giovedì 22 dicembre 2016

La Purificazione

"Purificati, chiedi, ricevi, agisci: tutta l'opera è in questi quattro tempi".
(Louis Claude de Saint-Martin)

La "questione" della purificazione è uno degli elementi centrali dell'operatività Martinista, questione di cui non si sottolinea mai abbastanza l'importanza.
Nella nostra ritualità la purificazione acquista particolare importanza sia in quanto elemento di contatto diretto con l'eggregore di catena (insieme al rito giornaliero), sia in quanto cardine attorno al quale ruotano tutte le nostre operazioni, condizionandone l'andamento e,  invariabilmente, i risultati.
Sappiamo che il compito primo ed irrinunciabile di ogni Martinista è la cosiddetta "purificazione della luna". È un errore grossolano ed ingenuo ritenere che l'operazione purificatoria novilunare sia di per sè sufficiente al raggiungimento di questo scopo. La necessità della purificazione, perché di necessità si tratta, riguarda l'iniziato a 360 gradi, e investe certamente la sfera sottile dell'individuo, ma anche quella emotiva e psicologica,  oltre naturalmente , a quella fisica.
La totalità del nostro essere , con ogni sua porzione , vive , opera ed agisce nel quaternario e pertanto non possiamo considerare soltanto una frazione di noi stessi come l'oggetto della purificazione .
In questa prospettiva possiamo quindi osservare che, per quanto concerne la connessione con il nostro eggregore,  il rituale di purificazione è unico e necessario strumento d'opera; per quanto concerne il fine ultimo del Martinista  (che, lo ricordo,  dovrebbe essere quello della Reintegrazione) esso costituisce il primo ed indispensabile passo lungo la via del Ritorno.
Un primo passo che tuttavia può, da solo, fornirci un quadro generale del nostro stato, purché si abbia il desiderio e la capacità di osservare con la dovuta attenzione ed obiettività!
Osserviamo. E se non sappiamo farlo, impariamo.
Osserviamo come stiamo, come ci sentiamo, prima e dopo aver effettuato la purificazione.
Osserviamo le nostre azioni e reazioni, i nostri pensieri, le nostre abitudini e annotiamo con distacco quanto vediamo.
Osserviamo come alimentiamo la nostra mente, i nostri sensi, la nostra anima.
E troviamo la forza (volontà) di apportare dei cambiamenti, sperimentiamo!
Noi siamo sia l'alchimista che il laboratorio, non dimentichiamolo mai.
Così facendo otterremo preziose informazioni su come, e in quale direzione stiamo procedendo. Ma otterremo anche risposte a molte nostre domande...
Dunque il rituale è in sè e per sè elemento imprescindibile alla nostra opera, ma ricordiamo anche che, in fondo, rappresenta un modello, uno schema di riferimento a cui attenersi per giungere a quel perfezionamento così profondamente agognato.
Teniamo in debito conto che l'impegno profuso nelle nostre opere, e l'intenzione che le accompagna, hanno frequentemente il potere di determinarne il successo o il fallimento.
Dobbiamo puntare alla profondità, se vogliamo che i nostri sforzi non diano risultati effimeri ed estemporanei; dobbiamo essere pronti al sacrificio: l'essere superficiali e il respingere il sacrificio sono aspetti che parlano di noi, dicendoci con chiarezza e in assoluta trasparenza una qualche verità su noi stessi, che forse non è sempre agevole accogliere.
Ma tant'è. Questo è quanto siamo chiamati a compiere, affinché le nostre tradizioni possano continuare ad avere spessore, significato ed efficacia.
Soltanto così altri, dopo di noi, potranno trarne beneficio.


"Purificati, chiedi, ricevi, agisci: tutta l'opera è in questi quattro tempi".  (Louis Claude de Saint-Martin) 

Artemide Superiore Incognito

WWW.MARTINISMO.NET

Cenni di Teurgia

« Affrettati, è necessario, verso la luce e i raggi del Padre: di là ti fu inviata l'anima, rivestita di intenso intuire » (Oracoli caldaici, frammento 115)

La Teurgia esercita, oggi come ieri, indubbiamente un enorme potere di fascinazione nei confronti di molti cultori di cose esoteriche e di iniziati alla tradizione occidentale. Una semplice visita in una qualche libreria dotata di settore esoterico, permette di entrare in contatto con una mole consistente, specie rispetto a qualche anno addietro, di testi dedicati alla magia cerimoniale, alla ritualità e alla teurgia. Al contempo è difficile non considerare come oggi sistemi iniziatici rituali quali gli Eletti Cohen[1] e il Martinismo-Martinezista[2] stanno conoscendo una rinnovata capacità di attrarre uomini, desiderosi di cimentarsi lungo la via del perfezionamento interiore, anche attraverso lo strumento teurgico.

