venerdì 19 agosto 2016

Gli Eletti Mercanti

La pretesa di alcuni di utilizzare il martinismo come un luogo dove raccogliere materiale umano da indirizzare verso altre strutture, in genere fittizie o irragionevoli, rappresenta uno dei sintomi della confusione che agita tante comparse del panorama esoterico italiano e mondiale. Una perniciosa confusione che nasce proprio dal fraintendimento di cosa sono e cosa non sono l’iniziazione e la tradizione; e di come esse non sono al servizio degli uomini, ma sono gli uomini al loro servizio. Solamente la pratica assidua porta alla conoscenza dei reali meccanismi che governano un percorso iniziatico. La quale può essere compiuta esclusivamente all'interno di una struttura regolare, dove è possibile trovare la giusta armonia che separa la benevola influenza sottile da quanto è psichico e fin troppo umano. Occorrono anni per maturare l’adeguata comprensione del significato simbolico, filosofico ed operativo dei gradi; ed occorrono le giuste doti per trasmettere tali insegnamenti. La trasmissione iniziatica non è obbligo sancito dalla carta costituzionale e neppure è prescrizione medica. Essa comporta spirito di sacrificio, l’adeguata capacità di valutare e l’armonico equilibrio dell’iniziatore. Essa, quando reale, è preclusa a colui che non ha rispettato i dettami di cui sopra; e non possiamo che guardare con un certo sospetto a coloro che transitano, dando luogo a quel fenomeno della transumanza iniziatica, da un ordine all'altro e da un corpo rituale all'altro. 
Al contempo, proprio in forza della comprensione del duro lavoro necessario, è altrettanto sospetto quanto taluni propongono in merito alla sovrapposizioni di corpi rituali individuali fra loro difformi, dando vita a malevoli piramidi operative. Posso ben comprendere la complementarità di un rito individuale giornaliero con un rito collettivo a cadenza mensile o bisettimanale; rimango perplesso innanzi all'accatastamento  artificioso di un rito individuale su rito individuale.

Del resto osservando quelle sane realtà mariniste tradizionali, che dispiace dirlo non sono poi molte, esse sono depositarie di un patrimonio docetico e rituale (individuale e collettivo), sapientemente distillato dai Maestri Passati ed armonizzato, con le esigenze dell’iniziato contemporaneo, delle operose Grandi Maestranze.  Al fratello e alla sorella sono forniti strumenti aventi natura cardiaca, teurgica e sacerdotale; all'interno di una prospettiva di reintegrazione dell’uomo nell'uomo e dell’uomo nel divino.
Le spogliazioni cadenzate dal regime delle purificazioni e dalle necessarie meditazioni. Il progressivo contatto con le influenze sottili, in virtù dei rituali teurgici minori e maggiori. Il totale abbattimento della dimensione individuale, attraverso il Servizio (questo il vero significato della S di superiore) verso la comunità dei fratelli “TUTTI”, e l’abnegazione verso il divino. Non dovrebbero rappresentare già un viatico lungo una vita, se correttamente inteso e praticato ?
Fratelli miei nella mia pratica martinista non posso che soffermarmi attorno ad alcuni numeri, che ben rendono l’idea dell’impegno a cui sono sottoposti i devoti praticanti della nostra via. Essi si riassumono in 352 rituali giornalieri annui, 13 rituali di purificazione in luna nera, 13 rituali di luna piena variamente articolati, due rituali equinoziali, due rituali solstiziali, la conduzione dei lavori di loggia nei suoi vari gradi e relative iniziazioni, la riproposizione continua della meditazione dei 28 giorni e i rituali eucaristici quando previsti.  
Può essere che innanzi a questo appartato formidabile, che trova sintesi operativa nella figura del Superiore Incognito, capace di raccogliere ogni stilla della tradizione operativa occidentale, qualcosa sia mancante o inadeguato ? Orbene niente impedisce sicuramente al Superiore Incognito di integrare, in Stretta Osservanza dei pesi e delle misure che governano il nostro sistema rituale, la “pratica”  e la “docetica” di cui è stato investito.  Rimango però, permettetemi, leggermente perplesso da coloro che suggeriscono come questa pratica debba trovare sbocco rituale in qualcosa di altro, e con fare furbesco esprimono giudizi sprezzanti proprio sul martinismo. 
Questo fratelli miei, e attenti lettori, non rappresenta che il comportamento del basso mercante di strada, che millanta qualità che la propria mercanzia non ha e dileggia quanto altro potrebbe distogliere l’attenzione dell’incauto acquirente.
Del resto mi si permetta di osservare che certi “Eletti” corpi rituali trovano oggi possibilità di essere incarnati da taluni, grazie ad ardite speculazioni risalenti a neppure 70 anni fa. In quanto, è sempre bene ricordarlo, personaggi come Martinez de Pasqually non diedero nessuna indicazione formale e sostanziale di successione. Non vi è traccia di una continuità, gli stessi rituali sono andati perduti, le chiavi di passo non sussistono e la ricostruzione di tale corpo rituale è stata arbitraria ….. trovando essa fondamento forzoso nelle opere di Willermoz, di Louis Claude de Saint-Marintin  o in qualche artistico fondo editoriale.      
Eppure quando parli con taluni di questi personaggi, in mille porti approdati, non di rado udiamo parole come “errore storico del martinismo” o “incompletezza del nostro metodo”. Mi domando è forse un metodo corretto dispensare gradi a profusione, senza adeguata valutazione e formazione del postulante, solamente perché c’è da innalzare templi e anelare strambe costruzioni rituali ? E’ forse una verità storica considerare il risveglio di un Ordine tramite fantasiose contiguità iniziatiche ?
Ben ci ricordiamo dei danni causati da questi personaggi all'interno del panorama esoterico italiano. Dei loro inabissamenti repentini e ancora più repentine riemersioni. Ancora ci ricordiamo di taluni di loro prima di essere illuminati sulla Via di Damasco, oppure degli innumerevoli progetti abortiti.


Purtroppo quanto essi dimenticano è che esiste una moneta molta rara. Questa è l’autorevolezza, la quale non potrà mai essere sostituita da colorati pezzi di carta che tentano di celare percorsi apicali coperti nel volgere di pochi anni. Le iniziazioni reali si conquistano sul campo del duro lavoro interiore e non attraverso piaggerie, questue e mercanteggi. 

www.martinismo.net

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