venerdì 14 aprile 2017

Editoriale Ecce Quam Bonum Solstizio d'Estate 2016

Qualche giorno addietro mi è capitato di leggere di un fratello che chiedeva la nascita di una santa alleanza, parole sue, a difesa dei valori tradizionali (sigh). Purtroppo, nella stura di questi tempi, molti confondono i valori tradizionali con il proprio interesse di bottega e le sante alleanze come divine salvezze dei propri traballanti seggioloni. Io preferisco pensare, in un futuro, ad un'Accademia di studi martinisti, ad un luogo di filosofico confronto, ad idee e contenuti per traghettare definitivamente il martinismo nel terzo millennio e renderlo valido baluardo tradizionale nei confronti della furia della modernità.

Ecco perché il numero 10 della nostra amata rivista, che  esce in prossimità del Solstizio d'Estate (un fausto momento spirituale ed astrologico che vuole infondere energia e sostegno spirituale a coloro che sono in grado di godere di tale nutrimento supersostanziale), raccoglie, come fucina intellettuale, opere di fratelli di altre strutture martiniste. Da sempre il Nostro Venerabile Ordine, lontano da logiche di partigianeria e amante della positiva informazione è stato perno di iniziative di divulgazione collegiale. Aperte, queste, a quella parte sana del martinismo italiano che si conosce e si riconosce da decenni, senza la necessaria ostentazione di patenti, lustrini, e contese filiazioni.  Unicamente rivolto, il sano martinismo, al servizio dei fratelli e delle sorelle, al mantenimento di una coesione spirituale ed eggregorica e a perpetuare la luce dell'Iniziazione Martinsita. Di altro non ho interesse.

Ecco quindi che in questo numero trova il contributo di lavori di fratelli Superiori Incogniti Iniziatori dell’Ordine Martinista, dell'Ordine Martinista Universale, dell'Ordine Martinista degli Eletti Cohen, dell'Unione Martinista, della Società Martinista degli Indipendenti e dell'O.M.E.G.A., i quali individualmente hanno partecipato alla realizzazione di questo numero della nostra rivista. Quando dico nostra intendo non mia e non dell'Ordine, che immeritatamente rappresento, ma di quel martinismo che vuole uscire dalle polverose stanze del passato, e conseguire un ruolo centrale nella formazione e nella divulgazione esoterica. Questo è il mio sogno romantico, il sogno di una persona che da oltre 25 anni si occupa di divulgazione esoterica.

Il Martinismo è una Via che conduce l'iniziato al centro del cuore. Solamente in esso, magico punto spirituale, è possibile trovare quella mistica unione con il Divino che in noi alberga.
Gli strumenti che il martinista utilizza sono ampi, in quanto non sussiste una codifica dei medesimi. Essi possono essere ascrivibili alla preghiera, alla meditazione, alla purificazione, alla teurgia e all'opera sacerdotale. Tale varietà non attiene, e non deve attenere, a profane necessità, o al desiderio feticistico di taluni, quanto bensì all'opportunità che viene offerta al fratello di trovare lo strumento maggiormente adeguato al genio che in egli dimora.
Ogni martinista è diverso, ciò che unisce è la formalità dell'iniziazione ricevuta e, sopratutto, il lento progredire lungo la via della reintegrazione.
Gli strumenti non sono un fine. Essi sono solamente degli utensili attraverso cui costruire la via che conduce al centro del cuore. Un Grande Maestro del Passato soleva ripetere che il martinista inizia l'Opera senza strumenti, e la termina senza bisogno di alcun strumento.

Non esiste un Ordine operativo, esistono fratelli e sorelle che attivamente operano lungo la via della reintegrazione. Ovviamente se taluni hanno la ventura di imbattersi in strutture legate ad un'idea che vuole il martinismo essere una sorta di teosofia nobile o di libera muratoria povera, e si predilige, liberissimi di farlo, di ritrovarsi attorno ad un tavolo a parlare liberamente di cose dal sapore vagamente martinista, non si può certo pretendere di uscire dall'illusione dialettica. Amo pensare che un Iniziatore, un Filosofo, oltre a trasmettere l'iniziazione martinsita, sia in grado di istruire il nuovo fratello all'arte della REINTEGRAZIONE, attraverso una docetica e un corpo rituale individuale armonico ed eggregoriamente coeso. Per questo nel Nostro Venerabile Ordine particolare attenzione è rivolta alla formazione rituale dei fratelli, cadenzata nei tempi e nei modi necessari al loro sviluppo filosofico e sottile. Teurgia, Preghiera, Meditazione, Sacro Fare Sacerdotale e Purificazioni sono singoli aspetti, sfaccettature, degli strumenti necessari per percorre la VIA DEL CUORE, che da fuori porta all'intimo e che tutto reintegra.

Elenandro XI
Grande Maestro


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