L’aver aggiunto la parola “anche” non è da parte mia un qualche vezzo letterario, in genere sono incapace di virtuosismo, quanto piuttosto sottolineare che se da un lato la teurgia è un mezzo e non un fine, dall’altro il giungere ad operare tramite essa necessita di operazioni preliminari che non è possibile eludere o posticipare.[3]

Mi si permetta di soffermarmi ulteriormente su questi punti, che ritengo fondamentali e la mancanza di comprensione, dei medesimi, foriera di danno ed illusione.
Nelle strutture tradizionali l’unico obiettivo reale è pervenire alla reintegrazione dell’iniziato nelle sue originarie qualità e condizioni spirituali. Uno stato pressoché divino dal quale la prevaricazione, l’errore, l’inganno, la mistificazione e il desiderio di potenza lo fecero decadere: precipitandolo nella condizione di creatura che aspira all'elevazione.

A tale riguardo Robert Amadou: “l'oggetto è la reintegrazione universale, alla quale l'uomo deve lavorare per la conoscenza dell'origine, dello stato presente e del destino di tutte le cose, ciascuna nel suo ordine; e principalmente della sua origine, del suo stato presente e della sua destinazione. Poiché l'uomo è l'agente della reintegrazione universale. È una seconda ragione, unita a quella che fornisce una carità ordinata, per l'uomo lavorare alla reintegrazione dell'uomo, per me lavorare alla mia reintegrazione. Reciprocamente, servendo, servo me stesso; dividendo il male, che è legione, io avanzo”.

Attraverso varie pratiche, diversamente articolate e composte, è possibile riguadagnare l’accesso a quel tempio imperituro da cui la prevaricazione ci ha esclusi. L’uomo quindi non è autonomamente in grado di ricollocarsi all’interno di un mondo spirituale superiore, ma necessita di un lungo percorso di rettificazione e di adeguati strumenti per conseguire detto risultato. La Teurgia, assieme alla meditazione, alla preghiera, alle purificazioni, ai rituali collettivi ed individuali è uno di questi strumenti. Strumenti, è utile ricordarlo, che saranno maggiormente efficaci, in forza della loro lineare trasmissione e della loro coesione operativa.

Ecco quindi, che correttamente, la Teurgia, almeno in ambito tradizionale, non rappresenta qualcosa di scisso o un’operazione comunque alla portata di tutti. Bensì essa è uno dei tanti strumenti posti a disposizione dell’iniziato, attraverso i quali dovrà, se ne sarà capace, pervenire alla realizzazione dell’Opera Interiore. La quale necessariamente passa attraverso le fasi di individuazione[4], rettificazione[5], trasmutazione[6] e reintegrazione[7].
Un Maestro Passato del Martinismo, Francesco Brunelli, soleva ripetere che il Mago è colui che inizia l’opera senza strumenti e la termina senza strumenti. In queste parole vi è un verità fondamentale. L’iniziato è colui che è posto su di un sentiero dall’azione di altri uomini, i quali lo forniscono dei necessari strumenti operativi e filosofici per cimentarsi lungo il duro cammino interiore. Successivamente questi, se apprenderà i misteri che sottintendono all’intera Opera, provvederà a disfarsi di tali strumenti, in quanto egli li avrà interiorizzati e ne avrà forgiati di nuovi.
Tutto quanto ho fino a qui scritto, è solamente per indicare come da un lato la Teurgia è parte, giammai scissa, di un insieme più ampio, e dall’altro che è necessario esperire un percorso per comprendere debitamente gli strumenti e il loro particolare e congeniale modo d’uso.
Scorciatoie non sono ammesse, e bene farebbe colui che bussa ad essere maggiormente interessato alla sostanza del luogo, ove il suo incedere lo ha condotto.

Ovviamente l’idea di poter controllare, modificare, plasmare, evocare ed invocare influssi superiori operando in accordo con il volere Divino o degli Dei, da sempre solletica il genio e l’ambizione di molti. Bisogna però interrogarsi attorno all'esistenza delle reali qualità dell’operatore atte per ottenere siffatti mirabolanti risultati. La semplice osservazione del numero non esiguo di libri di teurgia esistenti e la massa tumultuosa di aspiranti teurghi; e lo svegliarmi tutti i giorni in un mondo sempre eguale, mi porta a considerare che in definitiva la maggior parte dei sogni e dei propositi rimane nel mondo crepuscolare delle illusioni. Le quali, illusioni, attengono proprio a quando di più incompatibile sussiste nei confronti dell’opera iniziatica.
Ebbene, anni di pratica e di umane relazioni e valutazioni, mi hanno portato a considerare che molti, per motivi di spendibilità sociale e di ipocrisia nei confronti di se stessi, si raccontano di voler cimentarsi nella Teurgia o nell’Alta Magia Cerimoniale, quando il loro ambire rientrerebbe, a maggior ragione e cognizione di causa, nel perimetro degli atti e dei fatti governati dalla cosiddetta bassa magia. Questi, ipocritamente, preferiscono celarsi dietro la più nobile arte della Teurgia, invece che ammettere che il loro fare non è guidato dal desiderio di un benedicente influsso spirituale, ma bensì dal proprio ego frustrato e desideroso di appagamento.

