Ecce quam bonum et quam jucundum
abitare fratres in unum sicut unguentum in capite, quod descendit in
barbam, in barba Aaron, quod descendit in oram vestimenti ejus,
sicut ros Hermon, quid descendit ab monte Sion. Quoniam illic
mandavit Dominus benedictionem usque in saeculum.
Breve ed intenso, il Salmo 133 recita:
“Come è bello e gioioso abitare, vivere da Fratelli la stessa
casa”.
Quale il significato di questo primo
verso della preghiera ?
Per capire fino in fondo il
significato di questa preghiera, dobbiamo dentro di noi, creare
dapprima il vero Silenzio interiore, neutralizzando le interferenze
che ci derivano dalla frenesia della vita materiale. Trovata la pace
interiore, dobbiamo far risuonare in noi tale preghiera attraverso
il nostro respiro ed il nostro battito cardiaco, sentirla che
avvolge tutto il nostro essere, sentirla risuonare nella nostra
mente e nelle nostre membra, con gioia. Allora, a poco a poco,
saremo in grado di aprirci all’ascolto dei significati sempre più
profondi di questa straordinaria preghiera, che apre il nostro
piccolo mondo materiale alla comprensione delle divine regole del
Cosmo.
“Come è bello e gioioso abitare da
fratelli la stessa casa” esprime – sul piano materiale – la gioia
della vita fraterna di un ordine monastico militare, nel quale erano
comuni il piatto dove si mangia, il mantello o la corazza –
ricordiamo infatti che il Cavaliere non era proprietario di nulla,
nemmeno delle sue vesti – e in cui, quindi, non crescevano
sentimenti di divisione, di invidia o di ricerca di privilegi, in
quanto accettare la Regola significava annullare ogni proprietà
materiale, a vantaggio della vita comune.
“Come è bello e gioioso abitare da
fratelli la stessa casa” esprime anche – sul piano psichico,
dell’anima, la condivisione di valori di amore fraterno che
superavano gli stessi confini della cristianità: dove la casa è il
mondo, dove Fratelli sono non solo i Cristiani, ma tutti coloro che
pregano un Dio dell’Amore: non a caso i Templari incoronarono
Federico II di Svevia “Rex Mundi” per la visione di una Fratellanza
Universale aperta al dialogo interreligioso con l’Islam; visione di
cui l’Ordine del Tempio aveva via via acquisito sempre maggiore
consapevolezza, sia attraverso la possente spinta trasmutatoria
della Preghiera, sia attraverso processi di apprendimento dei grandi
cicli astronomici dell’Universo, che pongono l’Ordine del Tempio su
un Piano di consapevolezza che trascende addirittura l’Era Cristiana
dei Pesci, per giungere ad una conoscenza universale ed
universalista, che copre un arco temporale di almeno dodicimila
anni, secondo insegnamenti molto antichi, ben noti a S. Bernardo di
Chiaravalle, autore della Regola Templare di 72 articoli.
“Come è bello e gioioso abitare da
fratelli la stessa casa” esprime infine – sul piano spirituale –
quell’operazione di chirurgia spirituale che, in un Ordine come
quello Templare in cui, per la prima volta si affianca al
tradizionale voto monastico tripartito di obbedienza, castità e
carità, tipicamente lunare, passivo, femminile, il voto dello “stare
in armi”, tipicamente solare, attivo e maschile, impone di operare
dentro di sé, dentro la propria compagine spirituale, la separazione
di chi comanda da chi obbedisce.
Tale operazione di chirurgia
spirituale è ben simboleggiata dal Sigillum consuetum dell’Ordine,
che raffigura un cavallo sormontato da due Cavalieri. Dentro
ciascuno di noi, dunque, è necessario separare un Io che comanda da
un Io che obbedisce, il maschile dal femminile, affinché sia
generato un Io nuovo, un Uomo risorto a nuova Luce divina, un Uomo
Casa di Dio sulla Terra, in grado di comandare a sé stesso e quindi
di trasformarsi, riprodursi in un Essere spirituale.
Ecco come dal proprio ascolto
interiore, dall’Ascolto della Parola di Dio, ognuno di noi può
maturare una consapevolezza superiore, attraverso la Preghiera,
massima espressione di libertà dell’Uomo, che attraverso la
Preghiera acquisisce quella conoscenza intuitiva che, a differenza
dell’apprendimento razionale, diventa partecipazione diretta al
Principio della Vita.
Il Vangelo di S. Giovanni inizia così:
“In principio era la Parola; e la Parola era presso Dio; anzi, la
Parola era Dio”. Anche secondo i cabalisti ebraici la Creazione è
innanzitutto creazione del Linguaggio: Dio crea la Parola, le
ventidue lettere dell’Alfabeto ebraico, archetipi, simboli
dell’intero Universo: dalla combinazione delle lettere deriva tutto
il Cosmo. Così l’Uomo, creato ad immagine e somiglianza di Dio,
attraverso la Parola crea la realtà ad immagine di Dio sulla Terra:
la Preghiera è dunque lo strumento trasmutatorio attraverso il quale
l’Uomo si fa Casa di Dio sulla Terra, si fa Tempio, e si avvicina
alla comprensione del Principio stesso della Vita. La preghiera come
squarcio di Luce nella vita materiale e terrena di tutti i giorni,
che ci illumina di una Luce superiore, e ci fa capire – in ogni
momento della giornata: dalla recita del Mattutino al Vespro, ma
soprattutto prima della battaglia – a non avere paura della morte.
Infine, un passo del Vangelo di
Tommaso: “Un giorno Gesù ci spiegò i segreti delle stelle. Era un
mattino di primavera: dall’alto di un colle vedevamo nella pianura
lontana sorgere il sole, là dove, all’orizzonte, ancora brillava una
luminosa costellazione. “Passano le costellazioni” – disse Gesù –
“dopo l’Ariete , i Pesci. E poi verrà l’Acquario. Allora l’Uomo
capirà che i morti sono vivi e che la morte non esiste”.
Che i templari avessero un buon rapporto con Federico II è da sfatare cito il testo: "I templari" di Peter Partner!
RispondiElimina