giornaliero, la preghiera, la meditazione, la purificazione, lavori atti ad una presa di coscienza interiore, pratiche di visualizzazione e introduzione all’uso dei salmi e delle parole di potere.
Il grado di Iniziato Incognito unisce sapientemente elementi cardiaci e teurgici. Il fratello che oramai trova collocazione nella catena di forza e di amore, è ammesso a lavorare nella pienezza del piano lunare. Ciò si concretizza con un rituale in Luna Piena, chiamato anche di consolidamento eggregorico. Tale rituale presenta delle difformità formali da Ordine ad Ordine, e non sempre ha eguale connotazione e valenza magica.  Quanto trasmesso, a livello rituale, nel primo grado non viene ovviamente abbandonato, ma trova completezza, diversificazione ed esaltazione.
Il fratello  elevato a Superiore Incognito, è depositario dell’intero corpo rituale dell’Ordine, ad eccezione di quanto previsto e disposto dalla Grande Maestranza. In questo grado il suo percorso di martinista trova completezza e al piano di lavoro lunare si aggiunge quello solare. Questo è rappresentato dai rituali maggiori, o solari, che sono posti in essere durante gli Equinozi e i Solstizi. Agli elementi cardiaci e teurgici, si aggiunge l’elemento sacerdotale. Il quale dona verticalità all’opera del fratello. Ecco quindi, ma era facilmente intuibile, che solamente colui che consegue il grado di Superiore Incognito può completamente definirsi martinista, e questo non tanto in virtù del disvelamento di qualche segreto iniziatico, ma solamente per il conferimento degli strumenti che sanciscono la nascita, se saprà operare armoniosamente, di un nuovo adepto. Nel Nostro Venerabile Ordine, a taluni fratelli Superiori Incogniti, è data facoltà e possibilità di amministrare il rito eucaristico.
Ecco quindi che nel grado di associato il fratello dissoda/libera dalla gramigna evidente/ed ara il terreno preparandolo alla semina. Nel grado di iniziato procede alla semina, seguendo la giusta cadenza lunare e beneficiando dell’influenza del benefico astro. Nel grado si superiore il fratello, amministrando sapientemente ciò che è secco e ciò che è umido, ricerca la maturazione del raccolto.
Ovviamente nessun strumento ha validità, per quanto complesso, se l’operatore è sprovvisto delle necessarie qualificazioni psicologiche e iniziatiche, o se non lo impiega con talento e volontà. L’inverso è come pretendere che uno scalpello e un mazzuolo, per loro autonome forza, cesellino il marmo e diano alla luce un’Opera di Maestria e Genio. Fratelli miei non potete certamente attendervi che altri compiono quanto voi stessi dovete porre in atto, e al contempo non potete pensare che l’iniziazione sia un singolarità taumaturgica atta a risanare per sua sponte ciò che voi stessi avete lacerato ed oltraggiato.
Amati fratelli l'unica vera sintesi è a posteriori della pratica, giammai a priori di essa e giammai frutti di sterili intellettualismi. Dovete intimamente comprendere non siete qui per percorrere un sentiero altrui, ma per trovare il vostro fra gli infiniti possibili. Tale mirabile obiettivo è conseguito alla attraverso la pratica. Essa permette di trasmutare ogni accadimento della nostra vita, in un'esperienza profonda, capace di riverberarsi sul nostro modo di percepire il Reale


Amati Fratelli Vi Auguro un Proficuo Lavoro Interiore.


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