Certo in entrambi i casi, Teurgia e Bassa Magia, sono necessarie delle identiche qualità da parte del praticante. Del resto tutto su questo piano ha minimamente bisogno di forma e di energia per poter esercitare influsso ed esistenza, ma quello che realmente scandisce la differenza fra le due arti è la prospettiva dell’Operatore. In un caso volta a beneficiare di quelle influenze superiori atte a condurlo al complimento della Grande Opera o coadiuvare il divino in vista della reintegrazione universale. Nel secondo caso invece ad agire per il proprio esclusivo vantaggio, a prescindere di quanto rientra nel nostro giusto avere. Ecco quindi che la Teurgia, qualora condotta con fini egoistici ed utilitaristici, altro non è che sostanzialmente bassa magia: con l’aggravante della codarda e non giustificabile ipocrisia dell’operatore.



[1] Martinez de Pasqually nel 1754 diede vita all'Ordine dei Cavalieri Massoni Eletti Cohen dell'Universo. Un ordine, quello del Martinez, strutturato in un sistema iniziatico che trovava fondamento nella piramide nei gradi azzurri della massoneria (apprendista, compagno e maestro) su cui poi si innestavano altri tre gruppi di gradi:Classe del PorticoClasse del Tempio e Classe segreta. A ragione di tale articolazione iniziatica vi era la volontà del teurgo Martinez di far corrispondere una sephirot per ogni grado o scalini iniziatico:
Massoneria azzurra:
1° grado - Apprendista (Malkûth: regno)
2° grado - Compagno (Jesôd: fondamento)
3° grado - Maestro (Hôd: maestà)
4° grado - Apprendista Cohen (Nezach: eternità)
Classe del Portico:
5° grado - Compagno Cohen (Tiferet: pietà)
6° grado - Maestro Cohen (Gevurah: giustizia)
7° grado - Maestro Particolare (Chesod: amore)
Classe del Tempio:
8° grado - Gran Maestro Eletto Cohen (Binah: intelligenza)
9° grado - Cavaliere d'Oriente (Chokhmah: sapienza)
Classe segreta:
10° grado - Reau-Croix (Keter: corona eccelsa)

[2] Si consulti al riguardo il sito www.martinismo.net . La tradizione martinista-martinezista, che ancora vive in alcuni ordini martinisti regolari, dispone una piramide operativa a carattere rituale individuale: elementi teurgici, cardiaci e sacerdotali compongono gli strumenti forniti per realizzazione dell’Opera.
[3] Per questo è sempre da guardare con enorme sospetto colui che non attende e non opera nei tempi e nei modi necessari, ma pretende, piuttosto, conferimenti ed avanzamenti solamente dettati dall’effimera gloria. Egli è un falso iniziato e sarà quindi un falso maestro.
[4] Attraverso la fase dell’Individuazione si prende coscienza del nostro stato individuale, e non raffrontabile con quello altrui.
[5] In questa fase si procede alla rimozione degli elementi incompatibili con il nostro desidero di reintegrazione. Successivamente si procede alla purificazione degli elementi compatibili.
[6] Gli elementi purificati sono sottoposti ad un’azione, tramite l’elemento fuoco e le acque corrosive, atta a trasmutarli sostanzialmente in elementi sottili.
[7] La conclusiva opera attraverso cui si giunge alla reintegrazione dell’Uomo nell’Uomo e dell’Uomo nel Divino.


www.martinismo.net

Editoriale 21 Dicembre 2016 - Ecce Quam Bonum 13


Carissimo e paziente lettore, la rivista che stai sfogliando è uno degli strumenti divulgativi di cui è dotato il Sovrano Ordine Gnostico Martinista. Essa è una finestra che permette a te di gettare uno sguardo sulla nostra fiamma ideale, e permette a noi di entrare in contatto con un pubblico che è variamente formato ed articolato.
Ecco quindi che quanto qui verrà trattato non rappresenta il tutto dei nostri lavori, siano essi individuali o legati all'opera delle nostre Colline e Gruppi, ma solamente quanto può e deve essere mostrato al fine di comunicare i nostri studi, cercare di soddisfare quella sana e utile curiosità attorno al martinismo ed intessere rapporti con quei fratelli e sorelle momentaneamente isolati.

