domenica 5 febbraio 2017

Convento Nazionale Montecatini Terme 2016. Saluto di Apertura



Amati Fratelli, vi ringrazio di aver trovato il tempo e il modo di formare questa nostra assemblea di giusti e volonterosi viandanti lungo le vie dello spirito.

Come ben sapete il tema del nostro convento è dedicato agli Strumenti e all’Opera Martinista.
Carissimi fratelli, è necessario comprendere che quello che da reale significato alla vostra iniziazione non è tanto un colorato brevetto o un novero di, più o meno, erudite dissertazioni, quanto il lavoro intimo inteso come consapevole momento di scoperta, di riflessione ed di integrazione interiore. In assenza della nostra pratica luni-solare, cadenzata dal ritmo giornaliero, la vostra condizione non sarebbe dissimile da quella di una molteplicità di altre degnissime persone che hanno come passatempo il discorrere di esoterismo, simbolismo ed amenità similari. La sostanza, la linfa vitale, che anima la vostra natura di iniziati è il frutto della pratica, del vostro personale impegno e del vostro sofferto lavoro. Il quale non ha come obiettivo il benessere qui ed adesso, lasciamo queste illusioni ai tanti mistificatori che appestano l’ambiente della spiritualità, bensì la seconda rinascita: liberi da tutto ciò che contingente, mortifero, impermalente. Molti di voi non hanno ancora maturato la piena consapevolezza dell’Ordine di cui sono anello, e neppure di come la parola “martinismo” non significhi necessariamente, e non lo significa, che ovunque e comunque la nostra impostazione operativa è egualmente presente. Vi prego di non stupirvi, ma sono ben poche le realtà mariniste che possiamo definire operative, e sono ancora meno quelle dove vi è posta costante attenzione attorno agli strumenti di lavoro interiore e la loro attualità alle necessità dell’iniziato di oggi.

Amatissimi, un martinismo privato della costante opera dei fratelli, articolata su di un piano che raccoglie necessariamente strumenti cardiaci-teurgici-sacerdotali, altro non è che uno sterile ibrido: dalla forma sospesa fra una teosofia ricca e una massoneria povera. Sarebbe quindi opportuno che i fratelli e i bussanti, sempre si interrogassero su questo necessario aspetto; onde comprendere dove dirigere il proprio passo, i secondi, e la collimazione, i primi, fra quanto annunciato e quanto realizzato. Ognuno di noi è responsabile delle proprie opere e soprattutto delle proprie scelte. La nostra scelta è stata quella di operare, in modo che non vi sia frattura fra IDEA e AZIONE. Che la prima non sia mai frutto di sterili intellettualismi, che la seconda non sia mai espressione di un cieco agire, questo è l’augurio che sento di rivolgere ad ognuno di noi.

Brevemente possiamo affermare che l’opera martinista nel Nostro Venerabile Ordine si sviluppa attraverso un insieme di strumenti prevalentemente individuali. I quali sono ritualmente e tradizionalmente trasmessi al fratello durante le varie iniziazioni che scandiscono il cammino volto alla reintegrazione. Abbiamo quindi:

Il grado di Associato Incognito, nel quale il fratello ancora non ha un posto fisso nella Catena Eggregorica. Questo grado è prevalentemente cardiaco e il lavoro è cadenzato su di un piano lunare incompleto. Viene testata, attraverso un lavoro continuo e monotono, la capacità del fratello di attenersi alle regole, agli impegni morali e alla condotta rituale dell’Ordine. Le poche prescrizioni alimentari e di comportamento, sono un suggerimento a riflettere attentamente se proseguire lungo la via, o porsi in meditazione. Al contempo in questa fase l’Iniziatore ha modo di valutare il Desiderio e la Volontà di colui che dovrebbe compiere i successivi passi rituali. Gli strumenti caratteristici di questo grado, nel Nostro Venerabile Ordine, sono: il rituale giornaliero, la preghiera, la meditazione, la purificazione, lavori atti ad una presa di coscienza interiore, pratiche di visualizzazione e introduzione all’uso dei salmi e delle parole di potere.
Il grado di Iniziato Incognito unisce sapientemente elementi cardiaci e teurgici. Il fratello che oramai trova collocazione nella catena di forza e di amore, è ammesso a lavorare nella pienezza del piano lunare. Ciò si concretizza con un rituale in Luna Piena, chiamato anche di consolidamento eggregorico. Tale rituale presenta delle difformità formali da Ordine ad Ordine, e non sempre ha eguale connotazione e valenza magica.  Quanto trasmesso, a livello rituale, nel primo grado non viene ovviamente abbandonato, ma trova completezza, diversificazione ed esaltazione.
Il fratello  elevato a Superiore Incognito, è depositario dell’intero corpo rituale dell’Ordine, ad eccezione di quanto previsto e disposto dalla Grande Maestranza. In questo grado il suo percorso di martinista trova completezza e al piano di lavoro lunare si aggiunge quello solare. Questo è rappresentato dai rituali maggiori, o solari, che sono posti in essere durante gli Equinozi e i Solstizi. Agli elementi cardiaci e teurgici, si aggiunge l’elemento sacerdotale. Il quale dona verticalità all’opera del fratello. Ecco quindi, ma era facilmente intuibile, che solamente colui che consegue il grado di Superiore Incognito può completamente definirsi martinista, e questo non tanto in virtù del disvelamento di qualche segreto iniziatico, ma solamente per il conferimento degli strumenti che sanciscono la nascita, se saprà operare armoniosamente, di un nuovo adepto. Nel Nostro Venerabile Ordine, a taluni fratelli Superiori Incogniti, è data facoltà e possibilità di amministrare il rito eucaristico.
Ecco quindi che nel grado di associato il fratello dissoda/libera dalla gramigna evidente/ed ara il terreno preparandolo alla semina. Nel grado di iniziato procede alla semina, seguendo la giusta cadenza lunare e beneficiando dell’influenza del benefico astro. Nel grado si superiore il fratello, amministrando sapientemente ciò che è secco e ciò che è umido, ricerca la maturazione del raccolto.
Ovviamente nessun strumento ha validità, per quanto complesso, se l’operatore è sprovvisto delle necessarie qualificazioni psicologiche e iniziatiche, o se non lo impiega con talento e volontà. L’inverso è come pretendere che uno scalpello e un mazzuolo, per loro autonome forza, cesellino il marmo e diano alla luce un’Opera di Maestria e Genio. Fratelli miei non potete certamente attendervi che altri compiono quanto voi stessi dovete porre in atto, e al contempo non potete pensare che l’iniziazione sia un singolarità taumaturgica atta a risanare per sua sponte ciò che voi stessi avete lacerato ed oltraggiato.
Amati fratelli l'unica vera sintesi è a posteriori della pratica, giammai a priori di essa e giammai frutti di sterili intellettualismi. Dovete intimamente comprendere non siete qui per percorrere un sentiero altrui, ma per trovare il vostro fra gli infiniti possibili. Tale mirabile obiettivo è conseguito alla attraverso la pratica. Essa permette di trasmutare ogni accadimento della nostra vita, in un'esperienza profonda, capace di riverberarsi sul nostro modo di percepire il Reale


Amati Fratelli Vi Auguro un Proficuo Lavoro Interiore.


www.martinismo.net
eremitadaisettenodi@gmail.com

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