Questo numero della nostra amata rivista cade durante la fase astronomica del solstizio d’inverno. Questo momento astrale determina l’assoluto prevalere delle ore notturne su quelle diurne. E’ quindi oggi, il 21 Dicembre, il giorno più breve dell’anno, il giorno in cui le ombre dell’oscurità sembrano avere trionfato sulla luce.
In realtà proprio il 21 Dicembre rappresenta il momento in cui il Sole torna a percorre la sua marcia trionfale nel firmamento. Giorno dopo giorno i raggi solari irradiano con sempre maggiore fermezza ed intensità il nostro globo, determinando l’arretramento delle tenebre. Fino al completo trionfo che avverrà nel solstizio d’estate.
Il momento del massimo trionfo di un elemento, della sua conclamata ed universale vittoria, non rappresenta che l’inizio della sua inevitabile decadenza. Dando vita a quell’eterno ciclo dell’alternanza, che contraddistingue questo piano della formazione.
Non è possibile, su questo piano, l’esistenza di luce e tenebra in assenza dell’altro.  In quanto tutto è sorretto dalla ciclicità degli opposti, da questo magnetismo di forze opponenti e divergenti, che come la quadriga, trovando equilibrio e fermezza nelle mani esperte del cocchiere, permettono il processionare  fra essere e non essere, vita e morte, staticità e dinamismo.

Compito dell’iniziato è quello è quello di essere il forte e saldo cocchiere che guida le varie coppie di opposti. Il quale, in virtù della propria volontà, imprime una direzione a questo forze, rompendone lo statico equilibrio.

Ecco perché, amato fratello, all’interno del tuo lavoro individuale, dovrai comprendere che sono proprio gli elementi psicologici ed animici che intendi rimuovere o trasmutare, quelli da cui, inizialmente, trarrai la forza e la sostanza per il compimento della tua Grande Opera.

Gli Antichi Alchimisti, sapienti fra i sapienti, sostenevano che solamente colui che ha l’oro può creare altro oro. Ecco quindi dovrai con attenzione osservare il tuo variegato mondo interiore, alla ricerca di quanto ti potrà essere utile per l’edificazione del tuo tempio. Non dovrai procedere in base a dogmatismi, ad astrusi concetti o altrui opinioni. Sarai guidato solamente dalla lanterna della tua conoscenza. Avrai come arma solamente la tua forza di volontà. Fratello mio non sarai però solo in questa opera, in quanto saprai che i fratelli maggiori vegliano su di te ed avrai a disposizione i nostri utili e particolari strumenti.

In modo che scoprirai che il sentiero reale non è quello che trova nella colonna nera o nella colonna bianca le proprie luci. Il sentiero reale è quello che  le attraversa.

Elenandro XI Grande Maestro

eremitadaisettenodi@gmail.com


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Presenza Territoriale Sovrano Ordine Gnostico Martinista

SOVRANO ORDINE GNOSTICO MARTINISTA

ARTICOLAZIONE TERRITORIALE


È sempre bene ricordare come il Martinismo sia un percorso tradizionale individuale rivolto ad uomini e donne orientati nel tempo e nello spazio. È infatti la lama dell'Eremita che maggiormente rappresenta il martinista. Egli è armato di bastone (gli strumenti dell'opera); è coperto di mantello (la dimensione incognita); è munito di lanterna (la luce interiore). Con questi strumenti affronta la notte dell'ignoranza e i pericoli della sua natura inferiore.
È nella ritualità giornaliera e luni-solare che il martinista edifica il tempio interiore: rito giornaliero di catena, purificazioni mensili, e grandi rituali. Complementare, ma non indispensabile, è la ritualità collettiva che avviene all'interno delle Logge regolarmente costituite. Di seguito indichiamo l'attuale presenza territoriale del Sovrano Ordine Gnostico Martinista, sottolineando che ogni GRUPPO dipende amministrativamente ed iniziaticamente da una Loggia.
Per maggiori informazioni: eremitadaisettenodi@gmail.com



Loggia Louis Claude de Saint-Martin (Mantova)
Loggia Abraxas  (del Grande Maestro)
Loggia Silentium (Montecatini Terme)
Loggia Stanislas de Guaita (Raccoglie i fratelli e le sorelle isolati)
Loggia Bethel (Catania Sicilia)
Loggia Mikael  (Catania Sicilia)
Gruppo Melchisedec (Grottaglie)
Gruppo Uriel (Bologna)
Gruppo Martinès de Pasqually (Genova Liguria)
Gruppo Hercules (Catania)


Ogni Loggia, in quanto le bolle di fondazione con doppia firma rimangono nella disponibilità del Grande Maestro, opera in Nome dell'Ordine di appartenenza.



sabato 17 dicembre 2016

SEFER YETZIRAH – Libro della Creazione (commento al primo capitolo

Premessa

Il Sefer Yetzirah di cui viene esposto un sintetico commento del Primo Capitolo appartiene alla tradizione della Cabala “Ebraica” con tutte le implicazioni che ne derivano.
E’ opportuno precisare che il commento che segue del testo è basato sulla convinzione dell’autore che il Sefer Yetzirah sia un testo meditativo con marcate implicazioni magiche, ipotesi che a suo avviso sono confermate da alcune tradizioni talmudiche (IV°-V° secolo d.C.) secondo cui il libro poteva essere utilizzato per “realizzare creature viventi” come ad esempio un Golem.
L’autore ritiene che “I metodi del Sefer Yetzirah sembrano includere la meditazione ed è altamente probabile che il libro venne originariamente scritto come un manuale di meditazione”.
Di conseguenza il suo convincimento è che “…il contenuto del Sefer Yetzirah sembra essere un manuale di istruzioni che descrive precisi esercizi di meditazione. Esistono alcune prove del fatto che questi esercizi intendevano rafforzare la concentrazione dell’iniziato e che erano particolarmente utili nello sviluppo di poteri telepatici e di telecinesi”.Il testo è ricco di esercizi di meditazione che possono essere svolti, ad eccezione di quelli per i quali l’autore consiglia di  astenersi o di affidarsi ad una guida esperta.
 
CAPITOLO I
Il Signore delle Schiere
Il Dio d’Israele
Il Dio vivente
Re dell’universo
El Shaddai
Pietoso e  Misericordioso
Sommo ed Eccelso
Dimorante nell’eternità
Il cui nome è Santo
Egli è elevato e santo
E ha creato il Suo universo
Con tre libri (Sepharim)
Con il testo (Sepher)
Con il numero (Sephar)
E con la comunicazione (Sippur).
L’intero capitolo è dedicato all’”Iniziazione” delle 10 Sefirot che non vengono chiamate con i nomi che noi comunemente conosciamo (Keter, Chokmah, Binah, Chesed, Gevurah, Tiferet, Netzach, Hod, Yesod, Malkut) bensì con altri termini.
Tutte le parti in grassetto sono tratte dal testo.
1 : 1
Con 32 sentieri mistici di Sapienza
Incise Yah
In questo primo paragrafo è esposta la pluralità della Creazione in contrapposizione all’Unità più assoluta del Creatore.
Nella Creazione si conta e si numera pervenendo alla formazione di 32 sentieri  che trovano manifestazione in 10 cifre (Sefirot) e nelle 22 lettere dell’alfabeto ebraico.
Nel testo è esposta nella sua essenzialità la struttura della creazione e il brano può essere letto in questo modo:

Con 32 sentieri mistici di Sapienza                  (Chokmah la Mente Pura
                                                                             E Indifferenziata)
Incise Yah                                                          (Incise il Creatore)               
        Il Signore delle Schiere                  (Tutte le 10 Sefirot)
         Il Dio d’Israele                                         (Binah)
         Il Dio vivente                                             (Yesod)
         Re dell’universo                                      (Malkut)


          El Shaddai                                                   (Yesod)
         Pietoso e  Misericordioso                         (Chesed-Gheburah
Tiferet- Netzach-Hod)
         Sommo ed Eccelso                                    (Binah- immanenza di Dio)
         Dimorante nell’eternità                          (Chokmah-  trascendenza di Dio)
         Il cui nome è Santo                                  (Keter – trascendenza massima di Dio)
         Egli è elevato e santo                              (Ayn Sof – Essere Infinito)

E ha creato il Suo universo                              
Con tre libri /Sepharim)                          (concetto implicito di   Sefirah)
Con il testo (Sepher)                         (Lo spazio – forma fisica)
Con il numero (Sephar)                          (Il tempo)
E con la comunicazione (Sippur).          (La comunicazione)


Lo schema vuole dire che “L’impulso della creazione prima andò verso il basso, attraverso le 10 Sefirot, e poi risalì verso l’alto, ritornando all’Infinito. Soltanto allora la Creazione potè avere luogo.” Pertanto il movimento della Creazione è di discesa da Chokmah fino a Malkut (da Dio all’Universo), e di risalita da Malkut a Keter fino ad Ayn  Sof  (Dall’Universo a Dio)
Con 32 sentieri mistici di Sapienza
Tutto viene desunto dalla Torah.
I 32 sentieri, ovvero i vari aspetti particolari della Creazione o i diversi stati di coscienza, sono espressi nelle 32 volte in cui il nome di Dio Elohim appare nel racconto della Creazione (primo capitolo della Genesi).
L’espressione “Dio disse” compare dieci volte e questi sono i Dieci Detti (le parole) con i quali fu creato il mondo e questi Dieci Detti corrispondono alle dieci Sefirot mentre le altre 22 volte in cui compare il nome di Dio nel primo capitolo della Genesi corrispondono alle 22 lettere dell’alfabeto ebraico.
Le tre volte in cui troviamo l’espressione “Dio fece” corrispondono alle tre Lettere Madri (alef, mem, shin), le sette volte in cui viene ripetuto “Dio vide” corrispondono alle sette lettere doppie (bet, ghimel, dalet, kaf, peh, resh, tav), le restanti dodici volte in cui compare il nome di Elohim corrispondono alle dodici elementari (Heh, Vav, zayn, chet, tet, yod, lamed, nun, samekh, ayin, tzade, kof).
Ogni sentiero definisce un aspetto particolare della Creazione che trova corrispondenza nel corpo dell’uomo in quanto in esso sono riflesse tutte le forze della Creazione.
Sentieri
L’autore definisce i sentieri “un percorso individuale, un sentiero tracciato da ciascuno per il proprio uso personale. Si tratta di un sentiero nascosto, senza segnaletica o indicazioni, che si deve scoprire da soli e percorrere con i propri mezzi”.
Mistici
I sentieri sono nascosti, segreti e trascendentali e la loro manipolazione secondo gli insegnamenti forniti dal Sefer Yetzirah può produrre il miracolo del passaggio dal rivelato e manifesto a ciò che è segreto e immanifesto. Un esempio di manipolazione consiste nei modi differenti in cui si possono pronunciare e sonorizzare le varie lettere dell’alfabeto ebraico con particolare riferimento alle tre lettere madri.
Sapienza
Dal punto di vista kabbalistico Sapienza (Cokhmah – il Padre) è la Mente pura e indifferenziata, il pensiero puro che non si è ancora frammentato in idee, il pensiero che sta al disopra di tutte le divisioni, il pensiero “Unico”. Sapienza è “la pura forza mentale che trascende il tempo. A livello di Sapienza, passato, presente e futuro non sono ancora stati separati
L’antitesi di Sapienza è Comprensione (Binah – La Madre), livello subito al di sotto di Sapienza, livello nel quale le idee si separano, vengono analizzate e possono essere comprese. Comprensione è il livello della divisione dove le cose vengono delineate e definite come oggetti separati. Comprensione è la “forma”, è il plurale, pertanto il nome divino ad esso associato è Elohim in quanto implica una pluralità di forze. In tutto il primo capitolo della Genesi viene infatti utilizzato il nome Elohim in quanto l’atto della Creazione implica l’intervento di molte forze.
I 32 sentieri, espressi come lettere e numeri, rappresentano la divisione e la pluralità e sono tutti manifestazioni di Comprensione (Binah).
Il Padre (Chokmah) è la forza creativa non canalizzata. Questa forza è attiva soltanto se viene “delineata, racchiusa e incanalata dall’utero femminile (La Madre-Binah). E’ per questo motivo che il Sefer Yetzirah definisce le lettere primarie “Madri”.
Incise
Il Creatore utilizzò i 32 sentieri per incidere in modo da creare il Suo universo.
Incise, ovvero rimosse del materiale, fece spazio, creò uno spazio vuoto in cui deporre la Creazione. Quello spazio vuoto non esisteva, pertanto il Creatore ha operato una contrazione (Tzimtzum) e in quel vuoto inciso nella Luce Superna ebbe luogo tutta la Creazione. Tutto era nella mente di Dio, tutto era ancora a livello di Chokmah.
Il passaggio viene così descritto dall’autore:
“Il vuoto fu fatto attraverso i 32 sentieri, poiché le lettere e le cifre sono gli elementi base dell’informazione. Sebbene lettere e numeri casuali non veicolino davvero l’informazione, la loro esistenza rende possibile quella dell’informazione. Lo Spazio Vacante è pertanto uno stato in cui per l’informazione è possibile esistere, ma nel quale questa possibilità non è stata ancora realizzata.
Successivamente queste lettere furono combinate in parole, formando i Dieci Detti della Creazione. Ciascuno di questi detti portava l’informazione nello Spazio Vacante, tramite la quale in esso potè avvenire la Creazione.
Pertanto l’ordine fu prima l’incisione e poi la creazione. Per questo motivo il Sefer Yetzirah afferma che il Creatore -incise… e creò il Suo universo-”.
Incise Yah
Dopo aver creato lo Spazio Vacante vennero create le Sefirot che corrispondono ai Nomi Divini. Il primo nome creato è Elohim il quale è associato a Binah.
L’autore ritiene che in questo punto viene data una istruzione per la meditazione nel senso che il termine “incidere” significa formarsi una chiara immagine mentale del nome in modo da poter meditare su di esso poiché attraverso la meditazione si può “creare un mondo”.
Yah
Questo nome normalmente è associato a Sapienza quindi a Chokmah.
Yah, il Signore
In ebraico, è scritto YH  YHVH (Yod He  Yod He Vav He).
Con queste sei lettere Dio ha creato tutte le cose.
“Confida in Dio per l’eternità delle eternità, poiché con YH  YHVH Egli formò universi” (Isaia 26:4)
Il Signore delle Schiere
“YHVH delle Schiere” rappresenta tutte le Sefirot rivelate all’uomo poiché il Tetragrammaton ne definisce la totalità.
“YHVH delle Schiere” è il sintagma della rivelazione “è lo stato in cui Dio Si associa agli esseri che sono inferiori a Lui, precisamente alle Sue “schiere”.
Dio d’Israele
Qui Dio è Elohim e pertanto è Binah.
Il Dio Vivente
E’ la Sefirah di Yesod il Fondamento, la forza creativa essenziale, ciò che è in azione e procrea.
Re dell’Universo
E’ il modo in cui Dio Re dell’Universo si associa a Malkhut (Regalità).
Malkhut è l’unica Sefirah che entra in contatto diretto con gli stadi inferiori della Creazione. E’ lo stadio più basso e si applica sia al procedimento di discesa che a quello di risalita. (Da Sapienza si scende fino a Malkut e da lì si risale per tornare a Sapienza).
El Shaddai
E’ la Sefirah di Yesod vista nel movimento di risalita, del procedimento verso l’alto attraverso il quale l’uomo si avvicina al Divino.
Pietoso e Misericordioso
Sono le Sefirot Chesed (Amore), Gevurah (Forza), Tiferet(Bellezza), Netzach(Vittoria) e Hod (Splendore) attraverso le quali Dio esprime al mondo la Sua Misericordia.
Sommo ed Eccelso
Si riferisce alla Sefirah Binah.
Da questo punto in poi le denominazioni sono ricavate tutte dal versetto “Perché così dice (Dio), Sommo ed Eccelso, dimorante nell’Eternità, e il cui Nome è Santo: Io dimoro elevato e santo…” (Isaia 57:15).
Con tre libri
Da questo punto in poi il testo inizia a spiegare il significato della parola “Sefirah” che è il termine con il quale nell’ebraismo ci si riferisce alle “emanazioni divine che formano le basi della creazione”.
Di questi tre libri si dice che sono:
-         “testo, numero, e comunicazione”
-         “qualità, quantità e comunicazione”
-          “Universo, Anno e Anima ovvero rispettivamente Spazio(Universo), Tempo(Anno) e dimensione spirituale (Anima)”
-         “Forma delle lettere (Sepher), Valore numerico (Sephar), Pronuncia e Nome delle lettere (Sippur)”
Le dieci Sefirot definiscono 5 dimensioni:
-         3 dimensioni spaziali (Sepher) : Altezza – Profondità – Larghezza
-         1 dimensione temporale (Sefar) : la quarta dimensione
-         1 dimensione spirituale (Sippur) : la quinta dimensione.
Questi tre libri determinano i tre modi con cui si possono rappresentare i 32 sentieri che, ricordiamo, sono costituiti dalle 10 Sefirot e dalle 22 lettere dell’alfabeto ebraico.
Il primo modo consiste nel rappresentarli con la forma di un “testo”, mediante la scrittura o formata anche da diagrammi. In questo caso ci si riferisce al termine Sepher.
Il secondo modo consiste nell’esprimere i 32 sentieri come “sequenze numeriche e diramazioni di questi sentieri”. In tal caso ci si riferisce al termine Sephar.
Nel successivo versetto 1:2 il S.Y. espone chiaramente la sequenza numerica affermando che i 32 sentieri sono costituiti da 10 Sefirot e 22 lettere a loro volta classificate in 3 lettere Madri, 7 lettere Doppie e 12 lettere Elementali o Semplici.
Il terzo modo in cui può essere rappresentata la disposizione dei 32 sentieri fa riferimento al potenziale racconto che si può sviluppare dalla relazione tra i diversi sentieri, riferendosi pertanto al livello di “comunicazione”, al suono e alla voce e conseguentemente al termine Sippur.
Il livello di comunicazione e di ricezione di informazioni indica sia l’aspetto spirituale che i vari stati di coscienza che possono essere percepiti nel percorrere i vari sentieri.
I tre aspetti descritti (Sepher-Spazio, Sephar-Tempo e Sippur-Spirito ) sono inoltre evidenti nelle 22 lettere dell’alfabeto ebraico in quanto esse hanno una forma fisica ed occupano uno spazio (formano ad esempio il libro o parole), hanno ognuna un valore numerico (sono quindi numero e sequenza-tempo) e danno vita a suoni differenti e i modi differenti con cui viene pronunciata la lettera danno luogo al racconto e quindi alla comunicazione (aspetto spirituale).
Di fondamentale importanza è la distinzione dei 5 gruppi fonetici nei quali sono classificate le lettere in quanto ogni gruppo fonetico produce un suono ed un’articolazione differente.
I 5 gruppi fonetici sono: gutturale, labiale, palatale, linguale e dentale.
I tre aspetti sopra descritti , spazio-tempo-comunicazione sono compresi in ognuna delle 10 Sefirot che, nella qualità di “Libro” registrano le informazioni.
L’autore precisa infatti che “Viene quindi incisa sulle Sefirot una registrazione permanente di tutto ciò che ha avuto luogo in tutta la Creazione”.
Sephirah significa anche numero quindi anche pluralità. Il Creatore, che è l’Unità Assoluta, creando le Sefirot crea il concetto di numero in modo che “ogni evento e azione vengono misurati e pesati dalle Sefirot, e viene concepito e calcolato un responso appropriato”.
La parola “Sephirah” contiene anche il concetto di racconto, informazione e comunicazione poichè le Sefirot collegano Dio con la Sua Creazione e nel contempo sono i mezzi con cui l’uomo comunica con Dio.
Le Sefirot possono essere utilizzate come mezzi di comunicazione ma non devono essere adorate o pregate.
Le Sefirot nel loro insieme formano un albero per mezzo del quale si può avvicinare l’Infinito.
Questo primo versetto del Sefer Yetzirah presenta “le radici che definiscono le Sefirot” ed è molto importante comprendere queste radici che sono appunto il testo, il numero e la comunicazione in quanto in esse sono racchiuse le chiavi dei metodi e delle istruzioni impartite dal Sefer Yetzirah e rivolte a coloro che intendono utilizzare il testo come un manuale per la meditazione.
L’autore sintetizza i tre aspetti richiamati con le seguenti significative parole:
“Per influenzare qualunque cosa nell’universo fisico ci si deve servire della forma delle lettere. Questo significa che nella corrispondente tecnica meditativa si contempleranno determinate lettere visualizzandole come se fossero scritte in un libro. Il metodo prevede di fare in modo che ogni particolare combinazione di lettere riempia l’intero campo visivo, eliminando dalla mente tutti gli altri pensieri.

Infine, se si desidera influenzare il regno spirituale, si devono utilizzare sia i suoni delle lettere che i loro nomi. Questa tecnica, che descriveremo, si utilizza nella formazione di un Golem”

ASPASIA GRANDE MAESTRO AGGIUNTO

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giovedì 8 dicembre 2016

La Progressione Iniziatica dell'Associato Incognito. Video della Pubblica Conferenza, Montecatini Terme Ottobre 2016




La Progressione Iniziatica dell'Associato Incognito. Pubblica conferenza organizzata dal Sovrano Ordine Gnostico Martinista in occasione del Convento Nazionale di Montecatini Terme (Ottobre 2016)

Come sua tradizione il Sovrano Ordine Gnostico Martinista, dedica la giornata della domenica a pubbliche conferenze (aperte a profani rispetto al martinismo) ottemperando così al dovere di divulgare.



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lunedì 5 dicembre 2016

Il Metodo e gli Strumenti del Martinista. Video della Pubblica Conferenza, Montecatini Terme Ottobre 2016





Il metodo e gli strumenti del martinista. Pubblica conferenza organizzata dal Sovrano Ordine Gnostico Martinista in occasione del Convento Nazionale di Montecatini Terme (Ottobre 2016)

Come sua tradizione il Sovrano Ordine Gnostico Martinista, dedica la giornata della domenica a pubbliche conferenze (aperte a profani rispetto al martinismo) ottemperando così al dovere di divulgare.


Il Cammino Iniziatico. Video della Pubblica Conferenza, Montecatini Terme Ottobre 2016


Il Cammino Iniziatico. Pubblica conferenza organizzata dal Sovrano Ordine Gnostico Martinista in occasione del Convento Nazionale di Montecatini Terme (Ottobre 2016)

Come sua tradizione il Sovrano Ordine Gnostico Martinista, dedica la giornata della domenica a pubbliche conferenze (aperte a profani rispetto al martinismo) ottemperando così al dovere di divulgare.




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